Austin: dialogo tra Usa-Cina essenziale per evitare conflitti
È il messaggio lanciato dal capo del Pentagono Lloyd Austin intervenuto allo Shanghi-La Dialogue di Singapore. Secondo Ft a maggio ci sarebbe stata una visita segreta del numero uno della Cia Burns a Pechino
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Il dialogo tra Usa e Cina è «essenziale e d’aiuto per evitare calcoli errati che potrebbero portare a un conflitto». È il messaggio lanciato dal capo del Pentagono Lloyd Austin, intervenuto allo Shanghi-La Dialogue di Singapore dopo che Pechino ha rifiutato un incontro formale tra lui e la controparte cinese Li Shangfu. «il momento responsabile per parlare è in qualsiasi momento. Il momento giusto per parlare è adesso e una cordiale stretta di mano a cena non può sostituire l’impegno in tal senso», ha aggiunto Austin in merito al breve incontro con Li alla cena di apertura del vertice.
Austin e Li si sono stretti la mano e hanno parlato in modo cordiale nel loro primo e breve incontro di ieri sera, come documentato dai video postati sui social media e diventati virali. Tuttavia, l’interazione è stata ben inferiore alle speranze nutrite dal Pentagono che puntava su uno scambio più sostanziale. «Gli Stati Uniti ritengono che siano essenziali le linee di comunicazione aperte con la Repubblica popolare cinese, specialmente tra la nostra difesa e i nostri leader militari», ha continuato Austin per il quale «più parliamo, più possiamo evitare fraintendimenti e calcoli errati che potrebbero portare a crisi o a conflitti”. Gli Stati Uniti avevano invitato Li a incontrarsi a margine del vertice, ma Pechino ha rifiutato perché «gli Usa sanno chiaramente che ci sono attualmente difficoltà nella comunicazione militare»
Li è stato sanzionato dal governo americano nel 2018 per aver l’acquisto di armi dalla Russia, ma il Pentagono aveva sul punto chiarito che non ci sarebbero stati impedimenti in caso di incontri in Paesi terzi. Pechino, invece, puntava alla loro rimozione rapida e tempestiva. Austin è impegnato in un tour in Asia che lo ha già portato in Giappone e che, dopo la tappa di Singapore, lo vedrà impegnato in una visita in India, parte di un piano ad ampio raggio per rafforzare le alleanze e i partenariati nell’Indo-Pacifico in funzione del contenimento della crescente assertività della Cina.
L’incontro di Austin arriva dopo un altri segnali di possibile disgelo tra Pechino e Washington nelle ultime settimane in una fase in cui le tensioni tra i due Paesi sono comunque alte. Secondo quanto riportato dal Financial Times, anche il direttore della Cia, William Burns, è stato in Cina a maggio, in una visita segreta durante la quale avrebbe incontrato fra l’altro funzionari dell’intelligence cinese.
Lo stesso quotidiano della City ha ricordato anche come negli ultimi giorni ci siano state altre due importanti missioni “diplomatiche”, anche se organizzate e attuate da protagonisti dell’economia e della finanza statunitensi, non da politici o da rappresentanti dell’amministrazione.
Da una parte, infatti, l’imprenditore visionario Elon Musk, uomo più ricco del mondo , numero 1 di Tesla e ora proprietario anche di Twitter, che di recente ha favorito il lancio della candidatura repubblicana alla presidenza di Ron De Santis dal suo account, ha incontrato nei giorni scorsi a in Cina autorità pubbliche cinesi a livello di ministri.
Un discorso analogo vale per l’iniziativa messa in campo invece dal numero 1 di J.P. Morgan, il banchiere Jamie Dimon, fresco “salvatore” della banca First Republic Bank, atterrato a Shanghai, dove mercoledì ha incontrato rappresentati del governo e della business community cinese.
L’attivismo di Dimon nella finanza statunitense, ma anche nella politica internazionale si sta facendo notare, tanto che Gillian Tett, chair del board editoriale ed editor at large del Ft, è arrivata a porsi la domanda se sia possibile considerare come credibile l’ipotesi di una corsa dello stesso Dimon alla Casa Bianca. Per poi rispondersi, per ora, di no.
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