DiaSorin, nuovo test sierologico per il Coronavirus
Prosegue la ricerca di soluzioni per la disgnostica del del nuovo coronavirus Sars-Cov-2, causa dell'infezione da Covid-19 - Il titolo corre in Borsa
di Matteo Meneghello
2' di lettura
Nuovo passo in avanti di DiaSorin nella ricerca per la diagnostica legata all’emergenza Covid-19. Dopo il via libera al test rapido di due ore, il gruppo ha annunciato di avere completato presso il Policlinico San Matteo di Pavia gli studi necessari al lancio di un nuovo test sierologico ad alto volume di processamento per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti. La società, si legge in una nota, sta lavorando per ottenere il marchio Ce e l’autorizzazione all'uso di emergenza (Eua) della Food and Drug Administration (Fda) entro la fine di di aprile. Nelle prime ore successive all’annuncio, il titolo non ha fatto prezzo ed è poi entrato con un rialzo di oltre il 7% a 126,4 euro.
Il nuovo test sierologico è predisposto per riconoscere gli anticorpi IgG diretti contro i domini S1 e S2 della proteina «spike» del virus Sars-Cov-2, selezionati per la capacità di fornire specificità per Sars-Cov-2 rispetto agli altri Coronavirus. Il prodotto - spiega la società - è stato studiato per rispondere all’esigenza di individuare nella popolazione i soggetti che sono già stati infettati dal virus, la cui diagnosi non sia stata effettuata attraverso l’esecuzione di un tampone e di un test di diagnostica molecolare.
«Il test - ha spiegato a Sky Tg24 Fabrizio Bonelli, chief technology officer DiaSorin - è un test sierologico, il suo scopo è stabilire se il soggetto è stato esposto al virus attraverso la determinazione della risposta immune. Un laboratorio con questa tecnologia può eseguire fino a mille individuazioni al giorno, in Italia abbiamo 500 strumenti installati, la produzione di 500mila pezzi al mese è il target che ci siamo dati. I test saranno disponibili a partire dal 20 di aprile».
Nelle scorse settimane DiaSorin aveva annunciato di avere completato gli studi necessari per un test molecolare che consente di ottenere risultati entro sessanta minuti rispetto alle 5-7 ore attualmente necessarie con altre metodologie, oggi già commercializzato in Usa e in Europa. «Abbiamo spostato tutti i nostri 50 ricercatori di DiaSorin molecular, attivi tra California e l’Italia, su questo progetto - aveva spiegato Rosa -, lavorando insieme allo Spallanzani di Roma, il San Matteo di Pavia, l’ospedale di Treviso, che sono tre centri di riferimento in Italia per la diagnostica del Covid-19».
Nel 2019 la società, che per la sua ricerca ha ottenuto fondi federali per 679mila dollari dalla statunitense Biomedical advanced research and development authority (Barda), ha realizzato un utile in crescita dell'11,1% rispetto al 2018, a quota 175,7 milioni, con un'incidenza sul fatturato del 24,9%. L'ebitda è stato di 276,8 milioni (+8,4%) con un'incidenza del 39,2% sul fatturato. L'anno scorso i ricavi sono aumentati del 5,5% a 706,3 milioni. Il cda ha approvato la proposta di distribuzione di un dividendo ordinario di 0,95 euro per azione. Per quanto riguarda la guidance, DiaSorin prevede quest'anno una crescita dei ricavi del 5%, con un contributo del nuovo test che, secondo il ceo Carlo Rosa, potrebbe essere di 5-10 milioni al mese.
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