Didattica mista e aule virtuali, come sarà il rientro in aula
di Natascia Ronchetti
4' di lettura
L’emergenza sanitaria ha radicalmente trasformato il modo di fare didattica e di sostenere gli esami, non solo nelle scuole ma anche nelle università.
In molti casi le misure restrittive imposte dalla pandemia hanno portato alla realizzazione di innovazioni che sono già destinate a diventare strutturali, con una revisione complessiva delle infrastrutture digitali.
Didattica mista per molti atenei
Ma più o meno tutti gli atenei sono impegnati per garantire un ritorno graduale alla normalità, vale a dire alla didattica in presenza, anche se molti, almeno nel primo semestre dell’anno accademico 2021/22, sono orientati a mantenere una formula mista che affianchi all’attività in presenza quella online.
L’obiettivo è ripristinare al più presto quel rapporto tra studenti e docenti - e tra gli stessi giovani - che è stato tanto compromesso dall’esigenza di rispettare il distanziamento sociale. Questo facendo però tesoro delle sperimentazioni fatte fino a questo momento per rispondere con soluzioni innovative alle necessità di sicurezza richieste dall’emergenza. Per tanti, infatti, la crisi pandemica è diventata anche una opportunità per lanciare piani di investimento senza precedenti in nuove tecnologie digitali.
Lezioni multimediali e tecnologia
Un esempio arriva dall’università di Milano. «Nei mesi trascorsi abbiamo investito sulle aule multimediali, che dal prossimo anno accademico saranno ben 134 – spiega Marisa Porrini, prorettore alla didattica dell’ateneo del capoluogo lombardo -. Abbiamo anche sperimentato una didattica modulata sulle esigenze delle varie categorie di studenti, da quelli fuori sede agli studenti lavoratori, e sulla specificità dei singoli insegnamenti».
La speranza di tutti i docenti è quella di poter tornare al più presto alla didattica in presenza, molto attesa da tutti. «Al momento – prosegue Porrini - non possiamo ancora avere certezze assolute. Siamo comunque preparati a gestire in maniera efficace la ormai rodata formula mista e le nuove metodologie online, secondo una flessibilità che ci permetterà di affrontare velocemente qualsiasi mutamento della situazione pandemica».
App per prenotare le aule
La flessibilità sembra essere la nuova parola d'ordine. Anche l’università di Bologna ha investito sulle tecnologie digitali, innovando la propria rete infrastrutturale e creando anche una app che permette agli studenti di manifestare la volontà di seguire le lezioni in presenza.
Tutte le aule dell’Alma Mater adesso sono attrezzate per la didattica mista. E le lezioni da remoto saranno assicurate a tutti coloro che non possono raggiungere Bologna. «Ora dobbiamo solo decidere la capienza delle aule, stabilire quindi se sarà del 50%, del 70 o del 100% - spiega Mirko Degli Esposti, prorettore vicario dell’università di Bologna -. Crediamo però che la discussione su lezioni in presenza oppure online sia ormai abbastanza sterile. L’importante è saper utilizzare e integrare gli strumenti digitali, che rappresentano una innovazione, con l’attività in aula. Questo però per una didattica che rimarrà imperniata comunque sulla presenza, sul rapporto tra docente e studente, sul confronto tra gli studenti stessi, che resta fondamentale e va ripristinato». Una scelta simile è quella che è stata adottata dall’università di Modena e Reggio Emilia, che si prepara, per il primo anno di tutti i corsi di studio, alla formula mista al 50%. «Ovviamente speriamo di aumentare questa percentuale e di tendere al 100% per il secondo semestre», dice Giacomo Cabri, prorettore alla didattica dell’università emiliana.
Le regole per gli esami
Per quanto riguarda gli esami, già dall’estate si svolgeranno prioritariamente in presenza. «I dipartimenti hanno fatto in quest’ultimo periodo un grosso lavoro – prosegue Cabri – per prepararsi alla didattica mista: abbiamo aule attrezzate, una app per il tracciamento dei presenti, percorsi di ingresso e uscita e orari sfasati per evitare assembramenti, dispositivi per la sicurezza come i termoscanner e i microfoni individuali per i docenti».
In presenza a Bari e Siena
Chi invece ha già deciso di puntare da subito sulla presenza in aula sono l’università di Bari e quella di Siena. Nel caso dell’ateneo pugliese, le sedute di laurea sono già in presenza con un numero contingentato di ospiti. Mentre biblioteche, laboratori e sale lettura sono già usufruibili e lo saranno a pieno regime, senza ingressi limitati, a partire da settembre.
«Il nostro obiettivo – osserva Stefano Bronzini, rettore a Bari – è quello di avere tutti gli studenti in presenza e per farlo il nostro primo problema è quello di garantire la sicurezza. A settembre tutto il personale universitario sarà vaccinato e speriamo lo siano anche gli studenti. Questo ci consentirà di riprendere in presenza».
A sua volta l’università di Siena può contare su una rete di spazi aggiuntivi per la didattica, nel centro storico della città, messi a disposizione dal Comune, dalle Contrade e dalla Curia. «Per questo prevediamo di riportare tutti in aula - spiega il rettore dell’università toscana, Francesco Frati -. È una soluzione alla quale abbiamo lavorato già a partire dall’estate dello scorso anno. Nel rispetto delle misure di sicurezza tutti gli studenti che vorranno tornare a Siena in presenza potranno farlo, lasciando anche forme di didattica a distanza».
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