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Diego Armando, 60 anni di calcio romantico e geniale - Maradona #60 nel ventre di Napoli

Oggi Maradona abita vicino a La Plata dove vive e allena la squadra locale (il Gimnasia). Dicono che agli allenamenti non si fa mai vedere preferendo dirigere tutto in “smart working”

di Dario Ceccarelli

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4' di lettura

C'è una consolazione a questo mondo: anche i Padri Eterni invecchiano. Almeno il Dio del calcio, Diego Armando Maradona, il Predestinato, colui che con una palla può fare qualsiasi cosa. Palla? Non esageriamo: gli bastava, anzi gli basta tuttora, una pallina da tennis, una palla di carta o di stracci, qualsiasi cosa sia vagamente rotonda. Una leggenda dice che Diego riuscì, alla vigilia di un Napoli-Juventus, a palleggiare anche con un boccino da biliardo. Sarà vero o sarà falso non importa: importa che Maradona avrebbe potuto farlo.

Che mito, Diego Armando! Compie 60 anni e ti accorgi, improvvisamente, come sia passato in fretta quel ventoso calcio degli Anni '80, quando noi ragazzi, giovani cronisti, si andava negli stadi, così vecchi ma cosi pieni, a seguire il Milan di Van Basten, l'Inter di Rummenigge, la Fiorentina di Socrates, l'Udinese di Zico.

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Era un altro mondo, che voleva stare allegro nonostante mafia e terrorismo continuassero a far male e si avvertisse che la grande festa del boom era ormai alle spalle. Francesco De Gregori cantava “Viva l'Italia”, Antonello Venditti “ci vorrebbe un amico” e il calcio, e in particolare quello di Maradona, era l'amico giusto per dimenticare quello che non ti piaceva.

Un calcio ancora romantico

Era un altro mondo, la Fiat Uno era la macchina più venduta, e soprattutto un altro calcio: già veloce ma ancora romantico. E di quel calcio Diego Armando era il suo profeta. Un profeta peccatore perchè nella sua immensità Maradona si è potuto permettere degli strapazzi ( e con questo abbiamo detto tutto) che nessuno al mondo avrebbe potuto reggere solo per andare a timbrare in ufficio. Figuriamoci per giocare una partita di calcio contro gente come Falcao e Platini. Dopo le sue notti brave Diego era l'ultimo ad arrivare all'allenamento che naturalmente saltava fino alla partitella finale. Da quel punto però, quando cominciava, non finiva più. Anche se pioveva o faceva un freddo da lupi. Niente, era come i bambini che giocano ai giardini, bisognava portarlo via di peso, raccontano Bruscolotti e Bagni, suoi vecchi compagni d''avventura.

Rino Marchesi, tecnico del Napoli prima di Ottavio Bianchi, spiegava che Diego nella gambe aveva una forza incredibile. Che da fermo, riusciva a saltare sopra un muro più alto di un metro. E Maradona non brillava per altezza.

Generoso con gli ultimi, feroce con i potenti

Un'altra cosa particolare di Maradona è che, pur essendo Maradona, era molto amato dai compagni. Cosa che non succede spesso con le star, soprattutto quelle capricciose. Perchè anche con il compagno più scarso, racconta sempre Bagni, Diego aveva comunque un attenzione particolare. E se sbagliava, non importa. Gli diceva che era stato bravo ugualmente, e che senza di lui, la squadra non era la stessa. Generoso con gli ultimi, ma ferocissimo con i potenti, con i padroni delle ferriere della Fifa di Blatter o di qualche altro poter forte che a Maradona non piaceva.

Anche coi giornalisti in genere aveva buoni rapporti. Il suo preferito era Gianpiero Galeazzi, detto “Bisteccone” per la sua mole che gli permetteva di svettare col microfono Rai negli affollatissimi dopo-partita. Però a Maradona piacevano, se erano educati, anche i giovani. Quelli alle prime armi, emozionantissimi di trovarsi di fronte a un re senza corona ma con un piede fatato. Se pensi a Maradona e lo confronti con Ronaldo, vedi quanto tempo sia passato. Diego amava stare in mezzo alla gente, consumarsi nella popolarità. Ronaldo chi lo vede? Sta sui social, certo. Ma sono foto, sempre studiate, sempre pensate per un “like”. Maradona era un istintivo, un talentuoso naturale. Solo che “toccava” meglio il pallone della vita.

Addio a Maradona, aveva 60 anni

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La rivalità con il mito Pelè

Raccontare Maradona è come raccontare le favole. Ogni episodio ne rilancia un altro e non si finisce più. Anche la sua rivalità con Pelè era una saga nella saga. Non si amavano, questo era chiaro. Si facevano dispetti ogni volta che si dovevano incontrare arrivando ogni volta uno più in ritardo dell'altro. Maradona avvertiva in Pelè un vero rivale perchè era un mito non incrinabile dal tempo. Maradona era già un fenomeno televisivo, Pelè no. Le sue imprese sono sempre sfuocate. I suoi dribbling pazzeschi avvengono in mezzo alle ombre. Un mito, appunto, come Di Stefano, Puskas, o Valentino Mazzola. Un Mito Incontestabile perchè non c'è controprova.

Ora Diego, che compie 60 anni, è un po così: dimagrito dopo tanta ciccia che lo aveva gonfiato come un vecchio pallone di cuoio dei tempi di Pelè. Va in palestra, suda, cerca di tenersi in forma dopo gli strapazzi di gioventù. Sa che gli strapazzi non gli sono più concessi, soprattutto quelli di gola e polverine varie.

Allenatore in smart working

Come tutti quelli che non sono stati santi da giovani, ora è sempre sul chi va là: anche la pandemia gli fa una gran paura dopo che un suo cognato, Raul, marito di una delle cinque sorelle di Diego, ci ha lasciato la pelle. Così se ne sta nella sua caverna dorata, una modernissima casa a Coronel Brandsen, un paese vicino a La Plata dove vive e allena la squadra locale (il Gimnasia). Dicono che agli allenamenti non si fa mai vedere preferendo dirigere tutto in “smart working”. Che fenomeno! Anche adesso, il vecchio Diego Armando, è più avanti di tutti.

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