Clienti Volkswagen

Dieselgate, class action per italiani anche in Germania

Chi non ha potuto partecipare all’azione finora vittoriosa di Altroconsumo davanti al Tribunale di Venezia ha tempo fino al 21 febbraio per fare causa davanti alla Corte d’appello di Braunschweig, tramite il Centro consumatori utenti dell’Alto Adige

di Maurizio Caprino

Aggiornato il 23 febbraio 2022, ore 13:15

(Afp)

2' di lettura

Una chance per gli automobilisti che non hanno fatto in tempo a entrare nella class action italiana contro la Volkswagen per il risarcimento dei danni da dieselgate: fino al 21 febbraio, è possibile partecipare a un’azione in corso in Germania. L’ha promossa il Centro europeo consumatori Italia di Bolzano davanti alla Corte d’appello di Braunschweig, per dare ai consumatori italiani lo stesso trattamento di quelli tedeschi. La causa entra nel vivo il 22 febbraio e si preannuncia una battaglia serrata.

Il gruppo Volkswagen, infatti, è difeso da una società multinazionale di studi legali del calibro di Freshfields Bruckhaus Deringer, che ha preannunciato la presenza di cinque suoi avvocati. Si affiancheranno a tre professionisti che lavorano nell’ufficio legale della casa automobilistica.

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I consumatori sono invece rappresentati dall’ studio Dolce-Lauda, di Francoforte.

Perché in Germania

La Germania ha attirato anche migliaia di cause individuali di consumatori di tutta la Ue, soprattutto spagnoli. Sono pendenti al tribunale di Ingolstadt (quelle relative a vetture Audi) e Braunschweig (per Volkswagen, Skoda e Seat), con tempi diversi.

Sono anch’esse molto contrastate, perché finora i giudici hanno richiesto perizie sul diritto applicabile: il gruppo Volkswagen si difende su tutti i fronti affinché non venga applicato il diritto tedesco nelle pratiche promosse dai consumatori di altri Stati Ue.

Ma ciò non toglie che le possibilità non manchino: finora la Germania è l’unico Paese europeo in cui il gruppo ha accettato di chiudere cause raggiungendo accordi con i consumatori. Risarcimenti volontari sono stati finora riservati solo a clienti di Paesi extraeuropei con una normativa consumeristica molto efficace, come gli Usa.

La situazione italiana

In Italia i consumatori sono in una situazione di svantaggio, per tanti motivi. Così non stupisce il fatto che molte azioni intentate sinora siano andate a vuoto.

Ma tutto ciò non ha impedito che la Volkswagen sia stata condannata a pagare chi ha aderito alla class action di Altroconsumo: un conto da oltre 200 milioni, per risarcire 3.300 euro più interessi agli 63.037 aderenti ammessi. Lo ha stabilito il Tribunale di Venezia il 7 luglio 2021.

Si è chiuso così il primo grado di una causa iniziata quattro anni prima. Una decisione importante, sulla class action più ampia promossa in Europa. Si vedrà se dopo questa sentenza si arriverà a un accordo o se la battaglia legale andrà avanti.

La prima udienza

Il 22 febbraio la Corte tedesca ha ritenuto ammissibile l’azione Centro europeo consumatori Italia.

Si è discusso se fosse applicabile il diritto italiano (essendo il danno è avvenuto in Italia) o quello tedesco (essendo la frode stata commessa in Germania). La differenza è importante perché con le regole italiane il risarcimento è più basso, ma riconosciuto anche per veicoli molto usurati (come è ormai il caso di molte vetture coinvolte nel dieselgate)

La regola di base del diritto Ue è che il luogo del danno determina la legge applicabile. Ma, se gli aspetti del caso riguardano prevalentemente il luogo dell’azione, può essere applicata anche la legge del luogo del danno.

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