IL PROGETTO DI TELEFONO AZZURRO

Dietro le sbarre una sofferenza invisibile, quella dei figli dei carcerati: oltre 70mila incontrano i genitori

Minori innocenti che devono confrontarsi con il dolore del distacco da mamma o papà. Per tutelarli rinnovato il progetto “Bambini e carcere” dei volontari di Telefono Azzurro, reso possibile grazie alla collaborazione con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia

di Nicoletta Cottone

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2' di lettura

Dietro le sbarre c’è una sofferenza invisibile, quella dei figli dei carcerati. Ogni anno 70mila bambini entrano in carcere per incontrare i genitori. Bambini innocenti che devono confrontarsi con il dolore del distacco da mamma o papà. Tutelare i diritti dei bambini e degli adolescenti coinvolti in situazioni di detenzione dei genitori, garantendo loro una crescita sana ed equilibrata: sono gli obiettivi del progetto “Bambini e Carcere”, nato nel 1993 grazie all’impegno dei volontari di Telefono Azzurro e reso possibile grazie alla collaborazione con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. Un accordo che è stato rinnovato oggi, con la firma del Protocollo di Intesa che regola le attività dell'associazione nelle strutture carcerarie di tutta Italia.

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Il supporto all’incontro di genitori e figli
Il progetto “Bambini e carcere” ha degli obiettivi prioritari, quali la promozione di uno sviluppo adeguato del bambino che si trova inserito in una situazione di detenzione, ma anche il supporto all'incontro tra genitori e figli anche grazie all’utilizzo di spazi idonei. C’è la fase del “Nido” che consente ai bambini di trascorrere i primi anni (0-6) con la mamma in carcere in una situazione affettiva, logistica ed organizzativa a misura di bambino, e c’è la “Ludoteca” per attenuare l'impatto con la dura realtà carceraria al momento del colloquio con il genitore detenuto.

I numeri confermano l'importanza del progetto
Il progetto lo scorso anno si è occupato di oltre 12mila bambini e ragazzi, con la costante presenza di 240 volontari adeguatamente formati, in 24 carceri dislocati in 21 città (in 10 regioni). E ancora tanti devono essere aiutati. Si stima che in Italia i bambini e gli adolescenti separati da un genitore adulto, che ogni anno entrano in carcere per incontrarlo, sono circa 70mila. Inoltre, dalle statistiche del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, risulta che solo nel 2018 la popolazione carceraria è stata di 59.655 persone. E circa 26.364 di questi sono anche genitori. Sono 52 i bambini, fra zero e 6 anni, che vivono negli Istituti di prevenzione e pena con le proprie madri.

Caffo: il minore si trova in una situazione delicata e complessa
«Il minore che entra in carcere - spiega il Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - si trova a gestire una situazione complessa e delicata. Il Progetto “Bambini e carceri”si trova all’interno di un sistema che, per esigenze di ordine e di controllo, è rigidamente organizzato, caratterizzato da ritmi regolari e atteggiamenti uniformi. È spesso difficile considerare, gestire e soprattutto promuovere alcune dimensioni “altre” quali la sfera dell'affettività, il rapporto con l'esterno e la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza coinvolte in simili circostanze». Caffo ha spiegato che «il rapporto con il proprio genitore rappresenta non solo un bisogno e diritto fondamentale per un’armoniosa crescita del minore, ma è considerato anche un percorso in linea con gli obiettivi risocializzanti della pena».

MADRI DETENUTE CON FIGLIO AL SEGUITO

Fonte: Ministero della Giustizia

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