Made in Italy

Difesa e aerospazio, l’industria italiana fa gola a francesi e tedeschi

Oto Melara e Wass sono sul mercato. C’è una proposta di acquisto di Knds e l’interesse da parte di Fincantieri

di Gianni Dragoni

Il convertiplano AW609 di Leonardo protagonista al Dubai Air Show

2' di lettura

L’industria italiana della difesa e aerospazio è nel mirino di Francia e Germania. Con il trattato del Quirinale la marcia di avvicinamento dei transalpini ai gioielli italiani del settore viene accelerata, anche se il testo alla firma - puntualizzano all’Eliseo - non ha l’ambizione del trattato di Aquisgrana firmato da Emmanuel Macron e Angela Merkel il 22 gennaio 2019.
Quell’accordo ha dato origine a due grandi programmi militari di collaborazione fra le due sponde del Reno. Uno è il nuovo cacciabombardiere Fcas (Future combat air system) in cui sono coinvolte la francese Dassault e la parte tedesca di Airbus, con un grappolo di aziende soprattutto francesi dell’elettronica e armamenti, mentre Londra ha lanciato un progetto concorrente, il Tempest, cui partecipa anche l’italiana Leonardo, attraverso le controllate britanniche di elettronica.

È opinione di molti che in Europa non ci siano soldi sufficienti per sviluppare due nuovi sistemi di combattimento aereo che prendano il posto di Eurofighter e Rafale. La soluzione più logica sarebbe una convergenza dei due progetti.

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Il progetto Main battle tank

Il secondo programma militare è quello del futuro carro armato pesante, «Main battle tank», che mira a sostituire entro il 2035 i Leclerc francesi e i Leopard 2 tedeschi. Un programma ufficialmente a trazione tedesca, che vede in campo due giganti degli armamenti come Rheinmetall e Knds. Quest’ultima è nata dalla combinazione tra la Nexter francese e la Krauss-Maffei Wegmann tedesca. Alcuni osservatori sottolineano come il peso preponderante sia dei francesi, anche se l’a.d. del gruppo è un manager tedesco, Frank Haun (il presidente è il francese Philippe Petitcolin).

Oto Melara e Wass, le proposte di acquisto

L’Italia è tagliata fuori da questo programma con la piccola Oto Melara, azienda che ha prodotto carri armati (non li fa da molti anni), produce blindati insieme a Iveco Defence Vehicles e ha un prodotto di punta a livello mondiale, il cannone navale da 76 millimetri. Adesso Oto è oggetto di attenzioni dei francesi e tedeschi, anche per le nuove commesse dell’Esercito, a partire dal programma da 2,2 miliardi di euro per la sostituzione dei blindati Dardo. Leonardo, dopo aver per anni respinto le proposte di cedere il controllo di Oto, in luglio ha deciso di metterla sul mercato insieme a Wass, che fa siluri, sonar e altri armamenti subacquei. C’è una proposta di acquisto di Knds (non è un’offerta vincolante), che valuta Oto e Wass circa 650 milioni. C’è anche un interesse di Fincantieri, con una valutazione più bassa. Leonardo spinge per la soluzione Knds. Fincantieri, che si rafforzerebbe nel navale, guarda invece alla possibilità di alleanza negli armamenti terrestri con Rheinmetall, con cui discute anche l’acquisizione dei cantieri Tkms in Germania. Sarà decisiva la parola del governo.

Nello spazio le collaborazioni sono più strette tra Italia e Francia, nei satelliti (Thales Alenia Space) e nei lanciatori, Avio collabora con ArianeGroup e Arianespace.

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