Digitale, la spesa delle aziende in Italia raggiungerà a fine 2023 quasi 39 miliardi di euro
Lo scrive Assintel nel suo nuovo report che avvete: c’è anche un nucleo di imprese ancora totalmente refrattario alla digitalizzazione
di Marco Trabucchi
3' di lettura
La spesa ICT business in Italia raggiungerà a fine 2023 quasi 39 miliardi di euro.
Nonostante l’incertezza politica ed economica, il rallentamento della crescita mondiale e le pressioni inflazionistiche che galoppano, le aziende italiane non tirano il freno agli investimenti nel digitale, che sono percepiti come conditio sine qua non per costruire un’organizzazione più resiliente, capace di adattarsi ai cambiamenti e in grado di generare nuovo valore nei contesti emergenti. È quello che emerge dal nuovo report Assintel, che scandaglia numeri, prospettive e politiche per la crescita digitale del sistema Italia. Un’indagine condotta da Ixè che ha coinvolto un campione formato da 1000 aziende rappresentativo dell’universo delle imprese italiane.
Il 90% delle imprese italiane utilizza tecnologie digitali
L’asset dell’Information and Communication Technologies (ICT) - che secondo le stime IDC, raggiungerà a fine 2023 un valore di spesa di quasi 39 miliardi di euro - è percepito come imprescindibile per competere sul mercato con oltre il 90% delle aziende italiane che segnala l’utilizzo di qualche tecnologia digitale: dalla massiccia diffusione di strumentazioni basiche, quali computer, smartphone e connessioni di rete –fino alla operazioni complesse di digitalizzazione di processi di produzione nelle aziende manifatturiere, come anche attività di comunicazione e marketing. Ma c’è anche un nucleo di imprese ancora totalmente refrattario alla digitalizzazione, che rimane percentualmente circoscritto (8,5%) e che in termini assoluti rappresenta circa 130.000 imprese, prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni.Un quadro articolato dove la penetrazione delle strumentazioni più evolute e specialistiche rimane selettiva. In particolare, risulta ancora contenuta la familiarità con le tecnologie emergenti, rispetto alle quali solo quote relativamente ridotte di imprese stanno sviluppando progetti. Se la Realtà Virtuale/Aumentata, la Robotica e l’Intelligenza Artificiale cominciano a diffondersi in un nucleo di quasi un decimo delle imprese, le tecnologie Blockchain e NFT sono trattate solo da piccolissime avanguardie di aziende (3%), mentre una familiarità leggermente più elevata contraddistingue progetti di Internet of Things (14%), oggetti con sensori, software e altre tecnologie integrate allo scopo di connettere e scambiare dati con altri dispositivi e sistemi su Internet. Comunicazione e marketing i processi maggiormente interessati alla digitalizzazioneI processi innovativi delle imprese sono principalmente guidati dalla necessità di potenziare le attività di comunicazione e marketing, tema prioritario per il 31%, quindi dal miglioramento della gestione dei clienti (22%), seguito dagli aspetti collegati alla sostenibilità (16%) e dalla riorganizzazione aziendale (15%). Chiaramente le necessità sono molto differenziate in base alle tipologie di imprese, ma comunque si concentrano in prima battuta sugli aspetti più direttamente connessi con lo sviluppo del business ed il miglioramento delle performance aziendali. Anche i temi della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale rappresentano aree di innovazione piuttosto rilevanti, in particolare per le grandi imprese che dedicano a questi aspetti una grande attenzione. Sotto tali spinte, le imprese dichiarano l’intenzione di continuare il processo di digitalizzazione, prevalentemente confermando i budget destinati alle tecnologie e servizi ICT o, addirittura, come si registra per almeno un quarto delle imprese, aumentandoli.Tra gli ostacoli anche la mancanza di competenzeTra i principali ostacoli alla digitalizzazione ravvisati dalle imprese, accanto alle disponibilità finanziarie, per definizione vincolanti e segnalati dal 31%, emergono altri aspetti relativa alla cultura e competenze che frenano gli investimenti, quale il livello di competenze interne (16,7%), nonché la cultura aziendale, poco orientata all’innovazione e al cambiamento (15%), e un management riluttante nei confronti dell’innovazione (4,6%).Su questi due fronti, competenze e cultura, la survey restituisce un quadro molto articolato: poco più di un quinto delle imprese (22%) segnala una situazione ottimale su entrambe le dimensioni, mentre le restanti imprese lamentano carenze, o sul fronte delle competenze (38%) o su quello della cultura innovativa (16%) o su entrambi (22%), influenzando evidentemente la propensione a consolidare e ad investire sulla digitalizzazione.
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