Digitalizzare la moda, espandere l'esperienza del lusso
A Stresa, nel convegno organizzato da BeSight, presentati in anteprima i risultati della ricerca sulla resilienza digitale nel settore fashion&luxury
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La sfida del digitale non significa solo strategie omnichannel e presenza massiccia sul web. Gli investimenti e lo sviluppo in ambito tecnologico che le imprese italiane della moda devono affrontare sono molteplici. Non si tratta solo di competenze tecniche, ma di una trasformazione culturale, che investa tutti i livelli del fare impresa e dunque di un ripensamento organizzativo e manageriale. In Italia l'80% delle aziende del fashion&luxury sono focalizzate soprattutto in strategie sul cliente (e-commerce, data analytics, customer experience); il 75% delle divisioni ICT/Digital ha come obiettivo principale la gestione dati e lo sviluppo di nuovi canali, mentre solo in seconda istanza il supporto alla velocità del core business. Se il 62% delle imprese prevede di aumentare gli investimenti sul digitale, solo 1 azienda su 4 ha avviato una sperimentazione che coinvolge la tecnologia blockchain e solo una 1 su 3 fa uso di strumenti SaaS (con una leggera tendenza incrementale per il futuro di un 9%). Le aree applicative più scoperte sono ancora CRM, Digital Commerce, PLM e processi produttivi, HR management.
Sono solo alcuni dei dati della ricerca condotta da SDA Bocconi e presentata in anteprima a Stresa da Paolo Pasini, nel corso del convegno “Act Digital Think Human” organizzato da BeSight. L'indagine proseguirà nei prossimi mesi e il report completo verrà pubblicato a novembre, tuttavia già da questa anteprima parziale sono emersi alcuni temi cruciali sulle strategie future di digitalizzazione delle industrie e sulla necessità di un rapido adeguamento. Se il Made in Italy vuole restare competitivo all'interno di un ecosistema sempre più complesso occorre dotarsi di strumenti e conoscenze idonee, “tanto più in un momento di crisi severa quale quella che stiamo attraversando dove bisognerà aspettare il 2022 per vedere una vera ripresa, e non tutte le aziende ce la faranno”, ha messo in luce Claudio Marenzi, presidente e amministratore delegato Herno e presidente di Pitti Immagine.
Di fronte alla rapidità dei cambiamenti in atto, l'integrazione di fisico e digitale, di e-commerce e rete di negozi sul territorio, è stato uno dei temi centrali, messi in evidenza da Antonio Farini, Group CIO Max Mara. Altri temi ormai imprescindibili, dove la trasformazione digitale risulta cruciale, sono la sostenibilità, che va estesa dalla singola azienda a tutta la filiera dei fornitori, l'efficienza e il ripensamento dei tempi produttivi per quel che riguarda la stagionalità e il dibattito ricorrente sul “see now buy now”, la comunicazione interna e la catena di trasmissione delle informazioni infragruppo.
Ne hanno discusso, fra gli altri, Roberto Matteja, solution leader Alterna, Enzo Luciani, IT manager Hermès. “Il lusso è un'idea in costante evoluzione. La crisi non ha fatto che accelerare un processo già in corso. Dall'osservatorio dei lettori di How to Spend it, il lusso è innanzitutto servizio, personalizzazione e rapporto uno a uno. E il bello è motore di sviluppo”, ha detto Nicoletta Polla-Mattiot, in collegamento da Milano, mettendo in luce l'importanza, tanto più in questo momento, di conservare l'ottimismo del fare e di integrare l'attenzione locale con una visione globale, il valore umano con l'hi-tech.
“Il pragmatismo e l'orgoglio del made in Italy sono importanti”, ha ribadito Enrico Cantoni, direttore della divisione retail, fashion & industria Sopra Steria. “Tutto il mondo ci riconosce un saper fare italiano che non ha rivali nel mondo della moda. E' il momento di valorizzare anche il saper fare italiano nella tecnologia”.
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