Dimensioni extra, la moda torna a farsi notare. Con personalità fuori scala
Zip XXL, tacchi a palloncino, revers gonfiati, necklace al cubo: la legge dello scroll detta nuove proporzioni. L'enfasi è nei dettagli che acquistano volume.
di Sara Semic
3' di lettura
Accelerati ed estremizzati. Insomma: extra. Gli stilisti giocano da sempre con i volumi in formato maxi: importanti, giocosi, irriverenti, sanno catalizzare l'attenzione più di ogni altra trovata espressiva. Ma raramente i dettagli sono stati amplificati come in questa stagione. Il primo a osare è stato Nicolas Ghesquière, direttore artistico delle collezioni donna di Louis Vuitton , che li ha fatti letteralmente esplodere in proporzioni esagerate: gilet gonfiabili con mega zip - le più grandi che la maison dice di aver mai realizzato -, vestiti trompe-l'oeil in pelle con elementi hardware come fibbie e cerniere in versione macro, trench in toni cammello che si chiudono con bottoni automatici grandi come borsette. È stato «un esercizio che rivaluta le proporzioni dei capi e dei loro accessori: qui, i codici della femminilità stravolgono la scala delle dimensioni», si legge nella nota di presentazione della collezione.
Anche Jonathan Anderson, direttore creativo di Loewe, ha sposato la tendenza. Alla sfilata della primavera-estate 2023 le modelle indossavano giganteschi fiori di anthurium, tacchi a palloncino e cappotti in pelle con maniche fluenti che scendevano a toccare la passerella. Michael Kors , invece, ha abbinato i vestiti rosso cremisi con ruches e i sarong sfrangiati a fibbie dorate XXL. Per Miu Miu , le cinture utility anni Novanta in versione extralarge reggono pouch spropositate e le giacche oversize in nappa marrone sfoggiano colossali tasche cargo. Albert Kriemler, direttore creativo di Akris , ha riproposto i mega bottoni dorati di un caban vintage in cashmere del 1979, ma all'insegna di «volume, struttura, silhouette», ha spiegato.
Sono particolari che parlano del gradimento per un abbigliamento più funzionale e pratico, ma la loro dimensione racconta anche dell'impatto che gli schermi ridotti degli smartphone continuano ad avere sul modo di osservare e scegliere la moda. «Da quando è iniziata l'era dell'iPhone, il cellulare ha influenzato sempre di più il design», spiega Valerie Steele, storica della moda, curatrice e direttrice del museo del Fashion Institute of Technology di New York. «Rispetto a prima vediamo dominare il colore e le stampe perché sono ben visibili: un look totalmente nero risulta piatto sul display. Lo stesso vale per alcuni particolari dei tessuti: certi toni lucidi, oppure opachi, ma anche alcuni velluti, finiscono per sparire». Ingigantire è «anche un modo per differenziare il lavoro di uno stilista e la natura di un brand. I social ci hanno allenato a far scorrere tra le dita migliaia di immagini: cambia tutto se l'occhio ferma la mano perché ha riconosciuto, fra infiniti altri, un Louis Vuitton per i suoi elementi over. Un capo della collezione si distingue subito, proprio per i dettagli enfatizzati».
C'è un'ulteriore considerazione. La moda è sempre stata un barometro delle fluttuazioni economiche: nel 1926 George Taylor, economista all'Università della Pennsylvania, formulò l'Hemline Index, che potremmo tradurre come l'Indice dell'orlo, secondo cui la lunghezza delle gonne e dei vestiti delle donne segnalerebbe la direzione dei mercati finanziari. Così, se le Borse salgono, le gonne si accorciano; viceversa, quando le Borse affondano, gli orli si allungano. È verosimile che oggi gli accessori oversize rappresentino un parametro in linea con l'orlo. «Mettersi in mostra, esibendo per esempio maxi gioielli, è un modo per accentuare la propria presentabilità», spiega Laura Yiannakou, senior strategist per l'abbigliamento donna di WGSN, società di ricerca specializzata in tendenze. «È una strategia: per riprendere il controllo di se stessi, dei propri averi, per sentirsi appagati e a proprio agio».
Feeling good: due parole, e una dichiarazione di intenzioni, che sono diventate la prima scelta di Jeremy Scott. Come direttore creativo di Moschino ha risposto all'inflazione iniettando moltissima aria nella sua collezione. Ha cosparso i vestiti da vera signora di colletti, rever e perfino orli gonfiabili. Salvagenti e altri accessori da piscina si sono trasformati in eleganti cappelli technicolor e in decorazioni per pepli scherzosi, all'insegna di un twist irriverente. Il resto lo hanno fatto i flamingo in plastica rosa shocking, i braccioli-delfino e le ciambelle-tartaruga: risultato, un'iniezione di ironia e buon umore, un inno a guardare avanti. «In un periodo storico stressante e negativo, c'è bisogno di ottimismo», crede Scott. «Tutti parlano di inflazione e i prezzi di qualunque bene - dal cibo alla casa - aumentano all'inverosimile. Perciò sono partito con il guizzo di proposte che potessero sollevare il morale, un segno deciso di positività. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che succede intorno a noi, ma dobbiamo anche lasciare posto alla gioia». Nel segno di una moda che sia evasione, e che ci tenga a galla.
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