Dior investe in una manifattura di borse a Scandicci
La maison del gruppo Lvmh sta definendo l’acquisto di uno stabilimento di 7.500 metri quadrati di proprietà dell’azienda di mobili Savio Firmino
di Silvia Pieraccini
2' di lettura
Il distretto della pelletteria di Scandicci (Firenze) attira un nuovo, grande investimento di un marchio della galassia Lvmh, il più importante gruppo del lusso al mondo. Si tratta del brand francese Dior che – secondo quanto risulta al Sole 24 Ore - sta definendo l’acquisto di uno stabilimento di 7.500 metri quadrati di proprietà dell’azienda di mobili Savio Firmino, per trasformarlo in una manifattura di borse. L’operazione si annuncia come strategica, visto che a Scandicci le aree rimaste libere per attività produttive si contano ormai sulle dita di una mano, e visto che la pelletteria sta conquistando sempre maggior peso (e redditività) nei bilanci dei grandi marchi internazionali.
Scandicci capitale delle borse di lusso made in Italy
Dior possiede già una sede a Scandicci, che conta almeno 200 dipendenti impegnati nelle attività amministrative, prototipia e produzione di borse in pelli pregiate. L’espansione a poca distanza permetterà di ampliare la parte produttiva, e dunque di avere il controllo diretto di una fetta della filiera della pelletteria, in linea con quanto stanno facendo molti altri brand del lusso. Nel distretto di Scandicci-Pontassieve sono in via di progettazione o realizzazione i nuovi stabilimenti di borse Yves Saint Laurent (gruppo Kering), Vuitton (Lvmh) e Tod’s (famiglia Della Valle), mentre Balenciaga (Kering) si è insediato (e ora sta completando la seconda fase dello stabilimento) a Cerreto Guidi, sempre nella Città metropolitana di Firenze, e Givenchy (Lvmh) ha aperto a Bagno a Ripoli al posto di Fendi, che ha costruito lì vicino una manifattura da 30mila metri quadrati inaugurata nell’ottobre scorso. Il distretto toscano della pelletteria è diventato ormai la capitale delle borse made in Italy e l’area in cui si concentrano i ’saperi’ del settore. Resta forte il problema della mancanza di personale e della formazione di figure specializzate: tutti i grandi brand che hanno aperto fabbriche negli ultimi anni hanno dato vita ad Academy interne, per formare direttamente i giovani affiancando loro pellettieri d’esperienza.
Nel 2022 l’acquisto della pisana Art Lab
Dior aveva già investito alla fine dell’anno scorso nella catena di fornitura in Toscana, sempre nella filiera pelle. La maison francese si è assicurata l’azienda Art Lab srl del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno (Pisa), specializzata nelle stampe digitali e nelle rifinizioni manuali su pelle per i grandi brand della moda. Art Lab (9,6 milioni di fatturato 2021), fondata alla fine degli anni ’80 dall’imprenditore Marcello Tatoni, è stata la prima azienda a sperimentare tecniche innovative e trattamenti originali per le pelli di borse e scarpe, attraverso aerografi, tamponature, inkjet. Oggi è uno dei nomi d’eccellenza nel segmento delle lavorazioni speciali, guardato con sempre maggiore interesse dai grandi brand per la capacità di conferire valore aggiunto e unicità ai prodotti-moda. La sua ricchezza sta soprattutto nelle competenze, in quella creatività da laboratorio artistico che Dior ha deciso di non lasciarsi scappare in un momento in cui le catene di fornitura stanno diventando sempre più importanti, per la difficoltà globale nel reperire materie prime, semilavorati e forza lavoro.
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