Dipendenti pubblici, tutti a casa tranne il minimo indispensabile. Stop ai concorsi
A decidere i casi dovranno essere i dirigenti, che per il loro ruolo di coordinamento dovranno anche assicurare la loro presenza in via prioritaria rispetto agli altri dipendenti pubblici
di Gianni Trovati
2' di lettura
Stop fino al 3 aprile 2020 per i concorsi pubblici, tranne quelli in sanità e quelli che si svolgono con la sola valutazione dei titoli. E lavoro agile per tutti, sempre con l'eccezione della sanità e delle presenze indispensabili per garantire i servizi minimi. A decidere i casi dovranno essere i dirigenti, che per il loro ruolo di coordinamento dovranno anche assicurare la loro presenza in via prioritaria rispetto agli altri dipendenti pubblici.
Smart working innanzitutto
A poche ore dal decreto di Palazzo Chigi che prova a blindare l'Italia, e con lei l'amministrazione pubblica, arriva la nuova direttiva di Palazzo Vidoni per illustrare le nuove regole. Il principio indicato dal decreto firmato dal premier Conte è chiaro quanto ambizioso. Per i tre milioni di dipendenti pubblici il lavoro a distanza è la regola, e la presenza fisica diventa l'eccezione.
Questa rivoluzione copernicana esclude ovviamente la sanità, le forze di sicurezza e quelle attività che non possono essere svolte da casa. In questo caso, il compito dei dirigenti è garantire la funzionalità dei servizi essenziali, limitando al minimo le presenze, anche con forme di turnazione fra i dipendenti. Per gli altri smart working semplificato, anche a prescindere dagli accordi individuali e dagli obblighi procedurali previsti dalla legge (nello specifico, la 81 del 2017). Tutti a casa, insomma, in tutti i contesti possibili, anche lavorando con il proprio pc nei casi (non numerosi) in cui le infrastrutture telematiche dell'amministrazione lo permettano. E per chi fa lavori che non possono essere svolti a distanza, turni a squadre ridotte e utilizzo ampio di permessi, congedi e ferie.
Riunioni in presenza solo se indispensabili
Gli stessi principi guida valgono per tutto il resto dell'attività nelle Pa. Stop alle riunioni fisiche, tranne quando sono giudicate assolutamente indispensabili e si possono svolgere in contesti che assicurino la distanza di sicurezza tra i partecipanti. E stop anche a viaggi e missioni, in Italia o all'estero, tranne i casi che saranno indicati espressamente di volta in volta dal vertice politico o amministrativo.
Per approfondire:
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