Diritti di immagine: la battaglia di Ibra contro Fifa21 e sindacato e tutti i nodi giuridici
Zlatan Ibrahimovic ha tuonato contro FIFA 21 sostenendo che da anni la EA Sports Fifa utilizzerebbe la sua immagine a scopo di lucro senza alcuna licenza, disconoscendo il ruolo del sindacato
di Marco Bellinazzo
4' di lettura
E se nell’universo dei videogiochi ovvero degli eSports scoppiasse la guerra dei diritti di immagine? Al centro della querelle nelle ultime ore ci sono Zlatan Ibrahimovic con il suo procuratore, il Milan e la EA che produce un diffusissimo game sul mondo del calcio. Ad accendere la miccia è stato proprio il fuoriclasse del club rossonero che via social ha tuonato contro Fifa 21, sostenendo che danni anni la EA Sports Fifa utilizzerebbe la sua immagine e il suo nome a scopo di lucro ma senza aver ottenuto, nè pagato, alcuna licenza. La soluzione al dilemma sollevata dal calciatore svedese è chiaramente di natura giuridica e dipende dalle clausole previste nel suo contratto con il Milan o in quelle relative all’adesione (o meno) al sindacato mondiale dei calciatori.
Le precisazion di Mino Raiola
«Il Milan non ha i diritti d’immagine di Zlatan e FIFPro non li possiede. Zlatan non è nemmeno un membro di FIFPro, quindi da chi hanno acquistato i diritti di immagine? Diranno di aver acquistato i diritti di immagine collettivi e di poter utilizzare il logo del club, ma non sono i giocatori», ha spiegato Mino Raiola che assiste da sempre Ibra.«La soluzione – spiega l’agente – è che l'intero sistema sia rivisto e le persone rispettino i diritti del giocatore e questo denaro non può andare a FIFPro e a FIFA in questo modo, sono gli unici a beneficiarne. Cosa sta facendo FIFA per i giocatori? Niente; zero. Non stiamo parlando di 500.000 euro qui. Stiamo parlando di 15 anni, 20 anni di sviluppo di questo gioco che ora vale miliardi. Sono soldi importanti per i giocatori». Raiola in una lunga intervista al Telegraph ha spiegato che oltre 300 giocatori – oltre a Ibrahimovic e Bale – sarebbero pronti a unirsi a questa battaglia e a prendere in considerazione un’azione legale per l'uso delle loro immagini nel popolare videogioco FIFA.
La posizione di Ibra
Zlatan Ibrahimovic ha riferito di voler “indagare” sulla questione.«Chi ha dato a Fifa di EA Sport il permesso di usare il mio nome e il mio volto? La FIFPro? Non sapevo di esserne membro e, nel caso lo fossi, mi avranno inserito con qualche strategemma e senza il mio consenso. Sicuramente non ho mai concesso a Fifa e FIFPro il permesso di fare soldi usandomi.Qualcuno ha fatto soldi per anni usando il mio nome e il mio volto senza che ci fosse alcun accordo. È arrivato il momento di fare qualche indagine». Queste per essere precisi le accuse affidare ai social.
La reazione di Ea
Electronic Arts che in sinergia con Fifa produce da anni il videogioco di calcio leader nel mondo ha risposto per le rime: «Per creare un’esperienza autentica, anno dopo anno lavoriamo con numerosi campionati, squadre e talenti individuali per garantire i diritti di somiglianza dei giocatori che includiamo. Uno di questi è un rapporto di lunga data con il rappresentante globale dei calciatori professionisti, FIFPro, che collabora con una serie di licenziatari per negoziare accordi a vantaggio dei giocatori e dei loro sindacati». Dunque Ea lavora in accordo con FIFPro (lo stesso accade, per intendersi, con le figurine Panini prodotte in Italia in base a un accordo con il l’Aic, il sindacato italiano dei calciatori) per usare nomi e fattezze dei giocatori sula base di una licenza concessa da questi ultimi. Ea ha aggiunto: «Mino Raiola è un rispettato manager sportivo con cui collaboriamo da molti anni, incluso quello in corso, quando la nostra collaborazione ha fatto in modo che il suo cliente Erling Haaland facesse parte della nostra campagna di marketing FIFA 21. Abbiamo anche goduto di un’ottima collaborazione professionale con Zlatan Ibrahimović, che è apparso in ogni FIFA dal 2002 e ha ricevuto regolarmente premi come componente della nostra modalità FUT. La società di eSports di Gareth Bale Ellevens utilizza inoltre il nostro gioco FIFA come piattaforma chiave per i suoi atleti professionisti di eSport e siamo fiduciosi che Gareth e il suo team vedano un valore significativo nella nostra partnership, come evidenziato da questo contenuto rilasciato di recente».
La precisazione di FIFPRO
«Alla luce dei recenti resoconti dei media - ha chiarito in una nota il sindacato mondiale dei calciatori - FIFPRO desidera chiarire il modo in cui ottiene i diritti di immagine dei giocatori e il suo ruolo nella difesa dei diritti del lavoro dei calciatori professionisti in tutto il mondo. FIFPRO, un’organizzazione senza scopo di lucro, acquisisce i diritti di immagine tramite i sindacati dei giocatori in quasi 60 paesi. Questi diritti sono messi a disposizione di Electronic Arts e di altri clienti nel settore dei videogiochi. Il rapporto della FIFPRO con le società di videogiochi integra accordi separati che queste concordano direttamente con club, leghe, organi direttivi e singoli giocatori. Le unioni sindacali membri della FIFPRO decidono come utilizzare al meglio le entrate generate, distribuendo i fondi direttamente tra i giocatori o fornendo servizi in natura come consulenza legale, pianificazione della seconda carriera e assistenza mentale e fisica. FIFPro si sta mettendo in contatto con i giocatori e la loro rappresentanza che ha recentemente sollevato dubbi, in modo da rispondere alle loro domande. Mentre la pandemia COVID-19 sta colpendo duramente l'industria del calcio, siamo orgogliosi dei nostri sindacati membri per aver sostenuto decine di migliaia di calciatori in tutto il mondo».
I diritti di immagine
Il diritto di immagine è personale e disponibile. Questo significa che ogni calciatore ne può disporre come crede. Questo diritto copre non solo il volto, la voce e il nome, ma anche quei tratti caratteristici che rendono nota una certa identità al pubblico. Si pensi alle treccine di Gullit, la cresta di Hamsik o perfino le esultanze di taluni giocatori. Ora per poterli sfruttare individualmente ci deve essere una esplicita cessione di questi diritti al club ovvero al sindacato nell’ambito di accordi collettivi. La riproduzione del nome e delle fattezze fisiche di un atleta possono essere oggetto di accordi personali ovvero sindacali. Così come una squadra può concedere o negare l’uso dei suoi diritti di immagine (nome e colori sociali). Alcuni club ad esempio sono presenti con la propria immagine in alcuni videogiochi e non in altri. Nel caso del diritto individuale all’immagine di Ibra è dunque possibile che non sussistano esplicite cessioni di questo diritto nè al club, nè al sindacato mondiale. Cosa che esporrebbe chiunque li avesse usati per fini di lucro in assenza di licenza a cospicui risarcimenti.
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