Diritto d’autore, boom mondiale: vale 12,1 miliardi. Italia resta sesto mercato
Tornano gli spettacoli dal vivo, prosegue l’avanzata del digital, l’audiovisivo è da record. E adesso la sfida diventa l’intelligenza artificiale
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La pandemia è definitivamente alle spalle, almeno dal punto di vista della ripresa delle attività che hanno a che fare con il diritto d’autore: nel 2022 il giro d’affari mondiale di settore sale infatti a quota 12,1 miliardi di euro, per un incremento di addirittura il 26,7 per cento sull’anno precedente. C’è un boom del live (+69,6%) che si attesta a quota 2,68 miliardi, ma accelerano forte (+33,5%) anche le attività legate al digitale, del valore di 4,2 miliardi, e quelle di broadcasting (+11%) che si attestano sui 4 miliardi. Sono numeri che escono dal rapporto annuale di Cisac, confederazione internazionale delle società di autori ed editori che, come di consueto, mette sotto la lente le dinamiche economiche riguardanti il copyright.
Italia sesta potenza mondiale
L’Italia - dove il settore vede la solida leadership dell’ex monopolista Siae ma anche nuovi soggetti di natura privata come Soundreef - si conferma sesto mercato mondiale del diritto d’autore con 568 milioni di raccolta, in crescita del 38% sull’anno precedente ma ancora lontana dai livelli pre-pandemici (il confronto con il 2019 segna -6,2%). Davanti a noi Usa (2,6 miliardi di raccolta), Francia (1,6 miliardi), Regno Unito (1 miliardo), Germania (964 milioni) e Giappone (849 milioni). Tra i paesi nelle prime dieci posizioni siamo gli unici a non aver ancora recuperato il gap con il 2019. Ma è interessante andare a vedere anche la raccolta di diritto d’autore pro capite e il contributo al Pil. A livello globale, infatti, nel 2022 si sono raccolti in media un euro e 50 pro capite con un contributo particolarmente alto nella prima della classe Svizzera (27 euro a cittadino). L’Italia è 14esima in quanto a raccolta pro capite di diritto d’autore con un «contributo» di 9,65 euro. Qui da noi il diritto d’autore vale lo 0,030% del Pil. Siamo sopra la media globale (0,011%), ma in decima posizione nella classifica generale guidata dalla Francia con un contributo al Prodotto interno lordo dello 0,064 per cento.
Il traino della musica
La musica resta il settore centrale del business globale con una raccolta da 10,8 miliardi, in crescita del 28% sull’anno precedente. Il risultato è figlio della crescita sostenuta dei ricavi digitali (+33,5%) e ovviamente della rinascita dei ricavi da spettacoli dal vivo dopo il Covid (+68,2%), mentre tiene il segmento radiotelevisivo (+4,5%). Qui l’Italia, in sesta posizione di una classifica guidata sempre dagli Stati Uniti, «vale» 448 milioni e segna un +45,6% sull’anno precedente.
Record di sempre per l’audiovisivo
Il diritto d’autore dell’audiovisivo cresce dell’11% e raggiunge un giro d’affari da 646 milioni che è il record di sempre. Le trasmissioni radio e tv sono sostanzialmente la principale fonte di ricavi, con oltre due terzi degli incassi e una crescita dell’8,3% anno su anno. Qui l’Italia è terza dopo Francia e Svizzera, in virtù di una raccolta da 49 milioni, in calo del 5% sul 2021. Le arti visive pesano 220 milioni (+12,8%) e qui il Bel Paese è settimo con 11 milioni di raccolta (+13,4%). I repertori letterari raccolgono 207 milioni (+5,3%) e l’Italia è ancora una volta settima con 8,8 milioni di raccolta (+50,2%). Il teatro muove 169 milioni con l’Italia seconda alle spalle della Francia, in virtù di una raccolta da 51 milioni (+4%).
«I risultati di quest’anno», commenta Björn Ulvaeus, cantante e chitarrista degli Abba nonché presidente di Cisac, «dimostrano che il sistema di gestione collettiva, nonostante le enormi sfide che deve affrontare per adattarsi al digitale, è ancora solido ed efficace. E questa è una buona notizia, perché, dopo il Covid e la stretta economica, ora ci troviamo di fronte a un’altra sfida molto seria ed esistenziale: quella dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale cambierà radicalmente il mondo per i creator e l’industria creativa. Richiede una leadership internazionale e un forte fronte unito da parte di tutti i settori dell’industria creativa». Se non altro, sarà affrontata partendo da solide basi economiche.
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