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Distanziamento nei ristoranti: il business delle barriere divisorie

In plexiglass, in vetro, personalizzabili, green o usa e getta. Ecco cosa offre il mercato dei complementi d’arredo in gran fermento

di Luisanna Benfatto

Il parafiato artistico in vetro by Progetto Arte Poli

3' di lettura

I ristoranti sono pronti a ripartire anche se le casse sono vuote e le prospettive, al momento, poco rosee. Secondo i dati riportati dal documento tecnico sulle “ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 per la ristorazione” si stima una perdita di fatturato di oltre il 30% per il 57% dei ristoratori e tra il 10%-30% per tre imprenditori su dieci.

Se non si vuole posticipare l’apertura ci sono diverse misure da mettere in atto prima di accogliere i clienti. Tra le più dibattute quella che riguarda la rimodulazione del layout dei tavoli e dei posti a sedere, che deve garantire «il distanziamento fra i tavoli non inferiore a 2 metri e garantendo comunque tra i clienti durante il pasto (che necessariamente avviene senza mascherina), una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets e per contatto tra persone».

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In ogni caso, si legge nel documento, va definito un limite massimo di capienza predeterminato, prevedendo uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie.

I separatori Caimi

Il mercato dei separatori offre diverse soluzioni modulate per tutte le necessità e a diverse fasce di prezzo. Le più semplici in plexiglass trasparente, da utilizzare alla cassa e fortemente consigliata dal documento Inail – «è opportuno privilegiare i pagamenti elettronici con contactless e possibilità di barriere separatorie nella zona cassa» – sono disponibili anche da Leroy Merlin a un costo di 35 euro circa.

Per chi invece è alla ricerca di altri sistemi Caimi Brevetti di Nova Milanese ha ideato una serie di progetti modulabili, schermi a terra che dividono i tavoli, che rispondono alle nuove esigenze di sicurezza e distanziamento sociale in uffici e luoghi pubblici dal nome inequivocabile Caimi Safe Design.

Progetto low cost Belca

Diverso invece il progetto di Belca, azienda di Carate Brianza che produce complementi di arredo per mense scolastiche ed aziendali e arredo di bar, ristoranti e self service. Belca ha brevettato il sistema Luce cioè un pannello protettivo divisorio per tavoli. Un semplice telaio di acciaio che viene rivestito da una barriera protettiva monouso di polietilene per alimenti che non ha bisogno di essere sanificata ogni volta perchè e usa e getta (30 euro circa a telaio con 5 sacchetti).

i moduli di design di Tosca Design e Opaca Lab

Per chi invece è alla ricerca di moduli che guardano sia all’estetica che alla funzionalità c’è la Collection C.19-Wall for life progettati con lo studio milanese Opaca Lab fondato da Davide Bozzini, e nati dall'idea dello studio padovano Tosca Design, di Nicola Tonin. Si tratta di barriere colorate, da terra e da banco, che permettono di ottimizzare gli spazi e che potranno essere riutilizzate,una volta passata l'emergenza, come paraventi, divisori per creare zone riservate o elementi decorativi nelle vetrine.

Il pannello in vetro e oro di Arte Poli

Oltre al plexiglass ci sono anche parafiato in vetro temperato come quelli semplici proposti dallo Prosalus della Provex di Bolzano. Oppure separé in vetro, trasparente e infrangibile, personalizzabili con foglie d’oro, argento, vetro soffiato proposti dall’atelier Arte Poli di Verona. Progetti d’arte che si prestano anche a un riutilizzo successivo che però hanno altri prezzi: il divisorio da tavolo che misura 50 x 40 cm costa 200 euro.

Le barriere verdi di Giorgio Tesi Group

Distanziatori green per esterni
C’è anche ci propone una versione verde che si adatta gli spazi aperti come Giorgio Tesi Group, azienda vivaistica di Pistoia leader in Europa per produzione di piante ornamentali, dimensione e superficie coltivata, che ha lanciato l'idea dei “distanziatori green”. Piante rampicanti, spalliere fiorite, arbusti fruttiferi personalizzabili per altezza, dimensione e condizioni ambientali, adattabili anche alle nuove esigenze anticontagio nei dehor dei ristoranti e negli stabilimenti balneari. Vengono utilizzati bambù, vite, cipresso, lauro, pitosforo, oleandro, cespugli di more ma anche gelsomino, passiflora e bouganville, resistenti a temperature elevate, vicinanza al mare e carenza d'acqua. Il concept è già stato adottato in alcuni stabilimenti in Versilia, in Costa Azzurra e Provenza. Il costo, riferisce l’azienda, varia per dimensione e pianta utilizzata ma è in linea con i prezzi richiesti per i divisori in plexiglass (circa 200 euro):” Si tratta però di un investimento ben diverso, sostenibile, a lungo termine”.



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