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Distretti agroalimentari: bene l’ortofrutta del sud, frena la nocciola piemontese

Secondo il Monitor di Intesa San Paolo la crescita rallenta e si ferma a un risultato tendenziale del +2,2%

di Silvia Marzialetti

(Andreas Fischer - stock.adobe.com)

2' di lettura

Nei primi nove mesi del 2022 la filiera dei distretti agricoli rallenta la sua corsa rispetto al primo semestre e si ferma a un risultato tendenziale del +2,2%. Tuttavia nel periodo gennaio-settembre le esportazioni complessive sono aumentate a valori correnti del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, arrivando a sfiorare i 19 miliardi di euro. Lo si apprende dall’ultimo Monitor sui distretti agroalimentari pubblicato da Intesa San Paolo.

Tra gli agricoli, il distretto più performante si è rivelato quello dell'Ortofrutta barese, che cresce di oltre 144 milioni (+42,5%) realizzati con l’export verso Algeria e Tunisia. Positiva anche l'evoluzione della Piana del Sele (25 milioni di incremento, +11,5%).
In contrazione, invece, il distretto della Nocciola e frutta piemontese, che arretra di oltre 62 milioni (-19,6%), soprattutto nell’export verso Germania (-28,3%) e Francia (-33,2%).

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Perdono quote anche le mele del Trentino (-23 milioni, -24,9%), in particolare nell’export verso Spagna (-38,4%), Egitto (-31%) e Germania (-38,4%). Quest’ultimo Paese si conferma invece primo acquirente per tutti gli altri distretti agroalimentari monitorati da Intesa San Paolo, con un totale di 3,4 miliardi (+8,6%), davanti a Usa e Francia: in Germania crescono le vendite di vini, pasta e dolci e conserve, che in generale registrano un avanzamento di 380 milioni di euro.

Su tutti spicca Conserve di Nocera, principale distretto della filiera, che oltre a sfondare sul mercato tedesco (+32,3%) recupera le vendite verso il Regno unito (+12,7%), dopo il calo del 2021.Sui mercati esteri prosegue anche la corsa dei distretti del caffè (+21).

Si distingue, in particolare, il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinese, per il quale il calo sul mercato russo (-32 milioni equivalente al -74%) è ampiamente compensato dai progressi in quelli tedesco (+38 milioni; +26,9%), francese (+33 milioni; +37,5%) e britannico (+10 milioni; +31,2%). Bene anche il Caffè di Trieste (+20,8%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+18,2%).

Si rafforza anche il distretto dell'Ittico del Polesine e del Veneziano (+6,8% tendenziale nei primi mesi del 2022), lasciandosi definitivamente alle spalle la crisi pandemica (+5,7% rispetto allo stesso periodo del 2019).

In generale nei primi nove mesi 2022 le esportazioni complessive dei distretti agroalimentari italiani sono aumentate a valori correnti del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, arrivando a sfiorare i 19 miliardi di euro. Il dato si pone in continuità con il trend di crescita del totale delle esportazioni agro-alimentari nazionali (+16,7% nei primi nove mesi del 2022), di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori esportati.

Trainante, in particolare, il comparto delle industrie alimentari e delle bevande, cresciuto del 19% nel periodo gennaio-settembre 2022, a fronte di un indice dei prezzi sui mercati esteri che, nello stesso periodo, ha registrato una crescita del 10,5%.I distretti del vino si confermano prima filiera per valori esportati, con oltre 4,9 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2022 (+11,7% tendenziale) e un incremento di 515 milioni rispetto allo stesso periodo del 2021.

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