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Distretti in frenata dopo oltre due anni: pesa lo stop tedesco

Monitor Intesa Sanpaolo. Export in calo del 2,1% nel secondo trimestre.La meccanica non basta per arginare il calo. La star è l’Emilia-Romagna

di Luca Orlando

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3' di lettura

Settantanove distretti in crescita, altrettanti in discesa. Già partendo da qui, da un primo dato di sintesi, è possibile intercettare il cambiamento, con le aree ad alta specializzazione manifatturiera a subire gli effetti del rallentamento della domanda internazionale. Svolta non banale quella visibile nel monitor di Intesa Sanpaolo sui distretti, che nei risultati del periodo aprile-maggio indica un calo delle vendite internazionali del 2,1%, prima battuta d’arresto dopo ben nove trimestri consecutivi in progresso.

Esito di più fattori: da un lato la frenata della domanda mondiale, a partire dal nostro primo mercato estero di sbocco, la Germania. E poi il rientro dei picchi di prezzo di alcuni comparti, come la metallurgia, calo a doppia cifra legato alla discesa dell’energia che abbatte i valori globali delle vendite.

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Dopo un 2022 scintillante, che aveva portato il valore totale per la prima volta oltre i 150 miliardi, il calo di due punti del secondo trimestre porta i dati dei primi sei mesi a 78 miliardi, solo un “avanti adagio” rispetto all’anno precedente, un guadagno di 1,7 miliardi.

Bilancio sostenuto in particolare dai distretti della meccanica dell’Emilia-Romagna: macchine per l’imballaggio di Bologna, meccatronica di Reggio Emilia, macchine agricole di Reggio Emilia e Modena, Food machinery di Parma sono infatti ai vertici per export aggiuntivo di periodo, distretti in grado di aggiungere nel semestre quasi un miliardo rispetto alle vendite dell’anno precedente.

In generale è la meccanica a fare da traino al sistema, con ben sette distretti di questo comparto piazzati nei primi dieci posti in classifica, con le uniche eccezioni della top ten rappresentate dal primo posto dell’occhialeria di Belluno, dal tessile di Biella, dall’alimentare di Parma.

Spicca, in particolare, la performance dei distretti emiliano-romagnoli, in grado nel trimestre di far registrare il maggior aumento in valore delle esportazioni (+186 milioni di euro). Seguono a distanza il Piemonte (+111 milioni) e la Campania (+60 milioni). Emilia-Romagna che oltre che sulla meccanica ha potuto contare anche sull’ortofrutta: nonostante l’alluvione il distretto ha infatti continuato a crescere sui mercati esteri a conferma dell’elevata reattività di questo territorio, che probabilmente ha cercato di accelerare il processo di smaltimento di quanto accumulato nei magazzini nel tentativo di ridurre le perdite.

In termini geografici, nei primi sei mesi dell’anno la Francia è il mercato che più di tutti ha contribuito alla crescita delle esportazioni distrettuali (+654 milioni), risultato spiegato in particolare dai flussi attivati con le grandi maison della moda. Un contributo importante è poi venuto dalle esportazioni distrettuali di meccanica (+12,1%) e alimentari e bevande (+12,3%). Vanno poi segnalate le ottime performance ottenute dai distretti in alcuni mercati ad alto potenziale come gli Emirati Arabi Uniti (+11,4%), Hong Kong (+12,7%) e Messico (+13,1%).

Si è invece quasi del tutto annullato il sostegno del principale mercato di sbocco dei distretti, la Germania, dove la crescita dell’esportazioni di meccanica e alimentari e bevande è stata vanificata dagli arretramenti della filiera dei metalli e dei prodotti e materiali da costruzioni. Viene meno anche contributo offerto dagli Stati Uniti, il mercato più brillante per i distretti nel 2022. Ha pesato l’inversione di tendenza subita dalle vendite di beni di consumo, non compensata dall’ulteriore crescita dell’export di meccanica.

Anche nei prossimi mesi - spiegano gli analisti - la dinamica dell’export dei distretti non mostrerà la stessa brillantezza osservata nel 2021 e nel 2022. Nessun crollo in vista, tuttavia, perché l’alta competitività raggiunta negli ultimi anni consentirà comunque alle aree distrettuali di mantenersi vicine ai livelli record dello scorso anno. L’atteso rientro dell’inflazione e il ritorno alla crescita di alcuni importanti sbocchi commerciali come la Germania - si legge nelle conclusioni - consentiranno alle esportazioni dei distretti di ritornare su un buon trend di crescita nel corso del 2024.

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