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Distributori automatici, così l’avatar del barista prepara la pausa caffè

Il colosso Rhea produce 60mila macchine all’anno: utilizza machine learning per offrire sempre più soluzioni a misura di cliente

di Giampaolo Colletti

2' di lettura

«Il futuro è di chi ha un grande passato», recita una campagna pubblicitaria di successo legata all’Alfa Romeo Giulietta Sprint, versione rivisitata della prima e storica vettura esposta al museo dell’Alfa Romeo nell’ex stabilimento produttivo di Arese. Anche questo messaggio c’entra eccome con Rhea, eccellenza italiana impegnata nella realizzazione di distributori automatici e diventata primo produttore nostrano di macchine per bevande calde, fredde e snack.

Un colosso del made in Italy oggi presente nel mondo. Siamo a Caronno Pertusella ma da questo distretto hi-tech del manifatturiero facciamo un giro del mondo. Perché Rhea oggi esporta ovunque macchine automatiche per il caffè. La produzione è interamente in Italia, ma con filiali aperte in 11 Paesi. Oggi l’azienda produce ben 60mila macchine all’anno e conta 450 dipendenti. Tutto inizia nel 1960 quando la fonderia Majer, che forniva Alfa Romeo, Vespa ed Olivetti, costruisce da zero il primo distributore di palline di chewing-gum, icona americaneggiante che segna gli anni del boom economico. Da lì in poi ecco quella sana ossessione di andare oltre, sperimentando nuovi prodotti, servizi, canali di relazione per pubblici in evoluzione. «Per noi caffè è sinonimo di ospitalità perché da oltre sessant’anni realizziamo soluzioni utilizzando l’automazione . La nostra missione è offrire la migliore esperienza possibile nel momento della pausa caffè: siamo costantemente impegnati nella sperimentazione di nuove soluzioni per accrescerne la qualità e la multisensorialità», afferma Andrea Pozzolini, Ceo di Rhea. Così tecnologia e design diventano elementi strettamente integrati tra loro: oggi una delle storiche macchine Rhea – disegnata negli anni ’70 – è esposta al Museum of Modern Art di New York. Ma c’è di più. La sperimentazione ha aperto le porte alla collaborazione con i più importanti designer: negli ultimi anni l’azienda ha realizzato le macchine con il supporto creativo di Davide Livermore, Carlo Ratti, Simona Ghizzoni. Intanto si moltiplicano le collaborazioni per ampliare l’offerta di bevande e di food erogabili dalle macchine automatiche. Ricerca nel segno della misurabilità dell’impatto ambientale: l’azienda dispone di un brevetto proprietario su un sistema ad induzione per il riscaldamento dell’acqua: un modo per permettere un risparmio energetico di oltre il 70% rispetto al sistema tradizionale. «L’innovazione ci ha spinto a personalizzare l’offerta, a puntare su macchine all’avanguardia qualitativa», precisa Pozzolini. Un’attenzione al dettaglio che richiama il lavoro artigiano, unita ad un uso spinto delle ultime tecnologie immersive. Nascono così le sperimentazioni legate all’adozione di intelligenza artificiale ed in particolare del machine learning, che consentono di costruire soluzioni su misura per i clienti. Intanto le ultime macchine includono schermi che diventano canali di intrattenimento: si guarda all’arredo dei nuovi spazi di lavoro, alle smart city evolute, alle boutique della moda e ai contesti residenziali moderni.

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