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I dividendi Usa torneranno ai livelli record del 2019 solo tra nove anni

Jamie Dimon valuta lo stop ai dividendi per JPMorgan. I prezzi dei contratti future del S&P 500 indicano la ripresa delle cedole nel 2028

di Riccardo Barlaam

(AFP)

4' di lettura

«Una brutta recessione» che riporta echi sinistri «simili alla crisi finanziaria del 2008». Jamie Dimon, il numero uno di JPMorgan, nella lettera annuale agli azionisti si sofferma sulle conseguenze del coronavirus. La più importante tra banche americane «non sarà immune dallo stress» di questo difficile periodo secondo il ceo e presidente che la guida dal 2006.

Stop ai dividendi
Dimon mette le mani avanti sulle prospettive: JPMorgan potrebbe decidere, per la prima volta nella sua storia, di sospendere la distribuzione dei dividendi agli azionisti, se si verificheranno «condizioni estremamente avverse» - come sta già avvenendo - per la prima economia mondiale. In due settimane il Covid-19 ha fatto evaporare tre anni di crescita economica della presidenza Trump. Dieci milioni di disoccupati in marzo. E un calo un calo del Pil del 34% nel secondo trimestre, secondo Goldman Sachs.

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Yellen: Pil in calo oltre il 30%
L’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen sostiene che l'attuale disoccupazione «potrebbe essere del 13% mentre la crescita economica è in calo del 30% o più». Yellen ha espresso dubbi sulla possibilità di un recupero rapido. La situazione attuale è un «colpo enorme, senza precedenti, devastante», sebbene secondo l'ex governatrice centrale non rientri nella stessa categoria della Grande Depressione.

Intervento al cuore
Dimon, 64 anni, è appena rientrato in JPMorgan dopo un delicato intervento cardiologico il mese scorso, in un momento estremamente complicato per il settore del credito: dopo essere state responsabili degli eccessi che hanno portato alla crisi subprime nel 2008 e salvate dallo Stato, le banche vengono ora invitate a sostenere milioni di persone e imprese in crisi di liquidità, per evitare il rischio fallimento e povertà.

Banche vulnerabili
Secondo il potente numero uno della più importante banca mondiale per market cap, il settore bancario nonostante la ripresa e la capitalizzazione degli ultimi anni ha delle potenziali vulnerabilità se l'economia non ripartirà entro fine anno. JPMorgan ha registrato un incremento sostenuto dei dividendi pagati agli azionisti, che hanno raggiunto un payout trimestrale di 90 centesimi per azione.

4000 filiali aperte
Nonostante la pandemia e il lockdown dell’economia americana JPMorgan, ha detto Dimon, sta tenendo aperte 4000 flilali nel paese e «una larga maggioranza» degli sportelli Atm (bancomat) continuano a essere riforniti di denaro. Ma ci sono diverse complessità nelle attività ordinarie. I call center sono a mezzo servizio, perché molti sono stati costretti alla chiusura in vari stati americani, con lunghi tempi di attesa, ha detto Dimon.

Sospesi i mutui
La big bank Usa, oltre a partecipare ai piani di sostegno governativi alle Pmi, ha deciso 90 giorni di sospensione per le rate dei mutui immobiliari e per l'auto, e ha spostato in avanti la scadenza dei fee sulle carte di credito.
500 miliardi in cassa L'ultimo stress test della Fed su JPMorgan indica che anche «in uno scenario estremamente sfavorevole» l'istituto potrebbe concedere prestiti addizionali per 150 miliardi per i clienti, ha detto Dimon. La banca newyorchese ha 500 miliardi di liquidità e 300 miliardi disponibili per i prestiti secondo i dati Fed, ha aggiunto il suo presidente.

«Troppi vincoli normativi»
Se l'economia continuerà a peggiorare e le perdite sui prestiti aumenteranno, ha avvertito Dimon, le regole messe in atto dopo la crisi subprime potrebbero limitare le azioni della banca. «Man mano che ci avviciniamo allo scenario estremamente avverso, gli attuali vincoli normativi limiteranno le ulteriori azioni che possiamo intraprendere per aiutare i clienti», ha affermato Dimon «nonostante la straordinaria quantità di capitale e liquidità che potremmo distribuire».

L'America ce la farà
In ogni caso il celebre banchiere è convinto «che abbiamo le risorse per emergere da questa crisi come un paese ancora più forte. L'America è ancora la nazione più prospera che il mondo abbia mai visto».

Buyback sospesi
Le grandi banche americane hanno già sospeso i buyback, il riacquisto di azioni proprie, pari a circa 40 miliardi di dollari nel 2019. JPMorgan è la prima che parla di un possibile stop ai dividendi, come già annunciato da diverse grandi società americane in crisi di liquidità, Boeing tra tutte. E Il suo esempio potrebbe essere seguito dalle altre banche e aziende americane, impegnate in questo periodo a garantire il pagamento degli stipendi e la sopravvivenza stessa delle attività economiche in molti casi. Il “lockdown” dell'economia si fa sentire.

Dividendi record nel 2019
Nel 2019 le cedole staccate dalla Corporate America sono salite del 3,5% alla cifra record di 1.400 miliardi. Ma ci vorrà molto tempo per digerire i danni del coronavirus.

Nove anni per tornare agli stessi livelli
In base ai prezzi dei contratti future collegati al benchmark dei dividendi annuali delle società del S&P 500, ci vorranno nove anni per tornare al livello di dividendi pagati nel 2019, quasi 500 miliardi di dollari di dividendi, ovvero 56 dollari per azione. Nove anni per archiviare il Covid-19, paragonati ai tre anni necessari per riprendersi dalla crisi subprime. E ai 19 anni di ripresa dalla Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale, fino al 1949, secondo i dati compilati dall'economista Robert Shiller della Yale University.

Il quadro è totalmente cambiato
Solo un mese fa gli investitori scommettevano che l'S&P 500 avrebbe consegnato un record di 61 dollari per azione nei dividendi, ricorda BNY Mellon. Tale aspettativa ora ammonta a soli 40 dollari e rispecchia un calo del 27% dei corsi azionari statunitensi dal picco di febbraio.Nove anni per archiviare il Covid-19, paragonati ai tre anni necessari per riprendersi dalla crisi subprime. E ai 19 anni di ripresa dalla Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale, fino al 1949, secondo i dati compilati dall'economista Robert Shiller della Yale University.

Solo un mese fa gli investitori scommettevano che l'S&P 500 avrebbe consegnato un record di 61 $ per azione nei dividendi, ricorda BNY Mellon. Tale aspettativa ora ammonta a soli 40 $ e rispecchia un calo del 27% dei corsi azionari statunitensi dal picco di febbraio.

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