Dl voucher, ok Camera a decreto legge con 232 sì
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L’Aula della Camera ha approvato con voti 232 favorevoli e 52 contrari (68 gli astenuti) il decreto legge che abroga i voucher e ristabilisce la responsabilità solidale negli appalti. L’Aula ha respinto tutti gli emendamenti al testo. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato (scade il prossimo 16 maggio).
Tra i voti contrari figurano quelli di Civici innovatori e Sc-Ala. Tra i favorevoli quelli di Sinistra italiana e Mdp. I centristi di Ap che avevano espresso la propria contrarietà al provvedimento, hanno annunciato il proprio voto favorevole a seguito delle assicurazioni avute da Palazzo Chigi circa la prossima emanazione di nuove norme su strumenti alternativi ai buoni. Il M5S si è astenuto. Sugli stesi temi oggetto del provvedimento è tuttora fissato per il prossimo 28 maggio un referendum abrogativo.
Il decreto legge dispone, in particolare, la soppressione della disciplina del lavoro accessorio (attraverso l'abrogazione degli articoli da 48 a 50 delle norme del 'Jobs act'), prevedendo un regime transitorio per i buoni già richiesti fino al 17 marzo 2017 (data di entrata in vigore del decreto), i quali possono essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017. E si fa più chiara intanto la tempistica delle nuove misure allo studio del Governo per regolamentare il lavoro saltuario. La normativa alternativa, destinata «non a riciclare i voucher ma ad affrontare il problema» vedrà la luce «entro il 15 maggio», ha annunciato oggi il capogruppo di Ap-Ncd a Montecitorio, Maurizio Lupi, reduce da un incontro tra i centristi della maggioranza e il premier Gentiloni.
Decreto approvato senza modifiche
Se verranno rispettate le previsioni, la conversione in legge del decreto legge 25/2017 che abolisce l’uso dei tagliandi e ripristina la responsabilità solidale negli appalti si salderà idealmente al varo delle nuove misure in cantiere (con strumenti come i mini-jobs, buoni famiglia o lavoro a intermittenza), evitando vuoti normativi. In materia di appalti il decreto
modifica la disciplina in materia di responsabilità solidale tra committente e appaltatore in relazione ai trattamenti retributivi (comprensivi delle quote di trattamento di fine rapporto), ai contributi
previdenziali e ai premi assicurativi dovuti ai lavoratori subordinati in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto.
Le proposte di riforma di Ap-Ncd
Nella maggioranza, i primi a presentare una proposta di riforma dei voucher sono proprio i centristi, che oggi hanno illustrato i contenuti di un ddl ad hoc nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio incentratata sullo slogan «Non condanniamo al “nero” i lavoratori occasionali». La proposta - dal titolo “Ampliamento delle possibilità di utilizzo del lavoro intermittente, introduzione degli istituti del lavoro a orario ridotto e del lavoro occasionale” - prevede l’introduzione del lavoro intermittente a chiamata, attivabile in tutti i settori economici e senza limite di età, per un massimo di 400 giornate lavorative in tre anni. Le modalità del contratto prevedono che il lavorator comunichi la sua disponibilità all’impresa e quindi attenda la chiamata del datore di lavoro. Per tale disponibilità è prevista una indennità di attesa.
Mini contratti e buoni-famiglia
Il ddl messo in campo oggi dai centristi prevede anche la possibilità di ricorrere a mini contratti, ovvero contratti di lavoro a orario ridotto in tempi predeterminati, ovvero i tempi della prestazione lavorativa saranno concordati in anticipo tra lavoratore e datore con la possibilità di svolgersi in periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno . I mini contratti saranno utilizzabili per un massimo di 70 giornate o 500 ore lavorative in un anno. con un costo orario di 12 euro. Il reddito massimo consentito sarà di 7.500 euro, sul quale non è previsto il pagamento di Irpef. Infine, la proposta prevede l'istituzione di “buoni famiglia”; buoni orari da 12 euro (non cedibili, numerati progressivamente e datati) esenti da Irpef per pagare lavori occasionali presso famiglie e associazioni di volontariato. Anche in questo caso è previsto un tetto massimo annuale di 7.500 euro, con compenso massimo da singolo committente pari a 2mila euro.
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