Oltre il pret-à-porter

Dolce&Gabbana, flusso di energia creativa dalla couture alla nuova linea per la casa

Dal febbraio 2020 i due stilisti hanno spaziato dagli eventi in presenza a quelli digitali, dallo stile «spaziale» all'esclusività e artigianalità estrema dell'alta moda e sartoria, trovando il tempo per il debutto nella casa con 400 mobili e arredi

di Giulia Crivelli

Lampadario Barovier&Toso per la linea Dolce&Gabbana Casa

3' di lettura

tra le curiosità sulla natura che più hanno fatto presa sull’immaginario collettivo c’è quella che riguarda il bombo, versione arrotondata del calabrone: leggenda etologico-metropolitana vorrebbe che secondo le leggi della fisica questo insetto non potrebbe volare. Eppure lo fa e con discreta perizia, perché non sa di non essere in grado. Non è esattamente così, benché l’aneddoto sia stato attribuito ad Albert Einstein. Ma la storiella fa capire come l’applicazione di rigide regole, scientifiche o di altro tipo, tolga il piacere della meraviglia, dell’incredulità e dell’improvvisazione ragionata. A guardare tutto quello che hanno fatto Domenico Dolce e Stefano Gabbana dal febbraio 2020, si è tentati di pensare che ci siano riusciti proprio per un misto di coraggio, incoscienza, rifiuto di essere schiacciati dalle regole imposte dal virus.

In un certo senso è vero: i due stilisti e imprenditori non si sono mai fermati, volando, potremmo dire, tra un progetto e l’altro e nonostante la pandemia, sfruttando ogni momento in cui il Covid sembrava dare un po’ di tregua, per dare forma fisica ai loro progetti e usando il digitale quando necessario. Dalla sfilata della fashion week del febbraio dello scorso anno, ancora in presenza e con in prima fila la ricercatrice dell’Humanitas che Dolce&Gabbana aveva sostenuto proprio per studiare il Sars-Cov-2, ai quattro giorni di eventi che si sono tenuti a Venezia alla fine di agosto per alta moda, sartoria, gioielleria e orologeria, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno sfidato i limiti imposti dal virus. O meglio, hanno usato ogni energia creativa (ed economica) per non abbandonare lo sguardo sul futuro, che fa parte del Dna della moda e sicuramente della maison Dolce&Gabbana.

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Ecco spiegata l’apparente diversità dei progetti presentati, sorpresa dopo sorpresa: la collezione per l’autunno-inverno che sta per iniziare è nata (anche) dalla collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia di Genova e in passerella, accanto a modelle pronte per un viaggio spaziale molte glamour, hanno sfilato piccoli robot che piacerebbero molto a Elon Musk. L’ultima sorpresa in ordine di tempo è stata però la presentazione della prima linea casa a marchio Dolce&Gabbana, svelata proprio a Venezia e pochi giorni prima che a Milano iniziasse il SuperSalone. Una sorta di “mancata coincidenza” che dice molto di come è nato il progetto casa, quanto di più lontano da un modo (o un pretesto) per partecipare al FuoriSalone. Un evento che in passato ha visto l’apparizione, ma in forma di meteore, di minicollezioni di complementi d’arredo, creati da marchi della moda, che non hanno poi avuto seguito. La linea casa di Dolce&Gabbana – quattrocento pezzi solo per iniziare – è nata dalla collaborazione con Luxury Living per i mobili e dalla partnership con i grandi nomi del design per complementi, lampade, tessile e arredi per cucina. Un esordio che ha stupito chi ha assistito alla presentazione alla Scuola Grande della Misericordia di Venezia, ma anche l’ostico – per certi versi – mondo dell’arredo-design. Ha stupito per la serietà dell’investimento creativo, manifatturiero e artigianale.

Nulla vieta di stupirsi, ma allo stesso tempo, nulla avviene per caso: è quello che hanno voluto spiegare Domenico Dolce e Stefano Gabbana presentando in Laguna a oltre 500 ospiti arrivati da tutto il mondo (Cina esclusa) le loro creazioni più esclusive, a poche settimane dalla settimana della moda di Milano, dove sarà la volta del pret-à-porter donna.

«In tutti questi mesi abbiamo usato il digitale per quello che è: uno strumento – spiegano –. Ci siamo inventati minisfilate in streaming, capsule collection “see now buy now”, servizi per i clienti che compravano online ma avevano bisogno di un contatto personale, benché mediato dalla tecnologia, e di consigli o servizi post-vendita. Abbiamo allestito sfilate fisiche all’aperto nel luglio 2020 a Milano e due mesi dopo a Firenze, perché la situazione lo permetteva. Altre le abbiamo filmate, montate e rimontate per poi farle vedere sul nostro sito a un’audience globale: è accaduto per la collezione autunno-inverno nei negozi ora. Ma soprattutto – aggiungono – abbiamo capito che dopo quasi 40 anni di lavoro insieme possiamo sfruttare le nostre intuizioni, creative e non solo, senza paure, in totale libertà. Abbiamo costruito un mondo che continuiamo ad arricchire, una visione estetica alla quale si possono aggiungere tasselli, ma che resta coerente, ai nostri occhi e soprattutto agli occhi di chi vede da fuori, clienti di oggi e, speriamo, di domani».

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