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Dolcezze, cicloturismo e musica: Castelbuono punta all’Unesco

Il paese è in gara per entrare nella Rete di città creative dell’Unesco, nella categoria “gastronomia”, in rappresentanza della Sicilia

di Giuseppe Oddo

Innovativo. Il festival musicale Ypsigrock, a piazza Castello

3' di lettura

Il paese della «non più mitica ma farmaceutica manna», come scrisse di Castelbuono Leonardo Sciascia, è in gara per entrare nella Rete di città creative dell’Unesco, nella categoria “gastronomia”, in rappresentanza della Sicilia. Il dossier è al vaglio della Commissione nazionale presieduta da Franco Bernabè, che proporrà due candidature sulle quali l’ultima parola spetterà in novembre alla Commissione Unesco di Parigi. Ed è intorno alla manna, non quella biblica, ma quella da frassino, dalle molte qualità terapeutiche, che ruota uno dei sei progetti della domanda di candidatura. Fonte di economia fino agli anni Sessanta, la manna è stata riscoperta negli ultimi tre decenni, ma oggi è minacciata dai cambiamenti climatici: una sorte che la accomuna al dattero dell’oasi egiziana di Siwa, con la quale Castelbuono ha allo studio una collaborazione. L’obiettivo è mettere a punto una strategia di difesa e valorizzazione di due prodotti della cultura gastronomica mediterranea, finanziando una borsa di studio a un ricercatore dell’università di Palermo con il coordinamento di Slow food international.

Imprese alimentari e programmi per l’Unesco

Al contrario di altri comuni delle Madonie, che si sono spopolati, e grazie anche alla vicinanza all’autostrada e al mare, Castelbuono ha un suo particolare dinamismo. Dell’antico mondo contadino che ispirò ad Antonio Castelli le struggenti pagine di Entromondo, libro amato da Sciascia e da altri amici dello scrittore castelbuonese come Bruno Caruso, Vincenzo Consolo e Gianandrea Gavazzeni, resta solo qualche debole traccia. A dare oggi vitalità al paese è l’imprenditoria nel settore dolciario-alimentare: emblematico il caso dell’azienda Fiasconaro, che con i suoi panettoni e le sue colombe pasquali, venduti in Italia e nel mondo, ha raggiunto dimensioni ragguardevoli, posizionandosi nella fascia alta del mercato. Oppure di imprese come Tumminello, i cui prodotti da forno si stanno facendo spazio nelle città del nord Italia. Nel solco di queste attività sono maturati altri progetti per l’Unesco: un programma di formazione di giovani professionisti per l’industria locale (l’ambizione è costituire un’Accademica di alta formazione gastronomica siciliana) e un forum biennale sull’educazione alla salute e la biodiversità. La varietà di specie animali e vegetali presenti nelle campagne, nei boschi e nelle montagne intorno al paese è documentata nell’opera di Francesco Minà Palumbo, medico e botanico castelbuonese dell’800, i cui studi e il cui erbario custoditi nel museo naturalistico a lui intitolato sono consultati da studiosi provenienti anche dall’estero. E proprio alla scoperta dei luoghi più belli di quest’area interna della Sicilia è in fase di completamento un progetto di itinerario cicloturistico – un percorso di quattro giorni che, partendo da Castelbuono, attraversa i Comuni del Parco delle Madonie – della mappatura del quale s’è occupato Andrea Rolando, del dipartimento di architettura e studi urbanistici del Politecnico di Milano.

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Il festival indie rock in piazza Castello

Tra le iniziative imprenditoriali merita una citazione anche l’Ypsigrock, il festival di indie rock giunto alla 26esima edizione, invenzione di due giovani castelbuonesi, che richiama pubblico da tutto il mondo, al quale si affiancano un festival jazz e una rassegna di musica classica. L’Ypsigrock si svolge in piazza Castello, su cui svetta il trecentesco maniero dei principi di Ventimiglia, che ha dato origine al primo nucleo abitativo. Il castello conobbe il suo splendore tra il 600 e il 700: ne sono testimoni gli stucchi del Serpotta nella cappella palatina. Cadde in disgrazia nel 1920, quando i beni dei Ventimiglia furono messi all’asta dal tribunale. A rilevarlo dal fallimento fu il sindaco dell’epoca, attraverso una raccolta di fondi tra i suoi concittadini. Anche questo un esempio di creatività, ante litteram.

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