Donazioni, ecco le strategie per una raccolta fondi efficace
di Giampaolo Colletti
4' di lettura
Connessi e al tempo stesso impegnati. Il cuore grande degli italiani esce fuori dalla nuova edizione di Donare 3.0, studio condotto da Doxa con PayPal Italia e Rete del Dono: l’81% degli italiani ha effettuato donazioni nel corso dello scorso anno, permettendo in questo modo all’Italia di proseguire un posizionamento declinato al positivo nel campo della solidarietà. Donazioni online e in mobilità: cresce anche l’utilizzo del mobile come strumento preferito per effettuare la donazione. Con gli ambiti legati alla salute e alla ricerca a dominare le preferenze per la fascia più matura della popolazione, mentre educazione e formazione catturano l’attenzione dei millennial.
La quinta edizione dello studio, presentata oggi a Milano, fotografa quanto le donazioni siano diffuse nella popolazione italiana connessa a internet, mettendo a fuoco abitudini, atteggiamenti, barriere che caratterizzano il comportamento degli utenti nostrani. La ricerca quantitativa è stata svolta con 1.000 interviste rappresentative dei circa 20 milioni di italiani connessi di un'età compresa tra i 18 e i 64 anni. Obiettivo: osservare quanto il fenomeno delle donazioni è penetrato nella popolazione.
Identikit del donatore connesso
Crescono i donatori “saltuari” (32%), con più italiani che scelgono di effettuare una donazione più volte durante lo stesso anno. E cresce la donazione da mobile attraverso gli smartphone (24%). Al punto che la donazione online si afferma come la seconda modalità più utilizzata dopo quella contante. C'è di più. La ricerca Doxa fotografa come il 24% adotti i dispositivi mobili come piattaforma preferita per le donazioni, mentre il 60% sceglie ancora la modalità da pc. Una donazione immediata, sicura, certificata. Perché per i navigatori rimane alta l'attenzione sull'utilizzo dei fondi raccolti: il 66% degli italiani afferma di non donare a enti che non consentono di verificare come vengano utilizzate le donazioni e i risultati raggiunti. Donatori connessi e con le idee più chiare rispetto al passato, segno di una maggiore consapevolezza.
Nel corso dello scorso anno gli italiani hanno optato prevalentemente per donare ad una singola associazione: si tratta del 35% a fronte del 28% del 2017. «I dati raccolti e analizzati da Doxa dimostrano bene come l'attenzione degli italiani alla solidarietà sia stabile. Siamo convinti che il mobile sia un medium perfetto per catalizzare questa sensibilità, aggiungendosi al contatto diretto con le associazioni come principale modalità d'interazione e offrendo quella possibilità di semplificare e velocizzare le donazioni», afferma Maria Teresa Minotti, Head of Merchant Services PayPal Italia, piattaforma di pagamento che coinvolge oltre 267 milioni di titolari di account attivi in più di 200 mercati nel mondo.
Le associazioni alle quali sono state fatte donazioni negli ultimi dodici mesi sono quelle legate principalmente alla salute e alla ricerca (58%), all'assistenza sociale (28%), alle emergenze ambientali e territoriali e alla Protezione Civile (25%), alla tutela dell'ambiente e degli animali, (25%) e al sostegno dei servizi per la disabilità (24%). Ma attenzione. L'età anagrafica polarizza le opzioni: la fascia più matura dei baby boomer è più attenta alla salute, ma meno pronta nei confronti di emergenze ambientali. Un atteggiamento diametralmente opposto alla Generazione X. Invece i millennial risultano più attivi nel volontariato, ma soltanto 1 su 4 è un donatore. Quindi dedicano più tempo a “fare del bene” tramite attività di volontariato, piuttosto che scegliere di percorrere la strada della donazione: il 70% degli intervistati è stato coinvolto in campagne di raccolta fondi personale in occasione di eventi sportivi, festeggiamenti o commemorazioni.
Lo storytelling (e il personal storytelling) della donazione
Ma prima di donare c'è bisogno di conoscere, approfondire, saperne di più. Ecco allora che gli italiani chiedono maggiori informazioni. «Quest'anno abbiamo analizzato anche il percepito che le persone hanno verso le associazioni no profit e quello che desidererebbero dall'associazione ideale. Ciò che emerge è una forte richiesta di modernizzazione e di riduzione del gap in termini di fiducia, gap che si potrebbe ridurre raccontando meglio ed in modo più efficace i risultati che le associazioni producono grazie al loro impegno», spiega Antonio Filoni di Doxa.
Emergono nuove modalità di donazione. Tra queste c'è il personal fundraising, ovvero individui che si fanno ambasciatori di una buona causa: ben il 70% ne ha sentito parlare, anche grazie alla spinta dei social media, Facebook in testa. «Gli utenti si confermano ottimi donatori, però è altrettanto interessante notare che il 22% sente la necessità di ricevere comunicazioni più convincenti. Questo dimostra che c'è spazio per lavorare in un'ottica di “donor journey”, ovvero di un percorso di spiegazione della donazione. In questo modo è possibile rafforzare la relazione con il donatore. D'altronde chi dona è interessato e vuole essere coinvolto in prima persona», racconta Valeria Vitali, fondatrice di Rete del Dono, piattaforma web di crowdfunding donation nata nel 2011 e che ha raccolto negli anni 8.4 milioni di euro di donazioni, coinvolgendo oltre 7.000 personal fundraiser, circa 140.000 donatori e arrivando a finanziare più di 2.000 progetti. Perché c'è voglia di fare la differenza. Partendo da una rete che aggrega le buone pratiche.
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