ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl rapporto EY

Donne nei cda del settore finanziario: Italia prima in Europa con il 47%

Tra i motivi della svolta c’è la spinta di Bankitalia. Germania ultima con il 25%. Il nostro Paese è invece fanalino di coda (20%) per presenza di ex ministri o dirigenti di Stato nei board

di Alessandro Graziani

Pari opportunita', crescono le donne nei cda: al 41% nel 2021

3' di lettura

L’Italia, con il 47% di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate che operano nel settore finanziario, è il primo Paese in Europa per rappresentanza femminile nei board, seguito da Francia (44%), UK (39%), Spagna (38%), Svizzera (28%). A chiudere la classifica dei principali Paesi europei è la Germania con solo il 25% di donne nei cda.

È questa la fotografia principale che emerge dall’EY European Financial Services Boardroom Monitor, condotto tra febbraio e maggio 2022 con l’obiettivo di indagare l’esperienza, la formazione e le competenze dei membri dei consigli di amministrazione delle istituzioni finanziarie e assicurative comprese nell'MSCI European Financials Index e di altri grandi intermediari finanziari.

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I motivi

La ricerca a livello europeo di EY ha inoltre analizzato le opinioni di oltre 300 investitori istituzionali europei per mappare le loro aspettative rispetto allo status quo. Ma come si spiega questo primato italiano nella governance delle società del settore finanziario? «Oltre alle scelte delle singole società, in Italia c’è stata più che altrove una forte spinta regolamentare per aumentare la presenza delle donne nei board - spiegano Stefano Battista e Luca Galli di EY - e oltre agli effetti generali della legge Golfo-Mosca, nel settore finanziario ha svolto un ruolo decisivo la spinta regolamentare della Banca d'Italia».

Un secondo elemento di interesse della ricerca di EY sulla composizione dei cda dei financial group è quello che, al contrario, vede l’Italia fanalino di coda in Europa per la limitata presenza di consiglieri con precedenti esperienze in ambito governativo (es. ex ministri, ex consiglieri in società partecipate dallo Stato). Soltanto il 20% dei board member (contro una media europea del 44%) presenta tale background sebbene - sempre secondo l'EY Monitor - più della metà (51%) degli investitori istituzionali europei ritenga questo tipo di esperienza importante al fine di identificare le società su cui indirizzare i propri investimenti.

IL CONFRONTO IN EUROPA
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Le competenze

In ordine alle competenze dei board members europei dei servizi finanziari, la ricerca evidenzia la netta predominanza di quelle più tradizionali (contabilità, finanza, compliance, risk management) rispetto alle nuove competenze: sostenibilità, fintech e cybersecurity. Queste ultime si attestano in Italia – in linea con il resto d’Europa - su percentuali inferiori al 20% della composizione dei board.

Da segnalare che le maggiori carenze in termini di esperienza in ambito sostenibilità si registrano nell'industria assicurativa (solo il 4% dei consiglieri ha competenze sul tema) e nel Wealth & Asset Management (11%); mentre nelle banche la percentuale si attesta a oltre il 30% favorita da una regolamentazione più pervasiva e in via di consolidamento.

Percentuali ancora più basse si rilevano in merito alla presenza di consiglieri con esperienza in ambito fintech (11% per banche e Wam e 4% per l'Insurance). Infine, in tema di cybersecurity, quasi nessuno degli oltre 300 player finanziari, bancari e assicurativi presenta nel proprio board esperti di cybersecurity, malgrado l'attuale centralità del tema legata da un lato all'accelerazione della transizione digitale dall'altro agli attacchi cyber correlati al conflitto in Ucraina.

«I board di tutta Europa dimostrano una grande esperienza in molte delle aree tradizionali, ma sono carenti nelle aree più nuove, come sostenibilità e tecnologia - commenta Stefano Battista, Italy financial services market leader di EY - inoltre c'è ancora del lavoro da fare sul fronte della diversità di genere: nel nostro Paese la regolamentazione ha favorito un miglior bilanciamento, che nel resto d'Europa sarà raggiunto nei prossimi anni».

Fenomeno europeo

Come è emerso dalla graduatoria europea, la scarsità di competenze fintech e di cybersecurity nei board è un fenomeno che riguarda l'intera Europa. Come ovviare a queste mancanze? «La composizione dei cda nel settore finanziario e assicurativo è in una fase di forte trasformazione alla luce di un contesto sociale, economico e geopolitico incerto e altrettanto mutevole - spiega Luca Galli, EY business consulting leader financial services - ecco perché quantomeno nell'immediato i player finanziari saranno chiamati a far fronte ai gap di competenze principalmente attraverso percorsi di training specifici e qualificanti per gli attuali consiglieri, in attesa – per i futuri rinnovi – del graduale formarsi di tali figure o, più verosimilmente, di una sempre più accentuata configurazione del consigliere come figura professionale stand-alone, garante in maniera autonoma del costante aggiornamento sulle sempre più eterogenee materie oggetto dei board».

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