SALE IN ZUCCA

Donne manager, ancora troppo poche nelle banche italiane

Secondo il sindacato dei lavoratori del credito Uil, su 330 banche il “top management” femminile raggiunge solo “quota 28”, appena il 4,2% di tutte le posizioni di comando

di Giancarlo Mazzuca

Pay Watch: la top ten delle donne manager più pagate

2' di lettura

Ci eravamo un po’ illusi: dopo la scalata all’inizio dell’anno di Christine Lagarde approdata alla guida della Bce orfana di Mario Draghi, pensavamo che anche i vertici delle banche italiane cominciassero ad adeguarsi dando molto più spazio alle donne manager come sta succedendo in altri Paesi (è il caso della stessa Russia dove governatrice della Banca centrale è Elvira Nabiullina). Ma, per il momento, la “valanga rosa” non c’è ancora stata perché, secondo gli ultimi rilevamenti del sindacato dei lavoratori del credito Uil, su 330 banche il “top management” femminile raggiunge solo “quota 28”, appena il 4,2% di tutte le posizioni di comando, 660 in tutto.

Una evidente sproporzione, tenendo pure conto che, complessivamente, la forza-lavoro femminile nel mondo bancario italiano si è moltiplicata negli ultimi vent’anni arrivando quasi a pareggiare il numero degli uomini. A piani più alti, le eccezioni sono davvero poche: tra queste, Letizia Moratti che, dopo tanti incarichi (è stata anche l’unico sindaco donna di Milano), è tuttora presidente del consiglio di gestione dell’Ubi Banca.

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Trend migliore negli altri settori

È vero, però, che, in altri settori dell’economia, le manager donne cominciano a fare molta carriera: nel 2018 erano già 758 ai vertici delle società quotate. Tra gli esempi, è significativo il caso di Lucia Calvosa, che, in primavera, è diventata “numero uno” dell’Eni al posto di un’altra presidente in gonnella, Emma Marcegaglia, che era già stata alla guida di Confindustria. Calvosa aveva, in precedenza, fatto carriera proprio nel mondo bancario perché aveva anche ricoperto il ruolo di presidente della Cassa di Risparmio di San Miniato.

E anche ai piani più alti della Rai si è molto parlato al femminile con diverse presidentesse: la stessa Moratti, Lucia Annunziata, Annamaria Tarantola e Monica Maggioni. Ecco, proprio la Tarantola resta forse l’esempio più significativo di una top manager cresciuta nel mondo bancario perché, prima di approdare all’ente radiotelevisivo, era stata vicedirettrice generale della Banca d’Italia. Ma, in generale, siamo comunque solo agli inizi: una rilevazione dell’Istituto di Antropologia della Finanza ci conferma, infatti, che restiamo al 144° posto della Index Gap, la classifica di genere. Non è un caso che solo l’anno scorso abbiamo portato al 40% il “quorum “ assegnato alle donne nei cda delle società quotate: la prima a farlo era stata la Norvegia, seguita da Austria, Belgio, Danimarca ed Irlanda. Eppur qualcosa si muove anche in Italia: per le “quote rosa” non è mai troppo tardi.


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