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Donohoe: per i leader Ue la ratifica del Mes è molto importante

L’Italia è l’unico paese dei 20 stati membri della zona euro a non avere ancora ratificato la riforma del Meccanismo europeo di stabilità

dal nostro corrispondente Beda Romano

Dalla manovra al Mes, l'autunno caldo del governo

2' di lettura

BRUXELLES – Raddoppiano le pressioni politiche sull’Italia perché ratifichi la riforma del trattato che istituisce il Meccanismo europeo di Stabilità (MES). Prima di un incontro oggi, venerdì 27 ottobre, dei capi di Stato e di governo dell’unione monetaria, il presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohoe, ha spiegato pubblicamente che la questione è molto sentita anche dai leader europei, in un contesto politico, economico e finanziario particolarmente incerto.

I capi di Stato e di governo «sono consapevoli dell’importanza del trattato del MES», ha spiegato qui a Bruxelles il ministro Donohoe. Con la premier italiana Giorgia Meloni «continuerò a sollevare il tema» della ratifica. Il trattato che istituisce il MES è stato modificato per permettere all’istituzione di diventare il salvagente del Fondo europeo di Risoluzione bancaria. «È un elemento davvero importante per rafforzare l’Unione bancaria».

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L’Italia è l’unico paese dei 20 stati membri della zona euro a non avere ancora ratificato la riforma del MES. Da mesi la questione avvelena i rapporti tra Bruxelles e Roma. Una fetta della maggioranza ha fatto della questione un suo cavallo di battaglia politico. In particolare, la Lega ritiene, a torto o a ragione, che il nuovo trattato mini la sovranità nazionale. Finora il governo Meloni non si è sentito di chiedere al parlamento la ratifica per paura di mettere in luce profonde divisioni nella sua maggioranza.

Come detto, la presa di posizione è giunta a ridosso di un incontro dei leader dell’unione monetaria. Alla riunione, oltre al presidente Donohoe parteciperà anche la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. I capi di Stato e di governo discuteranno di competitività, di unione dei mercati dei capitali, e di riforma del Patto di Stabilità. Quest’ultima è urgente, tanto più che dal gennaio prossimo torneranno in vigore le regole di bilancio sospese allo scoppio della pandemia.

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