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Dop e Igp, primo ok alla riforma europea. Più tutela contro i «casi Prosek»

La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale della riforma delle indicazioni geografiche dell’Ue. De Castro: un successo per il nostro sistema agroalimentare

di Emiliano Sgambato

Aggiornato il 20 aprile alle ore 17.20

(IMAGOECONOMICA)

4' di lettura

La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale della riforma delle indicazioni geografiche dell’Ue. «Voglio ringraziare tutti i colleghi per questo meraviglioso lavoro, è davvero un forte mandato per l’avvio dei triloghi (le negoziazioni con il Consiglio Ue, ndr). È davvero una bella notizia per gli agricoltori e per tutti», ha detto il relatore Paolo De Castro (Pd), al termine della votazione.

Tra gli emendamenti approvati ce n’è uno in particolare molto prezioso per la battaglia che l’Italia sta portando avanti a difesa delle sue specialità a marchio: le menzioni tradizionali, come ad esempio il Prosek, non possono evocare Denominazioni di origine protetta (in questo caso il Prosecco italiano). Il divieto riguarda anche norme nazionali, come nel caso della controversia sull’aceto balsamico “sloveno” e “cipriota”.

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L’Italia rappresenta la fetta più grande del settore delle indicazioni geografiche. «Su 79 miliardi di fatturato Ue, la cosiddetta ’Dop economy’ dell’Italia vale circa 20 miliardi», ha spiegato De Castro a Strasburgo.

Consorzi rafforzati e iter semplificati

Per Origin Italia, che rappresenta circa il 95% delle produzioni italiane a Indicazione geografica, si tratta di «una proposta che rilancia la visione politica delle Indicazioni geografiche come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione europea e che promuove l’affermazione di un modello condiviso e forte tra i vari Paesi membri» . In una nota viene spiegato come sia presente «l’importante rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela, un aumento della protezione delle Ig, ma anche la semplificazione delle procedure e un passo concreto verso la sostenibilità (non solo ambientale) delle filiere Ig». Origin Italia sottolinea inoltre che il testo approvato «conferma e rafforza il ruolo centrale della Commissione europea per lo sviluppo dell’economia agroalimentare, limitando l’Euipo a un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche».

«L’obbligo di utilizzo di almeno il 50% delle materie prime realizzate nella Nazione di appartenenza del marchio Igp e quello relativo all’indicazione del nome produttore, come deciso oggi dalla Commissione Agricoltura, rappresenta un ulteriore passo per difendere le eccellenze agroalimentari italiane», ha affermato il ministro dell’Agricoltura della Sostenibilità Alimentare Francesco Lollobrigida. «Grazie al lavoro svolto dagli europarlamentari italiani di diversi schieramenti, continuiamo a impegnarci – ha aggiunto il ministro – per proteggere i nostri prodotti di qualità dal fenomeno dell’Italian Sounding, che sottrae centinaia di miliardi alla nostra economia e per difendere insieme il Sistema Italia, simbolo di eccellenza nel mondo».

Tutela per, vino, salumi e formaggi

Soddisfatte anche le associazioni agricole e del vino. «Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale ed ambientale del Paese – afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini –. È importante la volontà del Parlamento di indicare obbligatoriamente la provenienza in etichetta dei prodotti ad indicazione geografica protetta per proteggere i consumatori dagli inganni».
«Nel nostro Paese, il comparto del cibo e del vino Dop Igp – hanno rimarcato da Cia agricoltori italiani – raggiunge un valore complessivo alla produzione di circa 20 miliardi di euro e un export pari a 11 miliardi».

«Gli emendamenti approvati questa mattina rappresentano un'occasione unica per arrivare a un riassetto generale della normativa, colmando le lacune che alcuni recenti accadimenti avevano messo in luce – ha dichiarato la presidente di Federvini Micaela Pallini – come testimoniano il caso Prošek e gli attacchi all'Aceto Balsamico di Modena da parte di Slovenia e Cipro. Ringraziamo il Parlamento Europeo per l'attenzione mostrata ai comparti rappresentati da Federvini, in particolare per la volontà di riaffermare la centralità del settore vitivinicolo all'interno del nuovo regolamento unico sui prodotti di qualità, così come per aver voluto mettere in sicurezza alcune peculiarità che caratterizzano nel profondo il settore vitivinicolo italiano come la definizione di vino a Igp».

Anche Unione Italiana Vini in una nota ha sottolineato come «il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato e questa è la vittoria più importante ma non l'unica: la Riforma permetterà di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari».

«Una volta tanto, il nostro Paese si è saputo muovere sostanzialmente compatto nel cogliere i molti vantaggi introdotti da questa riforma – ha affermato Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco – che dopo l’approvazione da parte della plenaria del Parlamento europeo dovrà essere discussa in sede di trilogo, il tavolo al quale ci aspettiamo giunga forte e chiaro, attraverso il Consiglio, l’orientamento favorevole del nostro Governo».

Per Ruggero Lenti, presidente Assica (salumi) «la sfida decisiva si aprirà appena inizieranno i triloghi interistituzionali per arrivare ad un testo condiviso e definitivo. L'obiettivo è giungere entro l'autunno all'approvazione finale e l'Italia dovrà continuare a giocare un ruolo determinante per difendere lo strumento oggi tra i più importanti per tutelare e promuovere la qualità agroalimentare italiana e su questo il Governo potrà contare sul supporto attivo e convinto della nostra Associazione e di tutti i Consorzi aderenti ad Isit (Istituto salumi italiani tutelati, ndr)».

Dop economy in salute

Secondo i dati presentati del Centro Studi Divulga il sistema Dop e Igp dell’agroalimentare è in continua crescita, con un fatturato, vino escluso, che ha raggiunto nel 2021 gli 8 miliardi di euro (+9,7% su base annua) e le esportazioni i 4,4 miliardi (+12,5%). II numero degli operatori resta sostanzialmente invariato, 85.500 unità. Secondo le elaborazioni su dati Istat, Ismea, Fondazione Qualivita, il 77,5% del fatturato è concentrato nei primi dieci prodotti simbolo del Made in Italy, a partire da Parmigiano Reggiano Dop (1,6 miliardi), Grana Padano Dop (1,45 miliardi9 e Prosciutto di Parma Dop (650 milioni). Sul fronte della distribuzione dei valori Emilia Romagna e Lombardia da sole detengano oltre il 61% totale.

Cresce sempre più il numero di giovani e di donne che puntano sui sistemi di qualità. In particolare, il 26% degli operatori del settore sono donne con una superficie media coperta di 3,5 ettari per ogni azienda per le coltivazioni e di 33,3 ettari per gli allevamenti. Le aziende guidate da giovani, invece, sono circa il 24%, un dato importante se si considera, in base all’ultimo censimento agricolo, che il valore percentuale della conduzione giovanile si attesta intorno al 13%.


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