Champions League, Inter in finale dopo 13 anni: Milan ancora battuto (1-0)
Basta un gol di Lautaro Martinez al 74’ per ribadire la superiorità dei nerazzurri sui cugini già evidente all’andata. E adesso la finale di Istanbul
di Dario Ceccarelli
I punti chiave
4' di lettura
Era ormai già scritto, ma il secondo Euro derby lo certifica: è l’Inter che vola il 10 giugno ad Istanbul per la prossima finale di Champions dove sfiderà la vincente dell’altra semifinale, quella tra Manchester City e Real Madrid che si giocherà stasera dopo il precedente pareggio (1-1). Difficile dire quale sia preferibile. Rappresentano entrambe la migliore aristocrazia del calcio europeo. Ma in una finale secca, nulla si può dare per scontato. San Siro nerazzurra è in delirio. E lo è anche piazza Duomo, invasa dai tifosi in festa per un sogno finalmente realizzato: era infatti da 13 anni, dai tempi dello Storico Triplete (2010), che l’Inter non riusciva ad arrivare in finale, la sesta volta nella sua lunga e gloriosa storia europea.
Questa volta, nella sfida di ritorno, non c’è stato il massacro di una settimana fa quando i nerazzurri, in undici minuti, con una doppietta mozzafiato, avevano gettato le basi per il passaggio del turno. L’uno a zero realizzato da Lautaro a un quarto d’ora dalla fine (sinistro sul primo palo che sorprende Maignan) conferma il dominio della squadra di Inzaghi che, attualmente, può contare su un attacco nettamente più incisivo di quello rossonero, sempre in difficoltà quando deve chiudere a rete. Questa è la quarta sconfitta consecutiva del Milan in un derby. Non è un caso. Quattro derby in cui la squadra di Pioli non ha mai segnato. Un dato significativo che conferma la forbice che divide le due rivali.
L’Inter, appena può, va in gol. Il Milan fa una gran fatica. E non basta neppure Leao. Lo si è visto anche in questa seconda sfida quando i rossoneri, dopo un discreto inizio, hanno avuto una grande opportunità con Diaz, ben servito da Tonali, di sbloccare il risultato. Era l’undicesimo. Un’occasione ghiotta, quasi un rigore in movimento, che però la spagnolo, uno dei peggiori, ha gettato alle ortiche con un debole rasoterra facilmente parato da Onana. Con due gol da recuperare, se non si fruttano al più presto queste occasioni poi tutto va in salita.
Un Milan migliore rispetto all’andata, più quadrato e determinato certo, ma non abbastanza da capovolgere una zavorra così pesante. L’atteso ritorno di Leao, pur importante anche psicologicamente, non ha però spostato gli equilibri. Solo una volta, al 37’ del primo tempo, il portoghese ha fatto tremare San Siro con una delle sue micidiali cavalcate sulla sinistra: arrivato al dunque, però, da posizione molto angolata, ha solo sfiorato il palo opposto. Un Leao più brillante probabilmente avrebbe fatto centro. Non questo Leao, quasi una controfigura di quello che conosciamo. Ma non è con le ipotesi che si vincono i derby e, soprattuto, si va in finale di Champions.
Più guardinga, l’Inter non è stata comunque a guardare. E anche nel primo tempo, subito dopo l’occasione di Leao, Maignan, con un riflesso eccezionale, aveva neutralizzato una velenoso colpo di testa del solito Dzeko, autore anche stavolta di un’ottima partita assieme a Lautaro. Il bosniaco, nella ripresa, quando è cominciata la giostra dei cambi, è stato rilevato da Lukaku, di nuovo determinante nell’occasione della rete di Lautaro, al suo 24esimo centro stagionale. Una rete arrivata dopo un bel duetto con il belga, mai seriamente disturbato dai difensori rossoneri.
Il gol del bomber argentino, in un Milan sempre più spuntato nonostante gli ingressi di Saelemaekers e Origi (al posto di Diaz e Messias), ha definitivamente tagliato le gambe ai rossoneri, ormai consapevoli di essere arrivati al capolinea. Il Diavolo ci ha provato, ma l’Inter è stata più forte, più determinata, più cinica, più organizzata. Soprattutto con più frecce al suo arco per colpire. E con una rosa più ampia da far ruotare. Lo si è visto quando, alla fine del primo tempo, Brozovic è subentrato a Mkhitaryan, fermato da un problema muscolare alla gamba destra.
Paolo Maldini: «Perdere ci brucia, ma il divario è reale»
Cambi di questo livello il Milan non se li può permettere. In questa foto si vede l’attuale gap tra le due rivali. Lo ha sottolineato anche Paolo Maldini, direttore dell’area tecnica rossonera: «Complimenti all’Inter che ha vinto meritatamente. Purtroppo non c’è stata gara. Questa volta è andata meglio, ma il divario con l'Inter è reale. Il nostro percorso non è finito. Dobbiamo ancora qualificarci tra le prime quattro per la Champions. Se centriamo l’obiettivo, questa stagione la giudico da 8 perché arrivare in semifinale, dopo aver vinto uno scudetto, resta una grande impresa. Ci brucia aver perso così con l’Inter, ma lo sappiamo, e lo sa anche la proprietà, che non siamo strutturati per competere su due fronti. Abbiamo fatto crescere molti giovani. Che sono un investimento ma anche peccano d’inesperienza a questo livello».
Un chiaro messaggio, insomma, quello lanciato da Maldini. Il Milan non è ancora pronto. È un messaggio soprattutto rivolto alla società. Si vedrà la sua reazione. Non arrivare alla finale di Istanbul significa perdere almeno 25 milioni. Ci sarà tempo di discutere. E di sicuro verrà coinvolto in questo discorso anche Pioli, non sempre convincente per la proprietà nella gestione di questa ultima crisi. Gerry Cardinale, il patron rossonero, intanto ha fatto i complimenti all’Inter augurandole il meglio per la finale.
Inzaghi al vetriolo: «So chi c’era al momento del bisogno»
Naturalmente soddisfatto Inzaghi che, solo un mese, fa era sulla graticola per una lunga serie negativa di risultati. «Era un sogno e si è realizzato.Sono felicissimo e devo ringraziare tutti i miei giocatori che sono stati bravissimi», ha detto il mister quasi senza voce. «Se mi toglierò dei sassolini dalla scarpa? Al momento non l’ho ancora fatto, più avanti, quando sarà il momento, si vedrà. So chi c’era al momento del bisogno, e chi no». Davanti ai microfono, in questa serata di applausi e di cori festanti, anche il presidente Zhang che, grazie allo straordinario cammino in Champions di quest'’anno, ha trovato un po’ di sollievo dai debiti che gravano sulla società.
«Sono orgoglioso dell'Inter», ha detto Zhang. «E sono contento di Inzaghi, un allenatore con la mentalità vincente che ha riportato la squadra sulla rotta giusta. All’inizio era difficile da credere che saremmo arrivati in finale. Solo Lukaku l’aveva previsto. Che cosa faremo? Sette anni fa abbiamo comprato l’Inter per vincere. E continueremo su questa strada».
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