Stefania Craxi presidente della Commissione esteri Senato. M5S in subbuglio: «Nata nuova maggioranza»
Solo 9 voti sono andati al pentastellato Ettore Licheri. Convocato un consiglio nazionale straordinario del Movimento
di Nicola Barone
I punti chiave
- «Non si può silenziare la maggioranza degli italiani»
- Conte: spetta a Draghi tenere in piedi maggioranza
- A vuoto i negoziati preliminari
- Gli equilibri nell’urna
- Rosato: da Italia viva scheda bianca
- Commissioni, “rotto” il vecchio schema
- Ira di Conte, Consiglio nazionale d’urgenza
- Craxi: atlantismo senza deroghe e subalternità
5' di lettura
Stefania Craxi è il presidente della commissione esteri di palazzo Madama. I voti a suo favore con scrutinio segreto sono stati 12, 9 voti sono andati a Ettore Licheri (M5S) e un astenuto. E ora si fanno sentire i contraccolpi nell’area grillina cui apparteneva, prima dello scoppio del caso, il contestato presidente filorusso Vito Petrocelli. «Registriamo che di fatto si è formata una nuova maggioranza da FdI a Iv», ha dichiarato il leader del M5S Giuseppe Conte, al termine di un consiglio nazionale straordinario del Movimento. Gli effetti si fanno già vedere. Slitta alle 8.15 di giovedì la convocazione della commissione di Palazzo Madama per eleggere vicepresidenti e segretari. Nel pomeriggio è mancato infatti, per tre volte, il numero legale.
«Non si può silenziare la maggioranza degli italiani»
Più o meno quelle sintetizzate da Conte sono le stesse conclusioni rese note, nero su bianco, al termine della riunione del vertice. «Il voto di oggi certifica che l’attuale maggioranza di governo esiste solo sulla carta, non nella realtà del confronto quotidiano. Registriamo come ormai sia venuto meno anche il più elementare principio di leale collaborazione. Dopo avere avviato un percorso condiviso, che ha portato alla decadenza della originaria commissione e alla formazione di una nuova commissione Esteri, e nonostante la chiarezza di comportamento e il senso delle istituzioni dimostrato dal M5S, si è verificata una gravissima scorrettezza che ha innescato una evidente frattura tra le forze di maggioranza: nel segreto dell'urna se ne è formata una nuova, in modo surrettizio, violando regole e patti». Si parla di un clima di cui i vertici grillini erano già consapevoli. « Nei giorni scorsi avevamo ventilato il sospetto che qualcuno ci volesse fuori dalla maggioranza. Oggi ne abbiamo la conferma. Nel Palazzo vogliono emarginare le nostre posizioni, ma non si può silenziare la voce della maggioranza degli italiani».
Conte: spetta a Draghi tenere in piedi maggioranza
Durissimo il leader del M5S, Giuseppe Conte. «Anche Il premier Draghi e il Governo erano stati avvertiti ieri, perché ieri si è capito che si stava lavorando in modo surrettizio a violare patti, regole e accordi; quindi è stato avvertito il presidente del Consiglio e spetta innanzitutto a lui prendere atto della responsabilità di tenere in piedi questa maggioranza».
A vuoto i negoziati preliminari
La candidatura di Ettore Licheri, sostenuta dalla senatrice Mariolina Castellone, sembrava già dalle riunioni della mattinata non raccogliere consenso sufficiente. Anche durante il confronto di martedì le polemiche sono state assai forti, tanto che alcuni senatori avrebbero richiesto una interlocuzione tra i leader per sciogliere il nodo della presidenza della terza commissione di Palazzo Madama. I componenti dell’organismo sono ventidue e per l’assegnazione delle cariche si procede con le prime due votazioni a maggioranza assoluta dei componenti.
Gli equilibri nell’urna
Sono 22 i componenti della commissione Esteri del Senato che hanno eletto l’azzurra Stefania Craxi presidente con 12 voti favorevoli. Da Forza Italia il voto compatto per la figlia dell’ex leader socialista è arrivato da Enrico Aimi, dalla presidente del gruppo Anna Maria Bernini, che sostituiva Adriano Galliani, e dalla stessa Craxi. Anche i 4 leghisti in commissione assicurano il loro voto favorevole a Craxi: sono Tony Iwoby, Stefano Lucidi, Manuel Vescovi e Roberto Calderoli (in sostituzione di Matteo Salvini). A sostegno della senatrice azzurra anche l’unico componente della commissione di Fdi, il presidente del Copasir Adolfo Urso. Sulla stessa linea Emanuele Dessì, senatore ex del M5s, che già dai giorni scorsi aveva annunciato il voto a favore di Stefania Craxi.
Dei componenti della commissione del Gruppo Misto, ha votato per la senatrice di Fi Marinella Pacifico (Coraggio Italia), come lei stessa conferma. Il senatore a vita Mario Monti avrebbe votato per Craxi alla seconda votazione. Fabio di Micco rivendica di essersi smarcato dal Gruppo Misto e di aver votato Licheri, che ha ricevuto anche le preferenze degli altri 4 pentastellati della commissione (Gianluca Ferrara, Simona Nocerino, Paola Taverna e Mariolina Castellone). Per Licheri confermano di aver votato i 3 senatori del Pd in commissione Esteri: Alessandro Alfieri, Fabio Porta e Luigi Zanda. Giuseppe Cucca di Italia Viva, accusato di aver tradito gli accordi, smentisce («Mi sono attenuto a quanto concordato nella maggioranza, come faccio sempre»). Avrebbe votato anche lui per Licheri. Infine la bianca di Pier Ferdinando Casini. Ma i conti non tornano perchè, stando alle dichiarazioni ufficiali, si arriva a 10 voti per Licheri e 11 per Craxi.
Rosato: da Italia viva scheda bianca
Diversa invece la ricostruzione fornita da Italia Viva attraverso Ettore Rosato. «Abbiamo fatto tutti i tentativi possibili per convincere M5S a trovare un presidente condiviso da tutti. Molto probabile che la nostra sia stata una scheda bianca, è sicuro», dice il coordinatore del partito e vicepresidente della Camera. «Anche Petrocelli, è ufficiale, non è più del M5S, e comunque anche se lo fosse stato avremmo dovuto trovare un nome condiviso da tutti». Il dito viene puntato sui dissidi nello stesso M5S. «Ed è probabile che ci siano tre senatori 5S che non hanno votato Licheri, è sicuro, so che si stavano tirando le coltellate. Le mie info sono che hanno litigato tutta la notte».
Commissioni, “rotto” il vecchio schema
Con l’elezione di Stefania Craxi alla guida della commissione Esteri del Senato, Forza Italia guadagna una presidenza di commissione. È l’unica del gruppo a Palazzo Madama in questa legislatura, che finora è stata la “fotografia” degli equilibri politici emersi dalle elezioni politiche del 2018 che portarono alla nascita del primo governo Conte. A quota una presidenza, anche il gruppo Misto che guida la commissione Ambiente con Vilma Moronese. Le altre presidenze sono 4 del M5S, dopo aver perso quella degli Esteri in mano a Vito Petrocelli; 4 del Pd; 2 della Lega e altrettante di Italia viva. Ex deputata e approdata al Senato nel 2018, è stata vicepresidente della commissione Esteri fino alla precedente composizione. Sotto il quarto governo Berlusconi è stata nominata sottosegretario agli Esteri, incarico che ha ricoperto dal 2008 al 2011.
Ira di Conte, Consiglio nazionale d’urgenza
Dopo l’elezione di Stefania Craxi a sorpresa è stato convocato il Consiglio nazionale del M5S. Per la casella “sfilata” al Movimento e all’ex capogruppo Ettore Licheri, in corsa per guidare l’organismo parlamentare, il clima è rovente. Fonti interne raccontano nelle ore successive di un Conte «molto adirato», alle prese con telefonate di «fuoco». Tanto che l’ex premier ha deciso poi di dar voce anche pubblicamente al proprio disappunto.
Craxi: atlantismo senza deroghe e subalternità
«La politica estera di un grande Paese come l’Italia, per ragioni valoriali e culturali, ancor prima che storiche e geopolitiche non può non avere chiari connotati atlantici, un atlantismo della ragione che non ammette deroghe ma non accetta subalternità» dice intanto la senatrice neopresidente Craxi all’atto di assumere la nuova responsabilità. «In uno scenario internazionale delicato che non consente tentennamenti ed equivoci di sorta e richiede al contempo un surplus di diplomazia».
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