Dopo due anni di pandemia ecco come è cambiata la “testa” e lo zaino del lavoratore ibrido
Le tecnologie e i dispositivi che abbiamo imparato a usare per essere più produttivi a casa e in mobilità ci serviranno anche per il rientro in ufficio
di Luca Tremolada
4' di lettura
Un cambio di configurazione. Un informatico definirebbe così il rientro al lavoro. Dopo due anni di smart working non si tornerà da un giorno all'altro alla vita lavorativa di prima. Anzi, dopo l'ultimo provvedimento del Governo che a sorpresa ha esteso il lavoro agile per molti lavoratori solo da primo luglio, potrà dirsi completato il ritorno alla “normalità”.
Per chi lavora in ufficio o nel terziario avanzato però qualcosa è cambiato e forse definitivamente. E' cambiato il nostro mindset, il nostro modo di pensare il lavoro e gestire il nostro tempo, alcuni di noi in modo irreversibile sono diventati dentro lavoratori ibridi. E non torneranno più indietro.
Come ha scritto Microsoft nella nuova edizione del Work Trend Index è cambiata la scala di valori: il 54% degli italiani sono ora più propensi a dare priorità alla salute e al benessere e il 37% è disposta a prendere in considerazione un nuovo lavoro nel prossimo anno. In questo scenario il 49% dei dirigenti ritiene che la principale sfida dell'era del lavoro ibrido sarà la capacità di ingaggiare i dipendenti. Siamo di un fronte anche in Italia anche se in minore rispetto all'estero a un “Great Reshuffle” con il 37% dei lavoratori dichiara che probabilmente prenderà in considerazione un nuovo lavoro nel prossimo anno.
Il gigante di Redmond lo dice in modo interessato perché punta molto sul business dell'hybrid worker. La media settimanale di tempo trascorso in riunioni su Teams che è il suo software di videoconferenza a livello globale è aumentata del 252% da marzo 2020. Inoltre, Microsoft come molti altri stanno credendo con tutto loro stessi nel metaverso e quindi nella possibilità di lavorare a distanza in un universo digitale in tre dimensioni a forma di videogioco. In qualche modo e in qualche forma accadrà è certamente vero che per il lavoratore ibrido del presenta sarà una sfida del futuro prossimo venturo che comporterà in nuovo cambio di configurazione.
Nell'attesa di incontrarsi tutti quanti in una azienda virtuale, dentro un ufficio virtuale con dei nostri avatar altrettanto virtuali ecco cinque oggetti che ogni lavoratore ibrido potrebbe desiderare per garantire che il proprio lavoro sia il più fluido e produttivo possibile. Precisiamo subito che qualcosa rispetto alla primo anno di pandemia è cambiato.
Anche se sei stato una delle persone fortunate che ha ricevuto attrezzature e supporto dal team IT del tuo datore di lavoro quando hai impostato il tuo ufficio a casa, ci siamo accorti che possedere un computer aziendale non basta.
Proviamo qui a concentrarci su strumenti che facilitano quello che già abbiamo imparato fare durante lo smartworking. Partiamo dagli smartphone che, lo diciamo subito, non sono un sostituto del Pc.
Tuttavia, se abbiamo risorse economiche da investire i foldable cioè i telefonini che si piegano e quelli che il mercato definisce “top di gamma” cioè dispositivi da oltre mille euro già oggi sono strumenti che ti consentono di fare quasi tutto in mobilità.
Servono display grandi e l'ottimizzazione con gli applicativi che usiamo in azienda. Una buona soluzione se ci muoviamo in ufficio in treno o in metropolitano o con i mezzi pubblici è appunto quello di inziare a gestire le mail e progetti durante il tragitto per poi riprendere il lavoro su desktop aziendale.
Ma anche quando siamo fuori di casa, in locali per lo smarworking o anche solo in un locale con una buona wi-fi permettono di lavorare in modo produttivo con questi dispositivi. Una app per il brainstorming e per prendere appunti che ti rendano più facile continuare il tuo lavoro di persona quando torni a casa è Miro. È diciamo una sorta di lavagna interattiva per prendere appunti durante una videoconferenza che ti consente di reallizzare mappe concettuali di quello che ci siamo detti.
Per la gestione poi della videoconferenze poi potrebbe essere utile appoggiarsi a uno stream deck. Sono dispositivi per streamer che permettono di gestire la comunicazione attraverso pochi pulsanti.
Una delle cose più fastidiose legato al boom di conference call è rappresentato dall'interfaccia di gestione dei pulsanti muto/riattiva, accendi schermo, metti in pausa, ecc. Una tastiera personalizzabile con piccoli schermi LED rende l'operazione più rilassante anche se prima va configurata. Ciò significa che hai bisogno di una versione extra ed extra-piccola di tutti i tuoi elementi essenziali, riposti permanentemente nella tua borsa da viaggio. (Se escono dalla tua borsa a casa, potresti non averli quando arrivi al bar).
Lo zaino o la borsa è diventato il simbolo del lavoratore ibrido. Cosa non deve mai mancare? Un caricabatteria portatile, fondamentale se ti trovi per esempio in un bar e non sei vicino a una presa di corrente. Cuffie con cavo che sono meglio degli auricolari Bluetooth perché non si scaricano mai. E un kit di cavi di alimentazione solo per placare l'ansia da batteria scarica. Lo zaino poi deve essere progettato per contenere il portatile e avere delle tasche per i piccoli gadget. Infine, qualcuno che ti monitori. Uno dei rischi del lavoro agile è quello di lavorare perdendo la percezione del tempo.
L'ufficio aiuta perché al di fuori degli appuntamenti dà un ritmo alla tua giornata, ti ricorda che ha degli orari. Quando sei a casa saltano alcune di queste routine, smetti di vestirti bene, resti in piagiama e puoi capitare ad alcuni di noi di lavorare come se non ci fosse un domani. Una app che ci dice chiaramente quanto tempo passiamo al telefono e con quali app o anche solo ci aiuta a prenderci del tempo per noi potrebbe essere utile. Anche per la nostra salute mentale.
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