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Dopo l’incubo Codogno rinasce con il baseball. Il derby con Piacenza, sfida delle sfide

Il sindaco Passerini: sarà il primo sport a ripartire dopo l’epidemia. Due gare a porte chiuse ma «un grande passo in avanti verso la normalità»

di Luca Benecchi

3' di lettura

«Una palla da baseball la si strizza. La si spreme, per così dire, o la si munge. La resistenza del materiale pressato fa venir voglia di stringere più forte. C'è un equilibrio, una piacevole tensione animale tra l’oggetto di pelle dura e la mano ad artiglio, con le vene gonfie per lo sforzo. E la sensazione delle cuciture in rilievo sulla punta delle dita, contorni di filo simili a gobbe sotto le articolazioni delle nocche, il cotone ritorto che può essere visto come un’impronta di pollice ingigantito delle spirali sul polpastrello del tuo pollice».

Il fascino e l’epopea del baseball sono raccontati con queste parole di Don DeLillo nel suo Underworld. La storia della sfida del 3 ottobre 1951 tra i New York Giants e i Brooklyn Dodgers decisa da un colpo di Bobby Thompson. Della palla con cui viene battuto l’altrettanto leggendario fuoricampo (che assicura la vittoria del campionato ai Giants ) si impadronisce un ragazzino nero di Harlem. E seguendo il destino di quella palla di scoprono le piccole storie d’America che compongono la grande storia, dalla Guerra fredda alla fine del Secolo. E, come quella americana, il derby di baseball tra Codogno e Piacenza , nel suo piccolo è un po’ un’altra partita del secolo.

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«Sarà il simbolo dell’Italia che riparte, che vince sulla morte». Il baseball a Codogno ha una grande tradizione, per molti è una ragione di vita, racconta il sindaco Francesco Passerini in queste ore che precedono la sfida di sabato. Ma sarà il primo sport a ripartire dopo l’epidemia. Due gare a porte chiuse ma «un grande passo in avanti verso la normalità».

Un’immagine dell’ultima sfida tra Piacenza e Codogno nel 2019

A insistere per ripartire da Codogno è stato in primo luogo il presidente della federazione Andrea Marcon. «Il nostro è uno sport che prevede pochissimo contatto fisico e la stagione, a differenza di calcio e basket, si svolge nell’anno solare tra la primavera e l’estate. Dovevamo partire a marzo ma chiaramente non è stato possibile».

E per uno strano caso del destino il calendario della prima giornata di serie B diceva Codogno-Piacenza. Lo storico derby del Po.

E che da queste parti il baseball sia per molti ben più di una passione lo racconta Filippo Affetti, il giovane giocatore del Codogno baseball '67 che durante i maledetti giorni della Zona Rossa si è inventato un modo di testimoniare cosa è per lui questo sport. «Io abito a Lodi e non potevo più andare a Codogno, mentre un amico che gioca a Lodi non poteva uscire da Codogno». E così Filippo ha pensato di ritrovarsi proprio sul confine dell’area off limits a lanciarsi la palla da baseball da una parte all’altra della strada, proprio davanti al posto di blocco della forze dell’ordine. «Volevamo solo dire a tutti che il baseball supera qualsiasi confine, perché questo è il nostro sogno». Un sogno, quello di Filippo, che qualche confine l’ha superato.

L’allenamento a cavallo della Zona Rossa tra Lodi e Codogno

Ma nei mesi in cui tra una riva l’altra del fiume Po si contavano decine e decine di morti al giorno, in questo piccolo mondo di appassionati non ci sono state solo storie di speranza. Ma anche di dolore. «Antonio Righi – spiega Danilo Minoia, vicepresidente del Piacenza baseball – è stato per tanti anni nostro allenatore e tecnico delle giovanili. Il virus l’ha portato via dopo tanti giorni di ospedale. Faceva il volontario nella Croce Rossa e probabilmente lì ha contratto la malattia».

E c’è anche la storia di Matteo Ardemagni detto Cecchino, anche lui ex allenatore e giocatore, che il Corona virus invece l’ha preso all’ospedale di Codogno nei giorni del Paziente Uno. Ricoverato il 21 febbraio, lo stesso giorno di Mattia il maratoneta. Terapia intensiva, tracheotomia e messo temporaneamente in dialisi. Infiniti sono stati i 118 giorni di ricovero per il campione. Troppi anche per lui che con ironia dice essere il paziente uno e mezzo. Prima del derby presidente della federazione Marcon gli consegnerà una maglia della Nazionale.

Cecchino Ardemagni, simbolo del baseball a Codogno

A Villa Soave a Codogno, il derby del Po sarà preceduto dalla presentazione della stagione agonistica e del calendario. La Federazione Baseball ha voluto che fosse questo derby a rappresentare la rinascita del baseball in un territorio tra i più martoriati dalla pandemia. E per fare questo è arrivata al punto da riservargli un week-end intero in esclusiva, visto che tutti i campionati, dall’A1 alla C, partiranno dopo. E a fare da protagonisti saranno i biancazzurri di Codogno ed i biancorossi di Piacenza, un evento che verrà ricordato per molto tempo. Un po’ come la sfida tra i New York Giants e i Brooklyn Dodgers del 3 ottobre 1951.

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