ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCiclismo

Dopo il ritiro di Evenepoel il Giro d’Italia riparte tra sospetti e mascherine

Il tema del giorno, dopo il clamoroso ritiro della maglia rosa, è ancora quello del Covid, dopo i continui forfait (compreso quello del nostro Filippo Ganna) che si stanno verificando dalla partenza della corsa

di Dario Ceccarelli

(ANSA)

3' di lettura

Altro che giorno di riposo! Tutti con la mascherina, tutti guardinghi come ai tempi della pandemia. Come se fossimo ritornati indietro di due anni. Ritorno al passato o ritorno al futuro?

Quello che avrebbe dovuto essere un tranquillo lunedì di recupero e di relax, prima di ripartire questo martedì con la decima tappa del Giro, la Scandiano-Viareggio di 196 km (frazione per sprinter a caccia di traguardi), si è trasformato in giorno di profonda tensione e di sospettose polemiche sui regolamenti e sulle misure di sicurezza antipandemiche.

Loading...

Covid ancora protagonista

Il tema del giorno, dopo il clamoroso ritiro della maglia rosa, Remco Evenepoel, è ancora quello del covid dopo i continui forfait (compreso quello del nostro Filippo Ganna) che si stanno verificando dalla partenza della corsa. Il ritiro del campione del mondo, subito dopo aver vinto (ma non stravinto) la crono di Cesena, ha ovviamente provocato stupore e anche molti dubbi per le modalità con cui il leader belga si è rapidamente allontanato dalla carovana. Una “fuga” anche questa? D’accordo la positività, d'accordo il tampone, dicono i più critici, ma non poteva, considerando il giorno di riposo, fare qualche nuovo riscontro?

A differenza di Ganna, che era febbricitante, Evenepoel dopo la crono neppure tossiva. Non poteva aspettare 24 ore prima di dire arrivederci e grazie e ci vediamo la prossima volta? Qui si intrecciano due discorsi. Uno più spinoso dell’altro. Il primo è sulla salute, l’altro sulle troppe ombre che macchiano questa vicenda. Non è vero che non ci sia più un protocollo. O che non esista più un regolamento Uci. Anche se l'Organizzazione mondiale della Sanità ha ufficializzato la fine della pandemia, le norme sulla sicurezza, entrate in vigore il 20 gennaio 2023, sono ancora valide. Norme alle quali bisogna attenersi e che obbligano squadre e organizzatori a rispettarle. E quindi, sotto la responsabilità dei medici, non può essere taciuta la positività di nessuno, maglia rosa o ultimo in classifica non importa. Allo stesso modo, durante le gare a tappa, va effettuato un continuo monitoraggio della salute dei corridori e e dello staff delle squadre. Le norme invitano anche ad usare le mascherine in aree chiuse e poco ventilate a seconda dell'inasprimento del virus.

Norme chiare e responsabilità medica

Insomma, le norme sono chiare. Come è chiaro che, alla fine, la responsabilità principale spetta ai medici. C'è infatti tra loro una preoccupazione: che i corridori, pur fortissimi atleti, siano più esposti al virus proprio perché sono delle macchine da competizione potenti ma fragili allo stesso tempo. Che insomma, venendo a mancare le normali difese immunitarie, i controlli debbano essere maggiori per evitare complicazioni più serie.

E qui non si può non pensare alla dolorosa vicenda di Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi-Roubaix nel 2021, costretto al ritiro qualche mese dopo per un blocco cardiaco in cui rischiò la vita al Giro di Catalogna. Detto tutto questo, i mugugni restano. Mugugni dovuti al fatto che il dominio di Evenepoel, anche dopo aver vinto la crono, non fosse di una superiorità così schiacciante, anzi. Il nuovo leader del Giro, lo scozzese Thomas, era stato battuto solo di un secondo. E anche il suo compagno, l'inglese Hart, aveva perso di pochissimo. Lo stesso Roglic, grande favorito alla vigilia, in classifica stava a 47 “ dal belga.

Evenepoel ha preso la palla al balzo?

Gli avversati di Remco erano tutti lì, pronti a braccarlo, in un fazzoletto di neanche un minuto. Con due terzi del Giro e tutta l'ultima settimana di montagne ancora da affrontare. Da qui nascono le perplessità. Che cioè Evenepoel abbia preso la palla al balzo (del covid) per evitare un confronto più duro del previsto. I due della Ineos, superteam attrezzatissimo, sono fortissimi nelle corse a tappe. Thomas ha già vinto un Tour (2018), Hart il Giro del 2020. Poi c'è Roglic, meno brillante alla partenza, ma sicuramente competitivo nell'ultima settimana. E il portoghese Almeida. Un gruppetto tosto di avversari che gli avrebbero dato battaglia. E il belga, che le sue cartucce nelle crono le aveva già sparate, ne era consapevole. Non a caso, a Cesena, si era detto insoddisfatto. «Pensavo d'andar più forte», aveva borbottato il belga non nascondendo la delusione. Un conto è ripartire, dopo il riposo,con oltre due minuti di vantaggio, un altro è averli tutti dietro pronti per una imboscata. Meglio tornarsene a casa, allora. Con due crono vinte e qualche giorno in rosa nella valigia. Pronta per essere rifatta per il Tour de France che quest'anno si conclude a poca distanza del Mondiale di Glasgow che si disputerà prossimo il 13 agosto, in anticipo sul calendario.

Peccato. Un Giro che avrebbe dovuto essere grande Giro è diventato un Giro di chiacchiere e sospetti. Speriamo che chi resta ci faccia dimenticare i cattivi pensieri.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti