Carriere e istituzioni

Doppietta per Tosatti: Padiglione Italia e Quadriennale di Roma

L’artista chiamato da Eugenio Viola a rappresentare il paese a Venezia, è stato scelto anche per la direzione artistica della Quadriennale per il triennio 2021-2024

di Nicola Zanella

Palazzo delle Esposizioni

2' di lettura

Gian Maria Tosatti è il nuovo direttore artistico della Quadriennale di Roma per il triennio 2021-2024, spuntandola all’interno di una rosa di 43 candidature. Proprio nel giorno in cui il curatore del Padiglione Italia, Eugenio Viola, ha reso ufficiale che Gian Maria Tosatti, come anticipato a maggio da ArtEconomy24, è stato designato a rappresentare l’Italia alla prossima Biennale di Venezia, ecco arrivare l’annuncio che l’artista romano, classe 1980, sarà il direttore artistico della Quadriennale per il prossimo triennio. Le candidature pervenute sono state esaminate da una Commissione incaricata dal Cda della Fondazione La Quadriennale di Roma e composta, oltre che da Umberto Croppi e dal direttore generale Ilaria Della Torre, da Valentina Tanni come membro interno e da Laura Cherubini, come componente esterno.
Lo stesso Croppi, presidente dell’istituzione capitolina motiva così la scelta: “Siamo certi che, con Gian Maria Tosatti alla direzione artistica, la Quadriennale riuscirà a dare una scossa alla propria programmazione e a consolidare il suo ruolo di riferimento per la promozione dell'arte italiana contemporanea”.

Gian Maria Tosatti

Chi lascia e chi arriva

Il nome di Tosatti è risultato vincitore all’interno di un’ampia rosa di candidature e il suo insediamento si inserisce in un triennio di transizione tra l’ultima edizione della Quadriennale curata da Sarah Cosulich e Stefano Colicelli Cagol e la prossima, la 17ª, attesa per il 2025. Lo stesso artista-curatore commenta la sua nomina: “Questo incarico, arrivato quasi simultaneamente alla mia designazione per il padiglione italiano alla Biennale di Venezia sembra il secondo movimento di un unico respiro”, continuando poi con una dichiarazione di intenti : “Nel mio percorso, l'impegno – a volte faticoso, a volte esaltante – di stimolare la costruzione di dialoghi solidi e critici fra gli artisti è stata una linea di condotta costante. Non ho mai pensato che si potesse scrivere una sola pagina di storia dell'arte che fosse una storia di solitudini. La storia dell'arte è una sinfonia di confronti, serrati, aperti, illuminanti. Questo terrò a mente nel dar corso ad una prospettiva esaltante che torna a responsabilizzare fortemente la figura di un artista”. Un impegno che non dimenticheremo.

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Del resto come scrive di se stesso i suoi progetti sono indagini a lungo termine su temi legati al concetto di identità, sia sul piano politico che spirituale. Il suo lavoro, nel portfolio della galleria Lia Rumma, consiste principalmente in grandi installazioni site specific concepite per interi edifici o aree urbane. La sua pratica coinvolge spesso le comunità connesse ai luoghi in cui le opere prendono corpo. Nel 2015 la rivista internazionale ArtReview lo ha inserito nella lista dei 30 artisti più interessanti della sua generazione (Future Greats). Ha esposto presso La Galleria Nazionale di Roma e il Petah Tikva Museum of Art nel 2017, il MADRE di Napoli nel 2016, l'Hessel Museum del CCS BARD a New York, il Museo Archeologico di Salerno e alla BJCEM nel 2014, l’American Academy di Roma (2013), il Museo Villa Croce di Genova (2012), il Lower Manhattan Cultural Council a New York nel 2011) al Chelsea Art Museum di New York nel 2009 e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2008.

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