Dormire fa bene e rende più produttivi. Ecco le tecnologie che aiutano il riposo
Braccialetti, sensori, app, smart speaker e tanta statistica. Secondo uno studio in Italia riposiamo poco e male. Una guida per imparare a misurare i cicli di veglia e qualche suggerimento
di Luca Tremolada
3' di lettura
Il sonno non va sottovalutato. Anzi, va misurato e per certi versi anche celebrato. Anche perché non è solo una variabile culturale ma anche generazionale. I Millenials cioè i nati tra il 1981 e la fine degli anni ’90, coloro che oggi hanno tra i trenta e i quarant'anni dormono in media 22 minuti in più al giorno rispetto ai loro genitori.
Come ha scritto Michelle Freeman, economista senior presso il Bureau of Labor Statistics i cambiamenti nella tecnologia hanno pesato pesantemente nelle scelte delle persone nella produttività e anche nel tempo che allochiamo per le nostre attività.
«Per la Generazione X lo stare a letto è considerato una forma di pigrizia, per i loro figli il riposo va incentivato perché fa bene al fisico e alla salute». In più sono più produttivi (in media). Lavorano da casa, sono connessi online e sanno piegare le tecnologie ai loro bisogni.
E poi c'è il fattore culturale. Noi italiani per esempio, in media, dormiamo poco e male. Uno studio di YouGov commissionato da Oppo sostiene che sette italiani su dieci vanno a letto prima della mezzanotte e dormono meno di sette ore in media e quindi non abbastanza.
Il 57% si lamenta di trovare difficoltà a prendere sonno. Secondo ricercatori e medici del sonno, si può per esempio aumentare l’esercizio mattutino, ridurre il consumo di alcol e caffeina ed eliminare l’esposizione alla luce blu dagli schermi per almeno un’ora prima di andare a letto.
Uno studio McKinsey ha dimostrato che i dispositivi indossabili di elettronica di consumo possono essere utilizzati per studiare la relazione del sonno con fattori demografici, socioeconomici e di stile di vita. Tuttavia, misurare il sonno di per sé non risolve. Anzi, ci sono ricerche che considerano gli sleep tracker parte del problema.
Detto altrimenti, i dispositivi che monitorano la qualità del riposo possono avere effetti ansiogeni in quei soggetti che vivono con difficoltà essere fuori dalla norma. Per tutti gli altri avere la possibilità di conoscere battito cardiaco, movimento nel sonno, stato di veglia e altri parametri può essere utile per cambiare le proprie routine nel corso della giornata. Occorre però affidarsi a dispositivi ottimizzati.
Per dire, non è sempre una buona scelta quella di pescare a casaccio nelle sempre più numerose app che promettono suoni rilassanti e sessioni di meditazione. L'American Academy of Sleep Medicine istituto che studia la materia ha analizzato più di duemila app e ha certificato la validità per solo il 3 per cento.
Se invece ci limitiamo ai dispositivi indossabili i fitness tracker più popolari misurano indicatori come la frequenza cardiaca, il sonno e il livello di attività. Ma in alcuni casi il monitoraggio del riposo richiede un abbonamento a parte.
Volendo qualcosa di più specifico occorre leggere bene se il tracker monitora solo il battito cardiaco o anche la frequenza sanguigna, o se si limita a segnalare i cicli di sonno-veglia. E quindi se dispositivo ha sensori ECG che misurano la saturazione di ossigeno nel sangue, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e il movimento o anche sensori Ppg (fotopletismografia) per la pressione sanguigna.
Volendo poi evitare di indossare braccialetti o sensori ci sono anche soluzioni più sofisticate. Come la seconda generazione dello smart speaker Google che utilizza la funzionalità Motion Sense. La tecnologia basata sul principio dei radar permette di riconoscere posizione e movimenti della persona. Il dispositivo deve essere posto sul comodino della camera da letto, traccia il sonno della persona che ha accanto (l'eventuale partner non è rilevato).
Il monitoraggio del sonno può rilevare i momenti di veglia, il sonno profondo e il respiro ma anche la temperatura nella stanza e le variazioni della luce ma anche disturbi anche disturbi come colpi di tosse e russamento. Il report è preciso. La lettura è sempre sorprendente perché al volte non ci accorgiamo di quanto poco dormiamo in modalità sonno profondo.
Esistono poi oggetti più particolari e curiosi. Come Dodow che è un metronomo luminoso che promette di aiutarti a prendere sonno. L'esercizio dura 8-20 minuti e poi Dodow si spegne da solo. Divertenti sono anche le Bose Sleepbuds II, auricolari non economici studiati per isolarti da russamenti esterni e annullare completamente i rumori dei vicini. Emettono dei suoni neutri e rilassanti come la pioggia e le onde del mare.
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