Dote di 81 milioni per rilanciare le attività industriali
Il 30 ottobre l’inaugurazione del molo Sammuzzo: è destinato alla crocieristica
di Nino Amadore
4' di lettura
L’appuntamento è per il 30 ottobre, giorno di inaugurazione del molo Sammuzzo, un pezzo del porto di Palermo che è stato riqualificato. E si tratta, in qualche modo, di un ulteriore traguardo per lo scalo palermitano che insieme ai porti di Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle fa parte dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale al cui vertice c’è Pasqualino Monti. I cantieri non si sono fermati un attimo nonostante il lockdown e il porto di Palermo guarda avanti: in arrivo anche un bando da poco più di 25 milioni per la riqualificazione dell’area intorno al Castello a Mare. Intanto l’Autorità portuale ha incassato il via libera da parte del ministero delle Infrastrutture del finanziamento di 106,5 milioni di euro di cui 81 milioni destinati alla riqualificazione industriale del polo portuale di Palermo. Tutte vicende che fanno guardare al futuro con ottimismo: «Ormai - dice Monti - il più è fatto: Palermo è in discesa e si avvia a essere un polo moderno e rinnovato. Questo percorso sta traghettando il porto, in tre anni e mezzo, dagli anni Settanta al 2020, colmando un gap di 50 anni. Serviranno almeno altri 3 anni per completare la trasformazione ma, a questo punto, la risposta del mercato che vedo positiva non mi sorprende più di tanto».
Quale e quanto sia stato il cambiamento lo si può vedere a colpo d’occhio. La strategia è segnata: il traffico di navi da crociera sta lentamente riprendendo «anche se con numeri diversi rispetto al periodo pre-lockdown. Le navi da crociera stanno, pian piano, ritornando. Ha iniziato la MSC con la Grandiosa, adesso ha ripreso anche Costa con Smeralda e Diadema. Avremo navi ogni mese e il calendario, anche quello del 2021 su cui si lavora, assume sempre più una forma di normalità. Ho sempre sostenuto, anche durante il lockdown, che il trasporto via mare sia il più sicuro, perché le navi sono di grandi dimensioni e di conseguenza, potendo attuare facilmente il distanziamento sociale, riescono a trasportare un numero rilevante di passeggeri» dice ancora Monti. Ma il punto è davvero un altro e riguarda il cosiddetto traffico merci su Ro-ro che ha registrato nel periodo gennaio–luglio 2020 un aumento del 18,8 % rispetto allo stesso arco di tempo nel 2019 mentre nel settore delle rinfuse solide, l'incremento è del 130,8 per cento. «I nostri porti vivono fondamentalmente di traffico Ro-ro, quello dei contenitori è più limitato dal contesto. Nel Ro-ro, invece, la Sicilia occidentale, più vicina ai paesi nordafricani, ha le sue peculiarità e rappresenta un’attrattiva importante» dice Monti.
Tra i risultati portati a casa l’aggiudicazione alla Osp srl (operazioni e servizi portuali) dell’imprenditore Giuseppe Todaro del bando di quasi 136 milioni (75 milioni di incassi diretti e il resto per ribaltamento dei costi): si tratta di un project financing (finanza di progetto) per la gestione ventennale dei servizi portuali di Palermo e Termini Imerese, come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la gestione della rete elettrica, idrica e dei servizi di erogazione, parcheggi, pulizia e la manutenzione delle aree comuni. Con un secondo bando da 23,5 milioni è avvenuto l’affidamento, sempre con finanza di progetto, della concessione dei lavori e dei servizi, per oltre vent'anni, per la realizzazione delle infrastrutture energetiche e reti dati (Smart Port) delle aree dei porti di Palermo, Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle. L’iniziativa progettuale è stata avanzata dal Gruppo Free (Energy Saving ed Energia), leader sull’efficienza e sul risparmio energetico - con un portafoglio di oltre 60mila clienti - e da Luxmaster. «Sono prossime 200 assunzioni, nel privato soprattutto, grazie alle procedure portate avanti per far crescere le aziende portuali» dice Monti.
Ma il ragionamento del presidente dell’Autorità portuale va oltre lo sviluppo di Palermo: «I porti della Sicilia occidentale si svilupperanno e creeranno certamente, come stanno già ampiamente dimostrando, economia reale e posti di lavoro, ma l'elemento più importante è la partita che la Sicilia gioca con se stessa- continua Monti -. I porti vivono in funzione dei mercati di consumo interno, se si va incontro a una fase di spopolamento generalizzato è un bel problema, perché i mercati di consumo perdono di forza. Con gli attuali mercati di consumo e con infrastrutture moderne, molte merci, anche solo in toccata, in transhipment, in Sicilia arrivano, perché nei nostri scali trovano un’infrastruttura moderna o che si sta velocemente ammodernando, ma la vera forza risiede per una grande isola, nella sua capacità di “consumo”; i porti faranno da volano all'incremento del Pil regionale se troveranno industria alle spalle e popolazione che consuma». Ma è necessario sostenere questo sviluppo con «una politica fiscale incentivante che consenta di avviare una fase di reindustrializzazione soprattutto dell'entroterra. Noi stiamo incentivando questa azione per quello che è di nostra competenza, con forza e determinazione stiamo cercando di riattivare Fincantieri, la prima industria di costruzione delle navi: abbiamo già chiuso l’accordo, dobbiamo ora realizzare gli ultimi lavori sul bacino da 150 mila tonnellate».
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