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Douglas riparte in Italia con nuove aperture e servizi

Pampani (ceo Southern Europe): «Caro bollette e crisi politica frenano la spesa. Stiamo cercando di contenere l’incremento dei prezzi nonostante l’aumento dei listini dei fornitori fino al 10%»

di Marika Gervasio

2' di lettura

Ha da poco inaugurato il suo 370° negozio in Italia, alla stazione Termini di Roma, la catena di profumerie Douglas che ricomincia il suo processo di espansione dopo il piano di riorganizzazione della rete vendita avviato l’anno scorso (a febbraio l’azienda tedesca aveva, infatti, annunciato - causa crisi post pandemia - la chiusura, sul nostro territorio, di 128 negozi, il 25% circa del totale dei punti vendita nazionali).

«L’apertura del flagship store di Roma è un’ulteriore conferma della volontà di Douglas di sviluppare e ampliare costantemente il proprio network di negozi - commenta Fabio Pampani, ceo Douglas Southern Europe -. Stiamo notando come i nostri clienti, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, abbiano il desiderio di riprendere le loro routine di bellezza: i nostri servizi e le nostre beauty lounge rispondono ampiamente a questa esigenza. Tutto questo conferma il posizionamento prestige dell’insegna».

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Certo il momento non è dei migliori tra la guerra in Ucraina, la crisi della supply chain e il caro bollette che pesano su aziende e consumatori già provati dalla pandemia. «Durante il periodo estivo non abbiamo notato una forte ripercussione dovuta a questi accadimenti - spiega Pampani -. A partire dall’ultima settimana di agosto fino ad ora invece abbiamo riscontrato una propensione del cliente a prestare maggiore attenzione alla propria spesa che a mio avviso è collegabile all’impatto creato delle prime bollette di energia elettrica ed anche la recente crisi politica non ha aiutato nel breve periodo la propensione al consumo».

E aggiunge: «Negli ultimi due mesi stiamo cercando, nei limiti del possibile, di contenere l’incremento dei prezzi nonostante l’aumento dei listini dei fornitori fino al 10%. Stiamo anche attuando una policy interna sull’utilizzo dell’energia, da un lato atta a contenere i costi dell’impresa dall’altro ad avere un atteggiamento più attento e responsabile da un punto di vista sociale. Commercialmente continuiamo la nostra politica dell’implementazione dei servizi di importanti esclusive di prodotto che ci stanno consentendo una sempre maggiore fidelizzazione del nostro cliente».

Quanto allo sviluppo retail, dopo l’apertura di Roma Termini «analizzeremo tutte le opportunità che riguardano sia il centro città che i centri commerciali che hanno caratteristiche corrispondenti a quelle del nuovo store romano - continua il ceo -. Tutte queste aperture, come per Roma, vedranno la nascita dei nostri centri estetici all’interno dei nostri negozi».

Retail fisico, ma non solo: «Anche dopo l’allentamento delle misure di sicurezza anti Covid e con il ritorno in store - conclude Pampani -, le vendite online e il mondo digital in generale continuano a essere un asse importante per le aziende. Il fatturato dell’e-commerce in Italia ha superato il 10% del fatturale totale; dopo la grande performance a cui abbiamo assistito durante la fase iniziale del covid, si è assestato su valori costanti, senza più cannibalizzare il mercato del fisico».

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