Fase 2, dalle mascherine a 50 centesimi a dove fare tamponi e test: 5 cose da sapere
In cinque domande e risposte le cose principali da sapere su mascherine, tamponi e test sierologici: i tre strumenti principali (distanziamento a parte) della fase 2, in attesa della app per tracciare i positivi, che si vedrà solo a fine maggio
di Andrea Gagliardi
4' di lettura
In attesa della app per tracciare i positivi, che si vedrà solo a fine maggio, sono tre gli strumenti principali (distanziamento a parte) a cui fare ricorso nella fase 2 di convivenza con il coronavirus, iniziata lunedì 4 maggio: mascherine, tamponi e test sierologici. Ecco le cose più importanti da sapere su questi tre fronti.
1) Dove si trovano le mascherine chirurgiche a 50 centesimi?
Dopo gli accordi siglati dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, sono circa 20mila i punti vendita della grande distribuzione e 30mila le farmacie e parafarmacie dove le mascherine chirurgiche possono essere acquistate a 0,50 centesimi (grazie alla garanzia di un ristoro a quei negozianti che hanno già provveduto a rifornirsi a prezzi più alti), al netto dell’Iva. Il prezzo di vendita al pubblico è in generale perciò di 61 centesimi. L’azzeramento di quest’ultima dovrebbe arrivare con il “decreto maggio” atteso in settimana. Con la formalizzazione dell’intesa raggiunta con i tabaccai si arriva in teoria a 100mila punti vendita. La realtà però è diversa, perché al terzo giorno della Fase 2 le mascherine chirurgiche a prezzo calmierato sono ancora difficili da trovare. A Milano sono di fatto ancora attese nelle farmacie. A Torino le scorte sono spesso esaurite. A Roma, lì dove sono disponibili, sono in vendita a stock di 5, 10 e 50 pezzi, con un costo che varia dai 3 ai 30 euro.
2) Cosa rischio se non metto la mascherina?
A partire dal 4 maggio è diventato obbligatorio l'uso della mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico (quali mezzi di trasporto pubblico ed esercizi commerciali) e comunque in tutte le situazioni in cui «non sia possibile garantire continuativamente la distanza di sicurezza». Al di là del fatto che alcune regioni come Lombardia e Veneto la prescrivono sempre fuori casa e altre come il Lazio anche in strada per chi si ferma a parlare con qualcuno, nell’ultimo Dpcm non sono state previste sanzioni per chi non usa la mascherina. Ma le ordinanze di alcune regioni come Toscana e Campania, fanno riferimento in caso di mancato rispetto delle misure di prevenzione del rischio di contagio (tra cui l’obbligo di utilizzo della mascherina nei luoghi pubblici) alle sanzioni da 400 a 3mila euro previste dall'art.4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n.19, per i trasgressori dei provvedimenti presi per l'emergenza coronavirus (dai limiti agli spostamenti al divieto di uscire per chi è in quarantena). A Pisa si registrano multe a persone che non indossavano la mascherina in luoghi pubblici. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca lo ha detto espressamente: «C'è obbligo di indossare mascherina altrimenti ci sono le sanzioni». E a Roma il 4 maggio un autista di un bus di linea che non indossava la mascherina ha ricevuto una sanzione di 400 euro dalla polizia municipale.
3) A chi mi rivolgo per fare un tampone?
Se ho timore di essere positivo al coronavirus non posso muovermi in maniera autonoma e rivolgermi per esempio a un laboratorio privato. Tutto passa attraverso le Asl e la sanità pubblica. Per il tampone serve la prescrizione medica od ospedaliera. In Italia sono stati effettuati finora oltre 2,2 milioni di tamponi a oltre 1,5 milioni di persone. E il governo si propone di effettuarne 5 milioni nei primi due mesi della Fase 2. È una circolare del 3 aprile del ministero della Salute che fissa i criteri di priorità per i tamponi, a partire dai sintomatici, dai pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave, operatori sanitari esposti a maggior rischio, soggetti fragili a causa di patologie croniche o comunque gravi come il cancro e soggetti con infezione respiratoria ricoverati nelle Rsa (residenze sanitarie assistenziali).
Leggi anche: Corsa ai test sierologici, ma conviene farli? Ecco i pro e i contro
4) Dove posso fare il test sierologico e a cosa serve?
I test sierologici sono dei kit che attraverso a una goccia o a un prelievo di sangue verificano la presenza degli anticorpi e dunque il contatto avvenuto con il virus. Il Governo da lunedì 4 maggio ha iniziato l'indagine epidemiologica per 150mila test con l'obiettivo di capire quanto si è diffuso il virus nel Paese. Le Regioni se ne sono accaparrati centinaia di migliaia per il proprio personale più esposto (sanitari e forze dell'ordine per esempio). Anche diverse imprese li stanno testando sui propri dipendenti che rientrano, mentre molti cittadini stanno cominciando a rivolgersi ai laboratori privati. Ma i tecnici del Comitato scientifico sottolineano che questi test al momento non danno una «patente di immunità». Si tratta di test orientativi che funzionano davvero, se, in caso di positività, sono associati ai tamponi.
Leggi anche: Assistenza domiciliare, in ritardo le unità speciali anti-Covid
5) Quanto costa un test sierologico fatto privatamente?
Si stanno diffondendo sul territorio laboratori privati di analisi cliniche che effettuano test sierologici. Si tratta di test a pagamento senza un tariffario univoco. Si va da 30 euro fino a 120 euro se il prelievo viene fatto a casa da un infermiere. Nei centri Artemisia a Roma un test costa 70 euro . Il risultato arriva dopo due giorni.
Per approfondire
● Tutti i dubbi sulla tecnologia di tracciamento dei contagi scelta dall'Italia
● Le tre “T” decisive della fase 2 che possono aiutarci a vincere la pandemia
loading...