Draghi e Summers al ricordo di Alesina, credibilità e crescita
La globalizzazione porta crescita. Non la pace, forse, ma sicuramente una maggiore prosperità
di Riccardo Sorrentino
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La globalizzazione porta crescita. Non la pace, forse, ma sicuramente una maggiore prosperità. Il primo ministro Mario Draghi ha colto l’occasione dell’evento In memory of Alberto Alesina, ieri alla Bocconi per ricordare l’economista scomparso il 23 maggio 2020 («un mentore eccezionale per tantissimi studenti e giovani accademici, ed una voce di spicco nel dibattito pubblico» ha detto), per smontare la retorica sulla deglobalizzazione che tende a imporsi in questi mesi, non senza qualche slancio di antiglobalizzazione. «Molte regole sono state danneggiate negli ultimi anni dalla mancanza di rispetto di alcuni paesi grandi, come la Cina - ha detto - poi c’è stato un presidente negli Usa che ha avuto come missione quella di rompere l’ordine e l’assetto esistente, poi la pandemia e ora la guerra nell’Ucraina». Draghi ha un po’ messo in dubbio l’esistenza di una vera tendenza verso la deglobalizzazione, pur ammettendo la possibilità di una «doppia globalizzazione». «Le relazioni con la Cina - ha però detto, facendo l’esempio del “rivale strategico” dell’Europa - sono molto simili a quelle che erano in passato», e anche nel campo dell’energia, dove si accumulano le tensioni politiche, non sembra che la strada vada verso una riduzione delle relazioni commerciali internazionali. «Ora che finalmente abbiamo affrontato in Italia la dipendenza, che rischia di diventare sottomissione alla Russia - ha aggiunto - l’immediata risposta è stata quella di creare più globalizzazione», creando nuove relazioni con gli altri Paesi, africani soprattutto. Il rischio di una qualsiasi tendenza alla chiusura è quello di perdere la prosperità che la globalizzazione ha portato con sé: «Le regole del multilateralismo portano prosperità», ha ricordato: «Che abbia portato alla pace nutro dei dubbi», ha aggiunto smontando una parte della retorica sul commercio internazionale, «ma possono portare alla crescita» e ora quindi «occorre ricostruire le basi della nostra prosperità». Occorre procedere per passi concreti. La riforma della Wto è a portata di mano «e penso che anche i cinesi siano d’accordo». Il forum più adeguato, per poter andare avanti su questa strada è il G20, molto più del G7.
La concretezza, riassunta nella formula del «federalismo pragmatico» già usata di fronte al Parlamento europeo, è la soluzione anche per i problemi europei. «I singoli Paesi non possono affrontare da soli alcuni problemi» e occorre quindi creare nuove istituzioni. Nel campo della difesa comune, per esempio, esempio emblematico dellla necessità di un maggior coordinamento: non richiede molte spese in più: già spendiamo il triplo della Russia». Insieme alla difesa, anche la politica economica «oggi più che mai», la logistica, e la sanità, sono settori in cui sarà necessario coordinarsi meglio.
Il ricordo di Alesina, un pioniere nel campo della nuova economia politica, ma soprattutto - come ha ricordato Lawrence Summers, docente ad Harvard come Alesina ed ex segretario al Tesoro con Bill Clinton - nel campo della coerenza dinamica, nel tempo, della politica economica, è emerso nel richiamo di Draghi alla necessità di prendersi cura della credibilità, una lezione che ha tratto dalla politica monetaria: «Occorre essere coerenti con quello che dite. La credibilità è essenziale: i fatti devono seguire le parole». In apertura Draghi ha rotto il cerimoniale per esprimere soprattutto il «cordoglio per la terribile tragedia in Texas».
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