Draghi: sui vaccini Italia meglio della Ue. La Gran Bretagna insegna che bisogna uscirne con gradualità
Il premier: «La difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unita a rallentamenti nei processi di trasporto e consegna, hanno contribuito ovunque a un aumento del tasso d'inflazione». Affrontato anche il tema migranti con un deciso appello all’Ue per un piano sull’immigrazione e i rincari dell’energia: «Necessari nuovi interventi»
di Mariolina Sesto
I punti chiave
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«Voglio ringraziare tutti i cittadini che hanno scelto di vaccinarsi, in particolare i giovani e giovanissimi, e chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane dopo aver superato le proprie esitazioni». Ha cominciato così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il suo discorso in Aula al Senato in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre. Poi, nel pomeriggio alla Camera ha sottolineato: sul Covid «non solo il passato ma il presente ci insegna che questa è la strada giusta: il Regno Unito abbandonata ogni cautela si trova di fronte a 50mila contagi giornalieri e 200 morti ieri. Questo ci insegna che non usciremo da questa situazione in un istante. Anche nell’uscita bisognerà uscire con gradualità».
«Al Consiglio, discuteremo inoltre dell’approccio europeo per affrontare e superare eventuali future pandemie - ha sottolineato Draghi - dobbiamo investire nella scienza e nella ricerca, che ci hanno permesso di avere vaccini efficaci e sicuri in pochi mesi». «Ddobbiamo evitare il ripetersi dei pericolosi episodi di protezionismo sanitario a cui abbiamo assistito nei primi mesi della pandemia. Continueremo a lavorare per migliorare la risposta globale a future crisi sanitarie anche in tutte le sedi multilaterali appropriate» ha detto il premier.
Il richiamo alla Ue sull’immigrazione
Draghi ha annunciato che tra i temi del prossimo consiglio Ue ci sarà quello dell’immigrazione ed ha usato toni decisi sul ruolo che deve avere l’Europa in questo ambito.«È essenziale che, già a questo Consiglio, la Commissione presenti piani d’azione chiari, adeguatamente finanziati, e rivolti con pari priorità a tutte le rotte del Mediterraneo, compresa quella meridionale» ha scandito. «A questi piani andrà poi data rapida attuazione. L’Unione europea deve inoltre prestare attenzione alla specificità delle frontiere marittime e all’effettiva stabilità politica della Libia e della Tunisia» ha aggiunto Draghi anticipando che proporrà alla Ue un aggiornamento continuo Commissione-Consiglio sugli impegni assunti in questa materia.
Energia, necessari nuovi interventi
«Il Governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette. Lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema. Poche settimane fa, siamo intervenuti ulteriormente, con più di 3 miliardi, per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione» ha riassunto Draghi affrontando il tema dei rincari del costo dell’energia, altro tema in discussione al prossimo con Consiglio Ue. «Negli ultimi mesi - ha spiegato Draghi nel corso del suo intervento - abbiamo assistito a un forte aumento del costo del gas e dell’elettricità. Questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali. La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici, e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili».
Export, superati i livelli pre-covid ma restano colli di bottiglia
«Dall'inizio di quest'anno abbiamo assistito a una ripresa robusta degli scambi tra Paesi. È un'ottima notizia, visto il peso delle esportazioni nella nostra economia. In Italia, i valori dei beni esportati nel secondo trimestre di quest'anno erano del 5% più alti che nello stesso periodo di due anni fa, prima della pandemia» ha evidenziato Draghi, nel corso del suo intervento in Aula al Senato sul prossimo Vertice Ue. «Questa crescita - ha segnalato il premier - è stata però ostacolata da colli di bottiglia nell'approvvigionamento di materiale e interruzioni nelle catene di fornitura. La difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unita a rallentamenti nei processi di trasporto e consegna, hanno contribuito ovunque a un aumento del tasso d'inflazione».
«Un tema fondamentale per la politica commerciale europea - ha aggiunto - è quello del contrasto al protezionismo. E dobbiamo migliorare i meccanismi multilaterali esistenti basati sulle regole e incoraggiarne l'utilizzo ampio e condiviso. Per quanto riguarda la riforma ell'Organizzazione Mondiale del Commercio, ci auguriamo che la Dodicesima Conferenza Ministeriale di fine novembre abbia successo, e che si superino le criticità nei negoziati sui sussidi alla pesca e sulla politica commerciale e sanitaria post-Covid-19».
La transizione ecologica non distrugge posti di lavoro ma amplia occupazione
«Dobbiamo portare avanti un'agenda climatica ambiziosa e fare in modo che le nostre scelte siano accettate e condivise in maniera ampia dalla popolazione. E dimostrare che la transizione ecologica non comporta necessariamente una distruzione di posti di lavoro ma semmai un ampliamento dell'occupazione» Questa la convinzione di Draghi esposta nelle comunicazioni rese all'Aula del Senato sul Consiglio europeo di questa settimana. «Ci sono alcuni dati - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che cominciano a venire fuori in Paesi che hanno affrontato più rapidamente alcuni passi della transizione e dal punto di vista dell'occupazione per il momento sono incoraggianti. Questo - ha rimarcato - è un punto da tenere presente nella velocità di attuazione di questa agenda climatica».
Sul digitale Italia indietro ma colmerà il divario
«Per quanto riguarda l'agenda digitale, il Consiglio intende definire la tabella di marcia per gli obiettivi del 2030, anche con l'indicazione di scadenze e di un sistema di monitoraggio. Gli obiettivi europei per il 2030 riguardano quattro aree prioritarie: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici; competenze digitali. L'Italia ha fatto propri questi obiettivi e ne ha anticipato il raggiungimento al 2026, anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Siamo ancora indietro, ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d'Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea» ha riassunto Draghi. «Per farlo - ha proseguito il presidente del Consiglio - abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano. La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti. Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili».
Cybersicurezza, servono quadro normativo chiaro e risposte rapide
«Sul fronte della cybersicurezza, il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate. L'Italia si è dotata di un'Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione» ha detto il premier aggiungendo: «È un tema prioritario per l'Europa, che metterà in campo degli strumenti legislativi appositi. Sulla concorrenza, lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali. L'Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione. Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione. Occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti on line».
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