Draghi, l’eredità «pesante» al nuovo Governo e le sfide per il futuro
A questo punto, la domanda che tutti si pongono è: adesso cosa farà colui che gli americani definirono «the unitalian»?
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
A febbraio dell’anno scorso, quando Draghi salì a Palazzo Chigi per prendere le redini del Paese, molti giornalisti lo considerarono (e lo considerano tuttora) l'uomo giusto al posto giusto: l'ex-presidente della Bce era giudicato il miglior nocchiero per pilotare il Belpaese fuori dalle secche di un'emergenza che in tanti definirono da terza guerra mondiale.
Non potevano sapere, questi opinionisti, che durante la gestione di Super Mario, a complicare ancor più la situazione, sarebbe scoppiata una guerra vera e propria con l'attacco di Putin a Kiev e con tutti i problemi energetici che ci hanno assalito. Ecco perché la situazione del Paese – al di là dei risultati ottenuti dall' esecutivo che è appena andato in disarmo - non è affatto migliorata rispetto a quella di una ventina di mesi fa.
In effetti, al momento del congedo Draghi ha lasciato a Giorgia Meloni un'eredità ancora più pesante della sua perché il compito che attende ora la prima inquilina donna del piano nobile di Palazzo Chigi è particolarmente difficile, quasi proibitivo.
Oggi siamo, infatti, davanti ad una crisi a 360 gradi, tra recessione, impennata-record dei prezzi (gas, benzina, elettricità e prodotti alimentari in primis), incertezza sul fronte ucraino, con il rischio nucleare sempre più incombente, e Covid che non demorde. Un quadro molto complicato a cui si aggiungono le ultime vicissitudini politiche con le tante fibrillazioni alla nascita del nuovo governo. Anche se fino all'ultimo è restato in trincea (vedi il suo proficuo intervento al vertice Ue sul gas), possiamo quindi capire una certa fretta palesata dall'ex-premier, dopo le tante “imboscate” di questi mesi, nel lasciare ad altri l'incarico che pure ha definito «un'esperienza straordinaria».
Resta il fatto che la situazione estremamente delicata in cui versa oggi tutta l'Europa non può cancellare gli sforzi fatti ed i risultati ottenuti dal governo Draghi per cercare di raddrizzare in qualche modo una nave sempre più pericolante a causa degli «iceberg» che ci circondano su tanti lidi. A questo punto, la domanda che tutti si pongono è: adesso cosa farà colui che gli americani definirono «the unitalian»? Nel 2019, subito dopo aver abbandonato il grattacielo di Francoforte da dove guidava la Bce, la risposta di Mario a chi lo interrogava sul suo futuro fu lapidaria: «Chiedete a mia moglie». E, riferendosi sempre alla sua dolce metà, aggiungeva: «Spero che ne sappia di più».
Oggi cosa dice? Non credo ci sia più bisogno di interpellare la signora Serenella per conoscere il futuro del marito perché lo sa già lui. Diversi anni fa, a Milano, durante la consegna di un premio giornalistico, Draghi, allora governatore della Banca d'Italia, mi confessò che, per rilassarsi un po', non perdeva alla sera una puntata in tv di “Striscia la notizia”. Non penso che anche ora avrà molti momenti relax per il semplice motivo che presto gli pioverà dall'alto (alcuni parlano di un podio internazionale, la Nato, ma sul tappeto ci sono anche ipotesi italiane) qualche altro prestigioso incarico: non potremo più fare a meno di un Super Mario sul podio.
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