L’ULTIMA CONFERENZA STAMPA

Draghi: politica Bce ultra-accomodante a lungo. Qe al via da novembre

Politica monetaria ultra-accomodante ancora a lungo, avvio del Qe a novembre. Draghi nella sua ultima conferenza stampa da presidente della Bce traccia un bilancio dei suoi 8 anni: «Ho sempre cercato di rispettare il mio mandato, è stata un’esperienza intensa e affascinante»

Mario Draghi, alla sua ultima conferenza stampa come presidente della Bce (Epa)

4' di lettura

Politica monetaria ultra-accomodante per un lungo periodo di tempo e via agli acquisti di titoli di Stato dal 1° novembre, con un ritmo di 20 miliardi al mese. Lo ha annunciato Mario Draghi nel giorno dell’ultima conferenza stampa alla guida del direttivo Bce, dopo 8 anni al timone e prima di lasciarlo dal 1° novembre a Christine Lagarde, ex direttore del Fondo monetario internazionale.

Draghi, di fronte alle domande dei giornalisti, ha anche tratteggiato un breve bilancio della sua presidenza: «Ho sempre cercato - ha detto - di rispettare il mio mandato, senza mai arrendermi. È stata un’esperienza intensa, profonda e affascinante».

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Politica molto accomodante a lungo
«Il Consiglio direttivo - ha detto Draghi introducendo la conferenza stampa - ha ribadito la necessità di un orientamento di politica monetaria altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo e resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l'inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito».

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di lasciare i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50 per cento.

Critiche? Normale dibattito
Draghi ha risposto alle domenade dei giornalisti sulla spaccatura all’interno del Consiglio direttivo, con numerose critiche pubbliche al suo indirizzo da parte dei governatori delle banche centrali di Germania, Francia e Olanda. «Abbiamo avuto discussioni - ha detto Draghi - e questo è normale in tutte le giurisdizioni. A volte vengono rese pubbliche a volte no, ho preso tutto questo come parte normale del nostro dibattito». Le decisioni annunciate oggi, 24 ottobre, nel comunicato finale - che hanno confermato in toto il pacchetto di misure di settembre - sono state votate all'unanimità , ha precisato.

Via agli acquisti di titoli dal 1° novembre
Il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali «finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell'inflazione di fondo». Confermate anche le indicazioni sul Qe che partirà al ritmo di 20 miliardi di euro al mese dal 1° novembre. «Il Consiglio direttivo - si legge nel comunicato - si attende che proseguiranno finché necessario a rafforzare l'impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento».

Il Consiglio direttivo infine intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di titoli per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento «e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario».

I Governi con i conti in ordine spendano di più
Draghi ha ribadito per l’ennesima volta l’invito ai governi che se lo possono permettere di adottare politiche di bilancio espansive. Questo non vale invece per i Paesi con un alto debito, che «devono perseguire politiche economiche prudenti e rispettare gli obiettivi strutturali».


Dai tassi negativi più benefici che danni
Draghi ha anche difeso la scelta della bce di adottare tassi negativi sulle riserve delle banche europee. Una decisione controversa, dopo che alcuni istituti di credito hanno scaricato i costi dei tassi negativi sui correntisti o hanno annunciato di volerlo fare (è il caso di UniCredit in Italia per i conti oltre il milione di euro). I benefici comportati dall'introduzione dei tassi negativi, ha detto Draghi, sono stati nettamente superiori agli effetti collaterali. «L'Fmi non ha detto che i tassi negativi non sono stati efficaci - ha detto Draghi - in realtà la valutazione è stata complessivamente positiva e per noi è molto positiva. I tassi negativi hanno stimolato l'economia e l'occupazione. Semmai l'Fmi ha guardato all'orizzonte di lungo periodo ma è qualcosa che monitoriamo con attenzione ed è per questo che a settembre abbiamo introdotto un sistema a due livelli per la remunerazione dei depositi».

Il mio futuro? Chiedete a mia moglie
Diversi giornalisti hanno chiesto a Draghi di tratteggiare un bilancio dei suoi 8 anni di presidenza e dell’eredità da lasciare a Christine Lagarde. «Se c’è una cosa di cui vado orgoglioso - ha risposto - è che ho sempre cercato di perseguito il mandato nel miglior modo possibile. Mai arrendersi». «L’esperienza come presidente della Bce è stata intensa, profonda e affascinante», ha detto. Quanto al futuro, anche in merito a un eventuale ruolo come presidente della Repubblica, Draghi ha risposto: «Non lo so, chiedete a mia moglie, spero almeno che lei lo sappia».

Euro irreversibile, in Italia tutti ormai lo sanno
«Dal 2013 ad oggi, la situazione è cambiata interamente. Tutti in Italia sanno e affermano che l'euro è irreversibile». Draghi ha risposto così a una giornalista che gli chiedeva di commentare l'intervento di un economista tedesco che nel 2013 aveva definito l’Italia «troppo grande per fallire». «La popolarità dell'euro non è mai stata così alta, anche in Italia» ha detto Draghi.

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