Le novità dopo Pasqua

Draghi: le scuole riapriranno in zona rossa fino alla prima media, non esclusi cambi in corsa del decreto

Scetticismo su Sputnik. «È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e non si prevede che l'Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell'anno». Il governo interverrà con un decreto sugli operatori sanitari che rifiutano di vaccinarsi

Coronavirus, i vaccinati al 26 marzo 2021

5' di lettura

«La scuola fino alla prima media riaprirà» in zona rossa dopo Pasqua. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi in conferenza stampa, spiegando che si tratta di una delle decisioni prese dalla odierna cabina di regia in vista del prossimo decreto anti-Covid che confermerà per il resto le attuali restrizioni. Anche se «non escludo cambiamenti in corso. Valuteremo la situazione settimana dopo settimana» ha specificato il presidente del consiglio, aprendo di fronte al pressing “aperturista” della Lega a un “tagliando” da fare in base alla curva dei contagi intorno alla metà di aprile.

Lo scostamento di bilancio è confermato alla data della presentazione del Def, quindi a metà aprile. Ma per ora non ci sono cifre sull’entità. L'assegno unico «partirà l'1 luglio e sarà di 250 euro al mese con maggiorazione per i disabili». Quanto alla strada per uscire dall’emergenza, occorre una «politica fiscale espansiva per i prossimi mesi in tutti i paesi europei , si vede in Germania, Francia». Il punto è «vedere se si riuscirà a fare abbastanza. Il pericolo è fare troppo poco».

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Draghi: si vede obiettivo 500mila vaccinazioni ad aprile»

Draghi ha parlato anche di vaccini, mostrando ottimismo: «L'obiettivo di mezzo milione di dosi di vaccino ad aprile - ha detto - si inizia a vedere con più probabilità». Anche perché il ministro Speranza, in conferenza stampa, ha aggiornato così i dati sulle vaccinazioni: «Ieri 243 mila somministrazioni. Altri 4 milioni di dosi in arrivo entro fine marzo, e poi 50 milioni di dosi nel secondo trimestre e 80 milioni nel terzo trimestre». Il premier ha spiegato poi che l’Italia per prima «ha proposto il tema delle restrizioni all'export di vaccini nei Paesi extra-Ue». E che «ora purtroppo è un tema all'attenzione di tutti». Poi però ha chiarito: «Il blocco dell'export è completamente condiviso, la decisione è unanime dai paesi Ue. Però ora l'enfasi è tutta sul blocco ma non ne usciamo con i blocchi ma con la produzione dei vaccini, è l'unica cosa che ci farà uscire dalla pandemia e ci ridarà fiducia nel tornare a viaggiare, a costruire relazioni».

«Non arriveremo a blocco verso Regno Unito»

Il blocco va attuato «soprattutto verso società che non rispettano i patti. Il blocco totale» di esportazione dei vaccini verso il Regno Unito «interromperebbe la produzione del vaccino, oltre a innescare una tensione politica. Non ci dobbiamo assolutamente arrivare e non ci arriveremo» ha scandito Draghi in conferenza stampa rispondendo a una domanda su un eventuale blocco dei vaccini verso la Gran Bretagna». Poi ha aggiunto: «Non sono stato vaccinato. Mi vaccinerò con AstraZeneca spero la settimana prossima: ho fatto la prenotazione e sto aspettando che mi rispondano». Mentre gli operatori sanitari non vaccinati «non va bene che siano a contatto con i malati e il governo intende intervenire con un decreto.

«Criterio età per vaccinazioni deve essere prioritario»

Dopo le bacchettate alle Regioni in ordine sparso, il premier ha chiarito: «Quello che ho detto in parlamento alle Regioni era una reazione spontanea davanti alle differenze tra le varie regioni. La Costituzione attribuisce al governo centrale competenze in caso di pandemia. il mio richiamo era anche un appello a collaborare, il richiamo era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell'età deve tornare a essere prioritario. Perchè si vedono categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché siano più esposte degli ultraottenni che poi sono i nonni che stanno con i nipoti».

«Sputnik disponibile solo nel secondo semestre»

Scetticismo sul vaccino russo. «Starei attento - ha detto Draghi - a fare contratti» su Sputnik «perché ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un'indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d'investimento russo, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all'estero. È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all'Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l'Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell'anno». La produzione del vaccino anti Covid in Italia sarà possibile «in tre-quattro mesi».

«Riapriamo scuole fino a prima media»

La scuola in presenza è «una priorità del governo» ha detto Draghi, per il quale le scelte dei governatori «dovranno essere riconsiderate» alla luce di ciò. Poi ha ribadito: «Le scuole riaprono (in zona rossa, ndr) fino alla prima media, il ministro Bianchi sta lavorando perché avvenga in modo ordinato. La volontà complessiva era che, se ci fosse stato uno spazio, lo avremmo utilizzato per le scuole fino alla prima media». E ha aggiunto: «Le evidenze scientifiche mostrano che le scuole sono un punto di contagio molto limitato solo in presenza delle altre restrizioni. Quindi più si alza l'attività scolastica più aumentano le possibilità di contagio». Quanto all’ipotesi di tamponi rapidi a tappeto per gli studenti «in alcuni casi sarà possibile effettuare il test ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo».

«Chiusure dipendono dai dati contagi»

Quanto al decreto in arrivo, niente zone gialle per ora. L'orientamento emerso in cabina di regia in vista del nuovo decreto è di sospenderle fino al 30 aprile. Saranno confermate le misure oggi in vigore che prevedono solo zone arancioni e rosse. Nessun allentamento delle restrizioni per bar e ristoranti, che resteranno chiusi come previsto dalle misure per le zone arancioni e rosse. Resteranno dunque consentiti solo l'asporto e la consegna a domicilio. «Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo sui contagi» ha spiegato Draghi. E ha aggiunto: «Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati». Lo ha detto rispondendo ad una domanda sulle parole del leader della Lega Matteo Salvini contrario al mantenimento delle chiusure.

I cambi di colore in arrivo

In attesa della Pasqua in lockdown in tutta Italia, il puzzle dei colori delle regioni registrerà solo qualche cambiamento. A Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Campania già in zona rossa si aggiungerà la Valle d'Aosta da lunedì 29 marzo. In base alle ordinanze in arrivo tutte (con l'eccezione della Campania che potrebbe tornare arancione il 7 aprile) dovrebbero restare in rosso fino al 13 aprile. Mentre il Lazio dopo due settimane in lockdown viaggia verso la «promozione» in fascia arancione da martedì 30 marzo (la precedenza ordinanza che la poneva in rosso scade infatti lunedì 29 marzo). Resta in arancione la Toscana, fino alla fine in bilico.

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