Aerospazio

Droni, la Puglia testa nuovi progetti e sicurezza volo a bassa quota

A Grottaglie un progetto con Ids, Exprivia e Università Salento e Bologna. Le esperienze dell'azienda di ICT

di Domenico Palmiotti

(Westend61-RF / AGF)

4' di lettura

In Puglia l'aeroporto di Grottaglie (Taranto), già riconosciuto spazioporto e sede di importanti investimenti di Leonardo tra Eurodrone, drone ad energia solare ed aereo elettrico a decollo ed atterraggio verticale, si caratterizza sempre più come base di sperimentazione dei droni. Un nuovo progetto, finanziato dal Miur e dai fondi strutturali europei per 3,850 milioni, é stato messo in rampa di lancio da Ids (Ingegneria dei Sistemi), Exprivia, TopView-UAS Engineering e Università del Salento (Lecce) e Università di Bologna. Coinvolta anche Aeroporti di Puglia, la società che gestisce gli scali pugliesi. La finalità di AcrOSS - questa la sigla del progetto - è la sicurezza e l'efficienza dei droni nel volo a bassa quota. La declinazione di AcrOSS è infatti Ambiente per Operazioni Sicure di Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto.

Focus su apparecchi che volano a 100 metri di altezza

“Questo progetto nasce qualche anno fa, è stato concepito nel 2017, e punta a individuare nuove soluzioni per rendere sicuri i voli di piccoli velivoli a bassa quota, parliamo di un massimo di 100 metri” spiega a “Il Sole” Benito Carnovale, delivery manager Aerospace&Defence di Exprivia, società che guida un gruppo internazionale specializzato in ICT con 2.400 addetti presenti in 7 Paesi. “Nel caso di AcrOSS - aggiunge Carnovale - l'obiettivo è studiare le nuove soluzioni per rendere più sicuro la missione di volo nello spazio aereo assegnato. Per sicurezza, data la programmazione di un drone in uno spazio di volo, intendiamo la sicurezza fisica, non cibernetica. Non si affronta, in questo caso, l'intrusione in un canale di comunicazione ma ci si adopera affinchè il drone non subisca variazioni rispetto ad una traiettoria pianificata. Variazioni che possono essere diverse: un atterraggio di emergenza, uno uno slot deviato rispetto al traffico a terra di un aeroporto, una condizione meteo inaspettata”. “Anche per un drone - rileva Carnovale -, una volta pianificata e autorizzata una missione, bisogna sempre garantire procedure e sistemi che proteggano a livello infrastrutturale. E allora il nostro progetto vuole studiare che per la sicurezza fisica tutto vada come era stato previsto rispetto a contingenze ed eventi”.

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I possibili campi di applicazione

Inquadrando il campo applicativo del progetto, il manager di Exprivia spiega a “Il Sole” che “i droni, per esempio, vengono usati per diverse finalità in un aeroporto a terra. Ci sono infatti infinite operazioni che gli addetti devono eseguire, verificarne il buon funzionamento, e queste operazioni vengono poi monitorate dalle autorità. Ecco - dichiara Carnovale - si può pensare che le diverse operazioni relative al monitoraggio della pista e del terreno attorno all'aeroporto possano essere fatte attraverso il sorvolo di un drone. Anche tutti i fari che illuminano la pista e lo spazio adiacente, che devono essere visibili al pilota, possono essere monitorati dal video ripreso da un drone e riproiettato in centrale”.
Ma l'uso può allargarsi ad altri campi. “Con un progetto finanziato dalla Regione Puglia - afferma Carnovale - abbiamo utilizzato i droni come possibilità di riconoscere i rifiuti ingombranti in un'area abbandonata. E ancora, se ci sono condizioni meteo critiche, il letto di un fiume può essere sorvolato da un drone che ti riproietta le immagini e ti fa vedere se ci sono o meno ostacoli lungo il corso dell'acqua. Inoltre, per il monitoraggio ambientale, ci siamo occupati dei rifiuti abbandonati nelle pinete”.

Controllo degli animali nei parchi e agricoltura di precisione

Sempre per i droni, Exprivia ha ulteriori interventi. “Un'altra idea - annuncia Carnovale - che sviluppare è l'eventuale controllo della fauna all'interno di un parco per monitorare la riproduzione e lo stato degli animali. Quest'ultimi saranno dotati di un chip che sarà riconosciuto dal drone che sorvolerà il parco. Inoltre, stiamo lavorando nell'agricoltura di precisione con “Olive Matrix. Noi faremo la pianificazione di una missione per sorvolare gli uliveti, rimandando in centrale le immagini su stato e qualità del frutto e per valutare meglio quali interventi effettuare a partire dall'irrigazione”. “Un altro intervento - rileva il manager di Exprivia - riguarda poi la ricaduta radioattiva nelle aree portuali. In questo caso il drone sorvolerà la zona dello scarico container al fine di massimizzare la sicurezza. Infine - conclude Carnovale - c'è un forte sviluppo per l'urban security e l'urban mobility. La Regione Lazio progetta il trasporto di farmaci tra Asl e ospedali mentre la Puglia pensa al drone urban mobility. Come Exprivia siamo coinvolti su sicurezza fisica e cyber sicurezza e controllo”.

Politecnico Milano: un mercato da 94 mln nel 2021

Intanto dopo la frenata provocata dalla pandemia nel 2020, lo scorso anno è stato un anno di ripartenza per il settore dei droni. Le esigenze di distanziamento sociale, di monitoraggio e di consegne rapide ed efficienti hanno mostrato in modo chiaro le potenzialità del mercato, secondo quanto è emerso da una ricerca dell'Osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano. Nel 2021 il mercato professionale dei droni in Italia ha raggiunto il valore di 94 milioni di euro, +29 per cento rispetto al 2020, che però non è stato sufficiente a tornare ai livelli pre-pandemia (117 milioni di euro nel 2019). Le imprese attive nel settore a livello nazionale sono oggi 713. Vi sono state 45 chiusure nel 2021 (111 se si considera il periodo 2018-2021). Questo mercato, osserva il Politecnico di Milano, ha già raggiunto un buon livello di efficienza ed efficacia ma conserva ancora ampi margini di miglioramento dal punto di vista tecnico e funzionale.

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