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Ruota anteriore da 21”, da 18” al posteriore, motore Testastretta da 110 cv, sospensioni a lunga escursione e ampia luce a terra: questa è la prima vera Ducati nata per il fuoristrada con l’ambizione di affrontare anche situazioni estreme come le dune del deserto, ma sappiamo bene che il motociclista “normale” si ritroverà per la maggior parte del tempo a utilizzarla su strada, avventurandosi solo saltuariamente su qualche sterrato o sui sentieri che scendono al mare. Non per nulla la nuova DesertX monta come primo equipaggiamento gomme Pirelli Scorpion Rally STR, non eccessivamente tassellate, a evidenziarne un utilizzo piuttosto versatile.
Le linee richiamano quelle delle prime maxienduro degli anni ’80 e’90, impreziosite da elementi più moderni come la strumentazione digitale, le linee del serbatoio e gli “occhioni” (drl) che circondano i fari full led.
La sella è alta, 875 mm, ma la sua sagoma particolarmente stretta e la corsa delle sospensioni con il solo peso del pilota garantiscono comunque una seduta comoda e consentono di appoggiare il piede a terra quando fermi. L’altezza può essere ridotta di 10 mm montando la sella bassa e addirittura di 30 mm unendo il kit di sospensioni ribassate. Nonostante il serbatoio piuttosto ingombrante, la triangolazione tra le pedane, la sella e l’ampio manubrio è decisamente efficace, sia seduti, sia nella guida in piedi, e si ha sempre la sensazione di massimo controllo.
L’elettronica è di alto livello: i Riding Mode disponibili sono ben sei (Rally, Enduro, Sport, Touring, Urban e Wet) che lavorano in combinazione con i quattro Power Mode, ovvero diverse mappature motore che consentono di plasmare il carattere del motore Testastretta secondo le esigenze e le capacità di guida. Anche grazie alla piattaforma inerziale Bosch, ogni Riding Mode modifica la risposta della DesertX agendo sull’intervento dei controlli elettronici: freno motore, trazione, impennata, cambio elettronico e Abs Cornering, in grado di intervenire anche in curva. I più smanettoni possono quindi divertirsi a lungo alla ricerca del settaggio specifico che più si addice loro.
Ammetto che quando ho visto il display della strumentazione verticale (da 5”) ho storto un po’ il naso, invece è uno dei più chiari e leggibili che ci sia capitato di vedere da diverso tempo, sia in termini di visibilità, sia in termini di formattazione delle informazioni. In modalità Enduro e Rally cambia aspetto e viene replicato il funzionamento del tripmaster utilizzato nelle moto da rally.
Nonostante lo spirito off-road della moto, Ducati ha saputo mantenere le caratteristiche che connotano le sue stradali, come una ciclistica estremamente equilibrata, un ottimo impianto frenate, e un discreto allungo del motore, specialmente dai 6.000 giri in su. L’elettronica è tanta e si sente. Come unico difetto abbiamo notato che il Testastretta scalda parecchio, anche se va segnalato che abbiamo provato la moto in una delle giornate più calde dell’anno.
Ci vuole qualche chilometro per abituarsi al cambio elettronico - specialmente in scalata viene naturale agire sulla frizione - ma una volta presa la mano si rivela estremamente comodo e fluido nelle cambiate. Una chicca in strada la disattivazione automatica delle frecce di direzione che evita spiacevoli incomprensioni con gli automobilisti.
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