Dutch Design Week 22, un approccio circolare ispirato dai materiali del futuro
Numeri record per il più grande evento nordeuropeo del settore, con una forte presenza italiana: a partire dagli ambassador (Formafantasma) e da Isola
di Enrico Marro
I punti chiave
3' di lettura
Edizione all’insegna del ritorno alla fisicità (e anche dell’“italianità”) per la Dutch Design Week, che quest’anno ha portato a Eindhoven oltre 2600 designer e quasi 360mila visitatori sparsi in decine di location all’interno della città olandese.
Con un tema (“Get Set”) votato alla forza della community, il maggior evento nordeuropeo del settore e senza dubbio il più sperimentale del continente ha puntato sulla materialità del design dopo gli anni della pandemia, spaziando come sempre tra mille approcci diversi quanto a ricerca, estetica, materiali e tecniche.
I Dutch Design Awards
Tra i vincitori dei Dutch Design Award quest’anno spicca lo studio MVRDV con il Depot di Rotterdam, il primo deposito di opere d’arte della storia ad aprire al pubblico rivoluzionando le tradizionali metriche di fruizione dell’arte.
Ma anche lo Studio InekeHans per una nuova versione “circolare” della famosa sedia Rex: nel costo d’acquisto ora è previsto un deposito garantito che viene restituito quando la sedia viene riportata in negozio (anziché buttata) e successivamente riparata, pulita e rivenduta.
Intrigante “Cream on Chrome”, installazione interattiva sotto forma di piattaforma stile trading online, che trasferisce i principi dei mercati azionari all’ecologia, rendendoci tutti “azionisti” del nostro ecosistema.
Gli ambassador italiani
Molto forte la presenza italiana. A partire dallo studio Formafantasma, fondato nel 2009 da Andrea Trimarchi e Simone Farresin, che ha avuto l’onore di essere nominato “ambassador” della rassegna assieme alla solar designer olandese Marjan van Aubel.
Isola, sette mostre in quattro location
Da record anche Isola, presente in quattro location con sette mostre: alla sua quarta partecipazione in Olanda, la piattaforma nata a Milano ha portato a Eindhoven oltre cento designer internazionali uniti dal tema “Together as One”.
Tra loro da tenere d’occhio Ayelet Kimchi per il progetto “Swell4D”, che combina l’antica arte della soffiatura del vetro con le nuove potenzialità della stampa 3D.
Ma anche Hideyuki Yamazawa per “Diversity of Imagination”, colorata collezione di accessori d’interni ispirata alla fantasia dei bambini.
Nella mostra “No Space for Waste”, dedicata ai pezzi di design funzionale nati da materiali di scarto, spiccano invece i prototipi di mattoni di Zuzanna Skurka e l’upcycling del calcestruzzo immaginato da Macarena Torres Puga.
Mattoni e pixel per lo Studio Groovido
Sempre in tema di materiali, intrigante “Prophecies of Dust” degli italiani Giorgio Gasco e Gianmaria Della Ratta (Studio Groovido). La design collection nasce da una collaborazione con il produttore di materiali edili Rodruza, che ha chiesto di ripensare il classico mattone.
Il risultato è la proiezione di texture sulla superfice porosa dell’argilla: un trionfo estetico del pixel che strizza l’occhio ai videogame arcade, a Minecraft e al Sandbox Metaverse. In perfetto equilibrio tra mondo fisico e virtuale.
L’ipnotica “Immersive Healing Art System”, di Studio Inneract, è invece un’enorme videoinstallazione immersiva di visual art: grazie a un sistema di sensori e di algoritmi di artificial intelligence, modifica la sua texture digitale interagendo con voci e movimenti degli spettatori. Un’opera creata nel nome della contemplazione e del relax, molto apprezzata in ambito ospedaliero.
Mentre “Cluster B Effect” cerca di raccontare attraverso immagini e abiti dai colori squillanti la soffocante esperienza personale di Megan Van Engelen, giovane fashion designer e videoartist cresciuta con un genitore narcisista.
«Retro future», trionfo della cultura pop
Assolutamente imperdibile, infine, “Retro Future”: è la prima grande mostra allestita nell’iconico Evoluon, enorme edificio a forma di disco volante costruito da Philips nel 1966 e appena riaperto al pubblico dopo anni di oblio.
L’esposizione, curata da Next Nature e aperta fino a marzo, rappresenta un viaggio immersivo nelle visioni del futuro immaginate da cinema, tv, arte, design, prodotti, poster, fumetti, scienza e fantascienza.
Quattro piani di tunnel e di sorprese, da Nostradamus e Leonardo Da Vinci a Star Trek e Star Wars, passando attraverso Kubrik, l’iMac e la Delorean di “Ritorno al Futuro”. L’obiettivo? Dimostrare che nella fantasia umana il domani, alla fine, ripete sempre se stesso.
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