Economia Digitale

Dynatrace: «L'obiettivo è arrivare alla Digital Experience Management»

di Antonio Dini

4' di lettura

LAS VEGAS - I clienti vogliono più velocità e qualità del servizio online. Le app sono ovunque. Le aziende tradizionali, sotto la pressione delle startup nate digitali, hanno cominciato a migrare sempre più velocemente verso il cloud. La complessità sta diventando enorme.
«Il cloud del 2019 – dice il Ceo di Dynatrace, John Van Siclen, sul palco della conferenza organizzata a Las Vegas – è profondamente diverso da quello di cinque anni fa, quando pensavamo che bastasse gestirlo sulla base di una applicazione alla volta. Invece, la gestione del cloud oggi è diventata olistica, “full stack“».

Gestire la complessità e occuparsi della performance delle applicazioni è il lavoro di Dynatrace e di un piccolo esercito di altre aziende che seguono in questo settore che sta rapidamente cambiando. Nel corso della conferenza Dynatrace ha annunciato una serie di versioni aggiornate dei suoi strumenti, introducendo anche una modalità di analisi della performance in tempo reale basata su un approccio deterministico che non richiede training di intelligenze artificiali e può adattarsi dinamicamente ai cambi di contesto e di velocità. Ma perché è necessaria questa flessibilità fino a pochi anni fa inedita?
Il cambiamento più profondo che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti noi utenti nelle reti cloud è la crescente interdipendenza delle applicazioni rispetto a tutto il resto della complessità tecnologica contenuta nella nuvola. Ovviamente non c'è una “nuvola” da gestire, ma piuttosto centinaia di migliaia di server suddivisi in centinaia di datacenter di fornitori diversi distribuiti in tutto il pianeta. All'interno, le applicazioni si presentano come un fascio di servizi: database, storage, potenza di calcolo, analitici e via dicendo. Una semplice app di un utente per funzionare deve collegarsi a quello che apparentemente è un servizio unico, ma che in realtà è costruito da un fascio di servizi più piccoli interdipendenti tra loro. Quelle che vengono chiamate “dipendenze delle applicazioni”

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«Questa complessità è enorme – spiega a Nova24 il fondatore e Cto dell'azienda, l'austriaco Bernd Greifeneder – e abbiamo capito che deve essere gestita. Per questo abbiamo costruito una serie di strumenti che permettono di farlo». L'obiettivo è arrivare alla Digital Experience Management (Dem, secondo l'acronimo creato dalla rivista Forbes), la gestione cioè dell'esperienza digitale delle aziende e dei clienti. La vita nel cloud è complicata ma adesso lo è diventata in maniera esponenziale e richiede un approccio completamente diverso.

Dynatrace gestisce 79 milioni di miliardi di dipendenze di applicazioni ogni giorno per i suoi clienti, con strumenti per l'analisi, la registrazione e la ottimizzazione dei vari servizi. «Per gestire la complessità – dice Greifeneder – è critico avere un quadro chiaro di quali siano le dipendenze tra le varie entità. Un database che si connette con un servizio web esterno e che a sua volta attiva un container che permette l'autenticazione a un altro servizio e che viene gestito da un sistema di orchestrazione come Kubernetes. Le possibili combinazioni sono praticamente infinite e riuscire a capire cosa sta funzionando e cosa no, mappare quali strettoie si presentano davanti ai sistemisti e agli architetti digitali è un obiettivo fondamentale.

«Quattro anni fa - dice Greifeneder – siamo stati pionieri nella sperimentazione e miglioramento continuo di un approccio unico e deterministico all'intelligenza artificiale che ha consentito ai nostri clienti di semplificare gli ambienti cloud aziendali e concentrare più tempo sull'innovazione. Poiché Dynatrace rileva automaticamente e associa le dipendenze tra il cloud aziendale e analizza tutte le transazioni, il nostro motore Davis AI può veramente trovare nessi causali e guidare verso l'origine vera dei problemi rispetto a semplici congetture basate sulla correlazione dei sistemi AI tradizionali non deterministici». La complessità del motore che sta alla base della soluzione di Dynatrace è molto sofisticata, è la formula segreta (basata poi su strumenti open source) che ha permesso all'azienda, ad esempio, di cambiare completamente passo nel modo con cui è organizzata la sua attività.

Gli strumenti di Dynatrace possono essere installati nei datacenter o somministrati come Software as a service ai clienti aziendali. Per fare questo Greifeneder è l'alfiere di una trasformazione profonda del modo con il quale intendiamo l'IT, cioè la maggior parte delle risorse aziendali investite nella gestione delle operazioni ordinarie (“Ops”) e la piccola parte nello sviluppo di nuove soluzioni (“Dev”). In passato si è cercato di mescolare i due piani con l'approccio DevOps, ma il Cto di Dynatrace è invece portatore di una approccio molto più radicale: «A differenza di chi prova ad automatizzare le operazioni con intelligenza artificiale che non è capace però di trovare nessi causali nelle correlazioni che rileva, la cosiddette AIOps, noi siamo per la NoOps, in cui il nostro sistema permette di non avere nessun sistemista impegnato nelle pratiche più tradizionali di gestione della rete grazie ai nostri sistemi di gestione e automazione sofisticata».

Dietro la complessità c'è un ultimo segreto di quello che il cloud ha portato con sé e che rende praticamente ingestibile la complessità con gli strumenti tradizionali: è l'approccio dell'aggiornamento continuo di applicazioni e servizi. Anche decine di volte al giorno per ciascuna risorsa. È possibile perché il cloud lo consente ma aumenta enormemente la difficoltà di gestione perché rende il bersaglio, cioè lo stato di equilibrio, estremamente mobile. Anche un piccolo cambiamento può ribaltare tutto.

La spinta finale è quella che dicevamo all'inizio: la qualità del servizio per l'utente finale, la qualità della esperienza digitale, che deve essere gestita. Utenti ogni anno, ogni mese sempre più esigenti, che non tollerano ritardi o indecisioni superiori al secondo nell'utilizzo dei software, richiedono una sforzo enorme. Stiamo vivendo nell'era della complessità e delle interdipendenze tecnologiche, presto sarà richiesto un approccio semplificatorio radicale. Quello di Dynatrace, secondo il suo CTO, mira a fare proprio questo. Semplificare per poter gestire.

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