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È adesso l’ora giusta per agire se si vuole preservare la salute del Pianeta

L'impegno etico della haute horlogerie per produrre segnatempo amici dell'ambiente: scegliendo i materiali migliori, ma anche buone pratiche e investimenti.

di Paco Guarnaccia

Titouan Bernicot, founder e ceo di Coral Gardeners, nella Polinesia francese, esamina un vivaio di coralli. Il progetto fa parte di Rolex Perpetua Planet Initiative.

4' di lettura

Da dove viene il mio orologio, e come è fatto? La domanda è lecita, la haute horlogerie risponde. Riciclo dei materiali, come l'acciaio. Estrazione dei metalli, come l'oro, monitorando i danni per l'ambiente. Certificati digitali. Custodie eco. Sostegno, come forma di restituzione intelligente, ai progetti per la salvaguardia degli ecosistemi. I segnatempo non sono solo il risultato della maestria degli artigiani che li realizzano, ma veri contenitori di idee per la sostenibilità. Un tema che inizia a essere sempre più caro: al consumatore, che guarda oltre l'estetica del prodotto, e alle aziende, che scelgono di produrre pensando oggi a cosa accadrà domani. Partiamo dai dati. Il report Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022 ha analizzato le richieste del pubblico più giovane: negli ultimi cinque anni si sono mostrati propensi all'acquisto di un orologio sempre più Millennials (35%), seguiti dalla Gen Z (33%). Per il 32% la sostenibilità conta più del marchio, per un altro 32% non fa differenza, se il modello scelto piace, per il 21% vale soprattutto la brand awareness. Sul fronte opposto c'è l'impegno delle case di orologeria a produrre secondo una logica più rispettosa del pianeta e delle persone. Tra i manager, il 64% crede sia centrale garantire un approvvigionamento etico dei materiali, il 19% ritiene importante il reporting di sostenibilità e conformità, il 12% pensa che un packaging più piccolo o riciclabile faccia la differenza, il 6% propone di convertire parte del fatturato in donazioni a cause ambientaliste e sociali. «L'industria orologiera svizzera è tradizionale, ma è anche tra le più innovative: la sua visione, attenta al futuro, spinge per la ricerca di nuovi materiali, più circolari e green», spiega Karine Szegedi, responsabile consumer e fashion & luxury di Deloitte Svizzera. L'industria si è infatti mossa su nuovi percorsi di sostenibilità.

Orologio Oyster Perpetual Yacht-Master 42, in titanio RLX con quadrante nero intenso, ROLEX (14.150 €).

Rolex, ad esempio: da vent'anni appoggia le missioni per la protezione degli ecosistemi. Nel 2019 ha presentato la Perpetual Planet Initiative, che comprende i Rolex Awards for Enterprise, che dagli anni Settanta premiano le intelligenze capaci di immaginare, e realizzare, miglioramenti nei campi che vanno dalla scienza alla salute: 35.500 le candidature, a oggi, 155 i vincitori. C'è Mission Blue: avviato dall'esploratrice marina Sylvia Earle, è il gruppo di lavoro impegnato nella protezione delle aree vulnerabili con l'obiettivo di salvaguardare il 30% degli oceani entro il 2030. Infine, ci sono le spedizioni condotte con la National Geographic Society per osservare e mettere in sicurezza la biodiversità. In breve tempo la Perpetual Planet Initiative è cresciuta, e oggi include più di 20 partnership. Chopard, invece, ha intrapreso nel 2013 il suo viaggio verso il lusso sostenibile, Journey to Sustainable Luxury: entro fine anno userà solo acciaio riciclato per i suoi segnatempo, riducendo le emissioni di CO2. Il suo Lucent Steel impiega per l'80% materiale già usato (secondo l'International Stainless Steel Forum il passaggio da un contenuto standard di acciaio riciclato del 50% all'80% consente di ridurre del 30% le emissioni legate alla sua produzione) e l'obiettivo, per il 2025, è che questa percentuale salga al 90%, come annunciato dai co-presidenti Caroline e Karl-Friedrich Scheufele, con Julia Roberts, brand ambassador, all'ultima fiera di Watches and Wonders di Ginevra.Forte del suo storico legame con l'acqua, eredità della creazione, 70 anni fa, di Fifty Fathoms, il primo orologio subacqueo in commercio, Blancpain dal 2003 ha istituito l'Ocean Commitment, progetto per la protezione dei mari. Lo spiega Marc A. Hayek, presidente e ceo della maison: «Sosteniamo chi lavora per diffondere la conoscenza sugli oceani, in particolare chi insiste sulla bellezza ispiratrice di ciò che è incontaminato». Risultato: il brand è stato al fianco di 19 spedizioni e ha contribuito alla crescita delle aree protette, fino a 4,2 milioni di chilometri quadrati in più. Iwc ha sposato la sostenibilità più di 10 anni fa: da allora ha pubblicato 4 report sui progressi in questo campo, ha nominato Gisele Bündchen come environmental & community projects advisor e ha confermato la certificazione Butterfly Mark di Positive Luxury – organizzazione indipendente con sede a Londra –, conferita alle aziende che superano severe valutazioni nelle aree ambientale, sociale, governance e innovazione. Spiega Franziska Gsell, cmo di Iwc: «Ci chiediamo come migliorare nell'innovazione dei materiali, nell'uso dell'energia e nell'impatto sociale, per essere ancora più sostenibili. Comprendiamo la responsabilità di ridurre il nostro impatto, di lavorare per una società più equa e di dimostrare che il lusso non deve per forza significare eccesso, né essere eccessivo». Panerai ha lanciato modelli in acciaio riciclato – il suo materiale si chiama eSteel – e un orologio speciale, il Submersible eLab-ID, che utilizza per la quasi totalità materie prime al loro secondo ciclo di vita. Inoltre ha scelto di adottare solo packaging in carta FSC, che per il 72% recupera il prodotto, e si è legato alla Commissione oceanografica intergovernativa dell'Unesco per promuovere il programma Ocean Literacy, nato per sensibilizzare ed educare alla preservazione dei mari. E questo è solo l'inizio della storia.

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