È crollo per la spesa turistica: questa estate si perderanno 65 miliardi
In caduta libera i pernottamenti degli ospiti in arrivo dall’estero e quelli della clientela italiana
di Enrico Netti
2' di lettura
Una perdita secca di 65 miliardi di euro di spesa turistica nell’estate 2020 di cui 44 in capo ai viaggiatori italiani e i restanti dagli ospiti dall’estero. Gli operatori del settore si preparano a fare i conti con attivi dimezzati e la perdita di 31 milioni di visitatori: il che comporta una flessione di 108 milioni di pernottamenti. Non basteranno a salvare la stagione gli ospiti provenienti dai paesi Ue, i cosiddetti mercati di prossimità, previsti in aumento. Prima di arrivare nel Belpaese dovranno però sfidare frontiere chiuse, come quelle austriache presidiate addirittura dal’esercito in spregio ai trattati comunitari o non imboccare quei “corridoi” bilaterali studiati per evitare di arrivare in Italia. Comunque secondo l’ultimo bollettino realizzato dall’Enit - Agenzia nazionale del turismo con il Mibact - questi ospiti dovrebbero segnare un + 56 per cento.
Incognita arrivi dall’estero
Guardando le previsioni per la clientela domestica si stima un calo di quasi un terzo dei visitatori pari a 16 milioni e si perderanno 46 milioni di pernottamenti. Si guarda con una certa speranza a quei 40 milioni di italiani che in passato facevano vacanze all’estero e quest’anno resteranno in Italia. Quasi impossibile prevedere una possibile ripresa degli arrivi dall’estero perché da mercati chiave come, per esempio, la Cina dove è ancora sospesa la vendita di pacchetti per viaggi all’estero.
Si spera nella scelta degli italiani esterofili “costretti” a stare in Italia
Secondo i dati Enit, l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso per l’estate, realizza il calo più profondo pari a -81,4%, rispetto al -80,1% della Francia e al -77,5% della Spagna. Il turismo italiano ha sempre registrato presenze massicce di clienti stranieri e quindi risente di più della diminuzione del turismo internazionale. L’Italia con il 40% di viaggiatori esterofili ha comunque un potenziale maggiore nella sostituzione dei viaggi domestici ai viaggi outgoing rispetto alla Spagna (28% in uscita) e alla Francia (25%).
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