È Fabio Cannavale il Business Angel dell'anno. Il premio e i numeri
di Elena Delfino
3' di lettura
È Fabio Cannavale il Business Angel 2018, secondo il Club degli Investitori. Cannavale, amministratore delegato di Lastminute Group e creatore del programma di accelerazione B Heroes, è il principale azionista di Boost Heroes, la holding di partecipazioni co-fondata con altri cinquanta soci, che cura il processo di selezione e investimento nelle startup, tra cui Wash Out, Brandon Ferrari, Sailogy, Homepal, Good Buy Auto. Cannavale è anche investitore di alcune scaleup italiane tra cui Satispay, Soundreef e Supermercato24. «L’esperienza di B Heroes mi ha permesso valorizzare quello che in questi anni ho imparato, mettendolo a disposizione degli altri» ha dichiarato Fabio Cannavale, che prosegue: «Sono convinto che fare sistema in Italia sia possibile ed è indispensabile per sostenere le nuove imprese. Abbiamo scelto i migliori progetti imprenditoriali innovativi proposti da giovani, ma non solo, e li abbiamo messi in contatto con gli oltre cento imprenditori e manager. Ne è nato uno scambio interessante e stimolante per tutti e le startup coinvolte nel progetto complessivamente hanno raccolto investimenti pari a circa venti milioni in pochissimi mesi. Un segnale importante che mi spinge a sviluppare ulteriormente il progetto B Heroes».
Intanto gli investimenti angel nel 2017 in Italia hanno registrato una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, arrivando a 26,6 milioni di euro dai 24,4 milioni del 2016. È questo il primo dato emerso dalla XIX Convention Associazione IBAN, la scorsa settimana. «Il nostro obiettivo – ha dichiarato Paolo Anselmo, presidente della Italian Business Angels Network Association - è restituire una fotografia sempre più precisa del mercato dell’innovazione e aiutare il legislatore, che proprio oggi ha annunciato l’avvio a un’indagine conoscitiva sul mondo delle startup, a facilitare l’impresa e a creare conseguentemente occupazione dando una spinta decisiva agli investimenti».
Campione dell’indagine sono 229 business angel e 117 investimenti, per un ammontare medio di 227 mila euro, segnalando un abbassamento del taglio medio delle operazioni, che però raddoppiano. Ad attirare la maggior parte degli investimenti lo scorso anno sono stati i settori ICT con il 33 per cento, e-commerce (10 per cento) e servizi (9 per cento). La Survey IBAN, condotta dall’associazione insieme a Vincenzo Capizzi, professore di SDA Bocconi, indica anche che gli investimenti individuali sono al 34% mentre il 66% predilige logiche di co-investimento attraverso club di investitori e gruppi di business angels per aumentare l’apporto finanziario e ridurre il rischio. Il crowdfunding è stato utilizzato dagli angel per finanziare il 22% delle imprese nel 2017, ma con un investimento medio pari al 3% del totale (13.450 euro).
Il profilo del business angel è rimasto costante negli anni: uomo, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, tendenzialmente del Nord Italia. Da segnalare però che lo scorso anno un’operazione su cinque è stata realizzata da business angel donne, dato in decisa crescita rispetto all’11% del 2013. Ma in base a quali criteri sceglie l’investitore? I fattori principali considerati sono: potenziale crescita del mercato, management team, aspetto sociale dell’azienda. «Oggi il 14 per cento delle imprese finanziate è localizzato all’estero – ha concluso Anselmo -. Dobbiamo ragionare sempre di più con una prospettiva europea di investimenti crossborder che facciano circolare gli investimenti italiani ma anche e soprattutto che attirino quelli esteri da Paesi più evoluti da un punto di vista di cultura del rischio».
loading...