È guerra legale al «fondo truffa» che ha bruciato 600 milioni di risparmi
di Enrico Marro
3' di lettura
Negli Stati Uniti si prepara una raffica di class action legali contro «Preservation and Growth», “Preservazione (del capitale) e Crescita”, il fondo mutualistico da oltre 800 milioni di dollari imploso in appena due giorni, perdendo l’80% del suo valore e gettando sul lastrico migliaia di risparmiatori.
Lo strumento finanziario gestito da LJM Partners, regolarmente autorizzato e quotato in Borsa, veniva venduto come un innocuo strumento di risparmio per il buon padre di famiglia: nel prospetto informativo si legge che il fondo vuole «preservare e far crescere il capitale grazie a una bassa correlazione con le Borse statunitensi», sottolineando che l’obiettivo numero uno della gestione è «proteggere il capitale, in particolare durante le fasi di discesa dei mercati (inclusi i crolli di Borsa), utilizzando opzioni per mitigare il rischio».
Mai prospetto informativo fu più ingannevole. In realtà i due gestori del fondo, Anish Parvataneni e Anthony Caine, avevano messo in piedi - all’insaputa dei loro clienti e delle autorità di regolamentazione - strategie speculative ad altissimo rischio: in pratica vendevano allo scoperto opzioni sull’indice S&P500, e lo facevano addirittura a leva, ossia prendendo in prestito altro denaro per scommettere sui mercati con soldi altrui. Fino a quando il mini-crollo di Borsa del 5 febbraio, unito all’esplosione della volatilità misurata dall’indice Vix (+115%, la più grande mai registrata in un singolo giorno), ha intonato il de profundis per le spericolate strategie speculative del fondo, facendo accartocciare su se stesso il “Preservation and Growth” in appena quarantott’ore.
Ora su questo caso stanno affilando le armi i grandi studi legali statunitensi specializzati in class action nel settore finanziario. La prima causa legale per la verità è arrivata da un singolo risparmiatore, Leonard Sokolow, che già il 6 febbraio, nella fase iniziale del crollo (quando il fondo aveva perso “solo” il 55,9% del suo valore) ha citato a giudizio LJM Partners presso la Corte distrettuale di Chicago. Motivo: contrariamente a quanto dichiarato nel prospetto informativo, “il fondo non mirava alla conservazione del capitale lasciando gli investitori esposti a un rischio altissimo e inaccettabile di perdite catastrofiche”. Ma la singola causa del signor Sokolow era solo l’antipasto della tempesta giudiziaria in arrivo sul «Preservation and Growth».
Il 21 febbraio è sceso in campo Pomerantz: il leggendario studio legale fondato da Abraham Pomerantz, che ha vinto cause colossali contro McDonnell Douglas o il fondo Dreyfus, ha presentato una class action contro LJM Partners alla Corte distrettuale dell’Illinois, invitando tutti i risparmiatori traditi ad aderire per ottenere un giusto risarcimento. Il giorno dopo è stata la volta di un altra grande law firm specializzata in cause collettive, Wolf Haldenstein Adler Freeman & Herz.
A stretto giro da New York si è gettato nella mischia anche Jake Zamansky, il celebre paladino delle class action che ha sfidato, tra gli altri, Merrill Lynch, Citigroup e JpMorgan Chase in cause leggendarie, celebrandole a posteriori come editorialista di spicco sul Wall Street Journal o il Financial Times. Con toni e rituali tipicamente americani, insomma, l’ennesima grande battaglia legale a difesa del risparmio tradito è iniziata. La speranza è che finisca nel migliore dei modi per le migliaia di risparmiatori che avevano creduto nel prudente fondo dei padri di famiglia, e che oggi si ritrovano con un pugno di mosche.
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